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Scuola post Covid, la proposta dalle aree interne: riaprire edifici chiusi dal dimensionamento

Scuola post covid, servono più spazi per ripartire in sicurezza. E magari anche un passo indietro rispetto al dimensionamento scolastico che ha costretto alla chiusura tanti plessi delle aree interne.

Come sarà la scuola a settembre? Le linee guida della ministra Azzolina verranno presentate ufficialmente sul tavolo della Conferenza unificata che si terrà oggi.

Ma qualche indicazione è trapelata: classi divise in piccoli gruppi, sabato a scuola, apertura pomeridiana e (solo alle superiori) mix di didattica a distanza e in presenza. Per le mascherine alla scuola primaria ci si dovrebbe riservare la decisione a ridosso dell’apertura delle scuole, a seconda dell’andamento dei contagi.

Niente plexiglas ma banchi singoli; un metro di distanza fra gli alunni e due con l’insegnante. Sì alle mense, anche con turnazioni per evitare gli assembramenti.

Per ripartire in sicurezza alla scuola italiana servono più risorse umane e più spazio: aule più ampie, ingressi ed uscite separate, aree comuni ampie. L’opposto delle classi pollaio che in questi anni hanno sì fatto discutere ma alle quali non si è mai trovata una soluzione.

Scuola, riaprite i plessi delle aree interne chiusi a causa del dimensionamento

Gli anni trascorsi sono stati di passione per molte scuole dell’aquilano, spesso a rischio chiusura: nell’altopiano delle Rocche così come in Valle Subequana e Valle dell’Aterno le scuole sono lo specchio dello spopolamento delle aree interne. Sempre meno bambini e ragazzi, con la spada di Damocle dei numeri a pesare sull’istruzione e sulla formazione delle giovani generazioni.

Abruzzo interno e Coronavirus, la rivincita delle scuole con pochi alunni

E’ il caso del plesso di Molina Aterno, localizzato nello stesso palazzo che ospita il Municipio: chiuso meno di dieci anni fa, ha ospitato generazioni di giovani subequani finchè i numeri sono diventati troppo esigui per consentire che rimanesse aperto.

Ma l’edificio è in buono stato e basterebbe poco per riattivare la macchina scolastica, guadagnando spazi e alleggerendo le scuole del circondario che contano più di 20 alunni a classe.

“Siamo disponibili alla riapertura dei plessi chiusi da qualche anno nei piccoli comuni e nelle aree interne, per aiutare i dirigenti scolastici. Appena verranno emanate le linee guida del Ministero chiederemo una interlocuzione”

Così al Capoluogo il sindaco di Molina Aterno Luigi Fasciani che sottolinea, poi, un altro aspetto.

“C’è un altra tematica che per ora ancora non viene presa in considerazione: i trasporti. Saranno numerosi i problemi che si genereranno dalla nuova organizzazione scolastica e i trasporti vanno pensati e ragionati per tempo, per non trovarci all’ultimo in situazioni difficili da affrontare per famiglie e alunni”.

È il caso, ancora, di Ripa Fagnano: scuola chiusa cinque anni fa, con i locali adiacenti all’edificio comunale che potrebbero tornare ad essere fruibili per risolvere le criticità presenti.

Nell’ottica non solo di trovare altro spazio fisico per le lezioni ma anche di innovare la didattica, sia il Ministero che gli enti locali hanno avviato una ricognizione degli spazi riconvertibili (a cominciare dalle scuole dismesse per il dimensionamento).

Scuola, autonomia e flessibilità: tutti contro Azzolina

Flessibilità e autonomia le due parole chiave della scuola che sarà, post Covid. Ma in pratica saranno i tavoli regionali a decidere, a seconda delle situazioni che si delineeranno volta per volta, come agire. Tavoli regionali formati da uffici scolastici, enti locali e sindacati, mentre ci sarà anche un tavolo nazionale  di monitoraggio.

La bozza pare non essere piaciuta a nessuno, in particolare alle associazioni dei genitori: oggi quelli che aderiscono al comitato “Priorità alla Scuola” scenderanno in diverse piazze d’Italia con sit-in e manifestazioni contro le scelte del governo. In Abruzzo, si manifesterà a Pescara in Piazza Sacro Cuore alle 18,30, con l’evento organizzato dall’associazione di docenti Nastrini Liberi Uniti, il collettivo dello sPaz e USB Abruzzo.

Per il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli, la bozza “non è molto utile, è generica, ricapitola le norme sull’autonomia in cui noi crediamo, come sulle lezioni il sabato, ma riteniamo che vada accompagnata da indicazioni operative più concrete. E’ solo una bozza, ora aspettiamo il documento ufficiale”, ha detto all’agenzia Askanews.

“Noi – ha spiegato – chiederemo di integrare il documento con aspetti per noi importanti: non viene indicato il livello di servizio minimo da garantire a tutti; servono risorse umane per sdoppiare le classi, più docenti di potenziamento; serve una maggiore libertà gestionale in capo ai dirigenti. Altrimenti è difficile mettere in atto quelli che per ora sono degli auspici, anche perchè le strutture e le aule sono quelle che sono”.

Per i sindacati “solo chiacchiere e scartoffie”:  “Settembre è alle porte, ma ancora nulla si è detto sulle problematiche del rientro in sicurezza per alunni e lavoratori della scuola nonché sulle questioni relative alle condizioni di gestione organizzativa e didattica in termini di tempi, orari, organici, spazi e risorse necessari all’avvio dell’anno scolastico. Anzi, tutto quello che trapela è in qualche modo preoccupante”, ha scritto in una nota la Flc Cgil, annunciando il proprio sostegno alla mobilitazione del comitato Priorità alla scuola. Le linee guida sono “un testo che non prevede alcuna risorsa aggiuntiva e che non si fa carico della progettualità politica della ripartenza, decentrando l’affidamento delle responsabilità, ipotizzando la privatizzazione e esternalizzazione di parte dell’orario scolastico, riproponendo la generalizzazione della didattica a distanza”.

Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, le linee guida che emergono dalla bozza sono “inadeguate e pericolose, specchio della solita repubblica delle chiacchiere e delle scartoffie inutili. Il piano elaborato da viale Trastevere risulta del tutto inadeguato a garantire che il rientro in aula tra due mesi avvenga in sicurezza. Le linee dimostrano che tavoli, task-force e comitati vari, ai quali partecipa un’infinità di persone, sono scarsamente utili”, ha concluso il leader della Gilda.

 

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