L'aquila

Consigliere segnala, ma la Polizia municipale non interviene: le carte in Procura

I lavori della V Commissione comunale sull'esposto sull'operato della Polizia municipale.

L’AQUILA – Ortofrutta con merce esposta all’esterno, un consigliere comunale segnala il mancato di rispetto dell’ordinanza sindacale alla Polizia municipale, che però interviene solo due giorni dopo riscontrando altre criticità. Le carte passano dalla V Commissione alla Procura.

L’Ufficio di Presidenza della V Commissione Garanzia e Controllo si attiverà per inviare la documentazione all’avvocatura comunale che inoltrerà il tutto alla Procura. Questo l’esito della riunione odierna della Commissione presieduta da Giustino Masciocco, per “esaminare un esposto presentato dai consiglieri comunali Marcello Dundee e Berardino Morelli (Forza Italia), ai fini dell’eventuale inoltro all’autorità giudiziaria”. Sul punto non si è votato, ma si è tanto discusso.

Il caso del mancato intervento della Polizia municipale, cosa è successo.

Tutto nasce da un esposto presentato dai consiglieri comunali Marcello Dundee e Berardino Morelli su un epidosio che ha visto protagonista proprio il consigliere Dundee lo scorso 8 aprile, quando, in via Strinella, ha indicato a una pattuglia di Polizia Municipale ferma per un posto di controllo davanti a un ortofrutta, che l’esercizio commerciale in questione esponeva merce all’esterno, contravvenendo a specifica ordinanza sindacale. La pattuglia ha identificato il consigliere comunale, senza però dare immediato seguito alla segnalazione. Secondo quanto emerso in una precedente riunione della V Commissione, infatti, ci sarebbero stati successivi controlli che avevano evidenziato altre criticità. “Un po’ come se fuggo da un incidente e il giorno dopo quando la Polizia mi riprende, mi fa una multa perché non portavo le cinture”, ha sottolineato il consigliere Dundee, evidentemente non soddisfatto dalle spiegazioni ricevute.

Il caso del mancato intervento della Polizia municipale, le carte dalla V Commissione alla Procura.

Se l’operato della pattuglia è stato lecito o si è trattato di una condotta omissiva lo deciderà la Procura. Nonostante l’invito al “buon senso” arrivato oggi in V Commissione, il caso è stato sollevato e, in presenza di un’ipotesi di illecito, naturalmente la stessa Commissione non può far finta di niente, tanto più che le spiegazioni arrivate non hanno convinto tutti. Se i commissari Carla Cimoroni e Lelio De Santis si sono “chiamati fuori”, l’una dicendo di non poter avallare una questione su cui non aveva contezza direttamente e l’altro invitando al “buon senso” e a “chiuderla qui”, Angelo Mancini ha chiesto espressamente se una pattuglia che stava svolgendo un preciso compito, non potesse intevenire anche per altro, nello specifico per la segnalazione del consigliere comunale Dundee. Mancini ha anche sottolineato il “far west” in centro storico, per quanto riguarda le disposizioni anti Covid, che non vengono fatte rispettare.

A difendere l’operato della Polizia Municipale, il dirigente Tiziano Amorosi, che ha ricordato il particolare contesto emergenziale in cui era (ed è) impegnata la Polizia Municipale. Il dirigente ha spiegato che la pattuglia in questione stava svolgendo un ordine di servizio legato all’ordine pubblico e al controllo delle misure anti Covid e non avrebbe potuto dedicarsi ad altro, senza un intervento specifico della scala gerarchica. Nella sostanza, per il dirigente se la pattuglia era stata inviata a fare una cosa, non poteva farne (anche) un’altra, premumibilmente ad eccezione di un intervento urgente. “Dopotutto non c’era una rapina in corso…” ha sottolineato il presidente Masciocco con una battuta.

I consiglieri Dundee e Morelli, d’altra parte, hanno tenuto a sottolineare che “non è in discussione la stima nei confronti della Polizia municipale“. Evidentemente si tratta di capire la legittimità del singolo comportamento.

A questo punto, però, deciderà la Procura. Nonostante il comune orientamento a salvaguardare la Polizia municipale, davanti a un’ipotesi di reato, l’organo istituzionale non può far altro che “girare le carte” all’autorità competente.