Emergenza Poesia, la mafia porta in sella un’icona. L’appuntamento a cura di Alessandra Prospero.
La mafia sbanda,
la mafia scolora
la mafia scommette,
la mafia giura
che l’esistenza non esiste,
che la cultura non c’è,
che l’uomo non è amico dell’uomo.
La mafia è il cavallo nero
dell’apocalisse che porta in sella
un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.
La mafia li commemora
con ciclopici funerali:
così è stato per te, Giovanni,
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso.
“Per Giovanni Falcone”, Alda Merini
Giovanni Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) fu assassinato con la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro) nella strage di Capaci.
Pochi giorni dopo il drammatico evento, Alda Merini scrisse una poesia dedicata al magistrato siciliano sull’onda del sentimento popolare e soggettivo di indignazione, dolore e frustrazione che attanagliò tutta l’Italia. La poesia, contenuta nel volume nel volume “Ipotenusa d’amore” (La vita felice, 1994), si intitola semplicemente “Per Giovanni Falcone” ed è un tributo ad un eroe in giacca e cravatta che aveva speso la sua vita a combattere la mafia, rappresentato dalla poetessa milanese come “il cavallo nero dell’apocalisse”.