Il caso

Usura, il Tribunale di Sulmona condanna Monte dei Paschi di Siena

Sentenza del Tribunale di Sulmona contro MPS: interessi non dovuti, conto da ricalcolare.

Il Tribunale di Sulmona riconosce le ragioni del cliente della banca e condanna Monte Paschi di Siena per usura.

Il Giudice del Tribunale di Sulmona, il dottor Giuseppe Ferruccio, con la sentenza n. 89/2020 del 13/05/2020, ha riconosciuto l’applicazione da parte della banca Monte dei Paschi di Siena di interessi usurari ed interessi anatocistici e di conseguenza, a seguito della consulenza tecnica d’ufficio, ha disposto il ricalcolo del conto corrente, accertando una considerevole riduzione del debito a carico del correntista che nel frattempo, tra capitale, interessi ed interessi di mora era arrivato a 35mila euro circa.

La vicenda risale al 2010, quando i soci di una nota società di ristorazione di Pratola Peligna (AQ), si sono rivolti alla banca per avere un affidamento in conto corrente per la propria attività. Nel tempo i clienti si sono resi conto che, nonostante gli sforzi profusi per coprire il conto, in sostanza, il debito non diminuiva. Così nel 2018 i 4 soci titolari, non riuscendo più a far fronte alle pretese della banca, si sono rivolti al dottor Vincenzo Mazza, esperto in materia bancaria e finanziaria di Assistenza Debiti, per una consulenza tecnica, il quale dopo un’opportuna analisi, ha consigliato i clienti sulla strada da intraprendere per vedere tutelati i propri diritti.

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Dopo i primi tentativi di giungere ad un accordo con la banca, gli imprenditori si sono rivolti al Tribunale di Sulmona per vedere tutelate le proprie ragioni e, sempre con l’assistenza del dottor Vincenzo Mazza, in qualità di consulente tecnico di parte, e dell’Avv. Gianni Paris di Avezzano, sono riusciti a dimostrare l’applicazione di interessi usurari ed interessi anatocistici sul loro conto corrente societario.

Con la stessa sentenza, il Giudice Dott. Ferruccio, ha disposto la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero presso il Tribunale di Sulmona per valutare gli ulteriori aspetti penali della vicenda.

Quindi, dopo qualche anno di causa, si è giunti alla recente sentenza con la quale, ha spiegato Vincenzo Mazza, “il Giudice ha riconosciuto il diritto dei clienti di vedersi ridurre il “presunto” debito di  quasi il 75%”, inclusi gli interessi di mora, con condanna della banca al pagamento di tutte le spese. Con questa pronuncia la Giurisprudenza ribadisce i principi sanciti dalla Legge 108/96 che non è una norma, di volta in volta, raggirabile ma rappresenta un argine invalicabile per chiunque, in primis dalle banche e dagli operatori finanziari”.