L'aquila

Pascoli, Daniele D’Angelo: “Basta mandrie incontrollate a Collebrincioni”

Mandrie senza controllo a Collebrincioni. Daniele D'Angelo: "Rispettare regole altitudine e proprietà privata".

L’AQUILA – L’appello del consigliere comunale Daniele D’Angelo per i pascoli a Collebrincioni: “Rispettare regole altitudine e proprietà privata”.

“L’altipiano di Collebrincioni è invaso ancora a giugno dalle mandrie di vacche lasciate al pascolo senza considerazione alcuna per i terreni privati sul cui suolo in questo periodo si raccoglie il fieno migliore per il mantenimento degli animali nel periodo invernale”. Lo dichiara Daniele D’Angelo, consigliere comunale dell’Aquila con delega alla montagna. “Si tratta – prosegue D’Angelo – dell’altipiano denominato ‘il lago asciutto’, dove ettari di foraggio non potranno essere falciati per l’incuria di alcuni allevatori. Negli anni passati questo territorio era fonte di sostentamento per la popolazione di Collebrincioni, che proprio in tali aree coltivava addirittura ortaggi e patate. Oggi, come detto, quei terreni sono usati per lo più per la produzione di foraggio da essiccare”.

“In questo periodo dell’anno – osserva il consigliere – gli animali al pascolo dovrebbero trovarsi a un’altitudine superiore e, se ubicati più in basso, dovrebbero essere custoditi dai pastori per evitare lo sconfinamento in terreni privati. Invece la situazione è tale da aver portato all’esasperazione diversi cittadini della frazione i quali, oltre a lamentare il mancato raccolto, reclamano vivibilità in un luogo che per gli abitanti del paese è meta abituale per trascorrere giornate in montagna all’insegna della tranquillità con l’immancabile arrostata. Lo stesso fontanile ristrutturato con soldi pubblici una decina di anni fa versa in condizioni pietose a causa dell’abbeveramento incontrollato delle mandrie libere che per loro natura lasciano deiezioni ovunque. Non si intende puntare il dito contro nessuno – afferma ancora D’Angelo -, ma l’auspicio è che una pubblica rappresentazione dello stato delle cose possa toccare la sensibilità degli allevatori e indurli a svolgere il loro onorato lavoro nel rispetto dell’intera comunità e dei turisti. Con la speranza che si comprenda che la montagna non appartiene a nessuno e anche se si chiede la concessione annuale dei pascoli la si deve lasciare in condizioni migliori di come la si è trovata. Mi auguro che tutto ciò non si ripeta più – conclude – e che le buone norme di conduzione delle greggi vengano rispettate per garantire una vita migliore agli animali, agli allevatori e a chiunque usufruisca di tali spazi”.

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