Cronaca

Suicidio ex poliziotto, confermato risarcimento per la legionella

Si era suicidato dopo aver contratto la legionella in carcere a Preturo dove lavorava. Lo Stato adesso conferma il risarcimento milionario.

Si era tolto la vita, l’ex poliziotto aquilano ritrovato al lago di Camposto lo scorso 27 settembre, perchè disperato dal mancato risarcimento dovuto per aver contratto la legionella sul posto di lavoro.

lo Stato si era appellato contro la sentenza con la quale i giudici avevano riconosciuto all’ex agente di polizia penitenziaria la somma di un oltre milione per aver preso la legionella mentre era in servizio presso il supercarcere di Preturo.

La legionella lo aveva portato a uno stato di depressione molto forte, perchè costretto ad un calvario sanitario terminato con un trapianto del cuore.

In primo grado nel giugno dello scorso anno gli avvocati Antonello Carbonara e Danilo Iannarelli, carte alla mano (comprese le perizie della Asl e mediche) erano riusciti a dimostrare dinanzi il Tar dell’Abruzzo non solo la presenza del pericoloso batterio nei luoghi di lavoro dell’agente (causa della legionella) ma anche il nesso causale tra la stessa malattia e il calvario vissuto dall’agente, padre di due figli minori.

Per questo i giudici avevano stabilito una somma superiore al milione.

La sentenza era stata impugnata dal ministero della Giustizia facendo ripiombare l’agente nell’angoscia, trovandosi non solo nella impossibilità di poter lavorare, ma di dover nuovamente affrontare una battaglia legale contro quello Stato che avrebbe dovuto sostenerlo.

E così uscito di casa a fine settembre scorso e non ha fatto più rientro.

Per i giudici del Consiglio di Stato, come riporta Il Messaggero, “gli organi tecnici del Ministero, non hanno preso minimamente in considerazione il fatto, pacifico ed assodato, che nella casa circondariale presso cui l’interessato svolgeva le sue mansioni lavorative vi fosse un focolaio di salmonella, il che poteva costituire un possibile antecedente causale della malattia lamentata (la legionella).

“Secondo un criterio di probabilità logica o razionale, – hanno concluso i giudici di secondo grado – risulta pertanto evidente che l’eziogenesi della malattia sia imputabile alla presenza della legionella nella struttura della casa circondariale frequentata dall’interessato per ragioni di lavoro”.