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Arta, Dionisio: “Turismo in Abruzzo passa dalla qualità delle coste”

"Per favorire il turismo in Abruzzo dobbiamo lavorare sulle qualità della nostra costa". L'intervista del Capoluogo al direttore dell'Arta, l'avvocato Maurizio Dionisio.

“Tra gli aspetti ‘positivi’ della pandemia c’è sicuramente la riscoperta del proprio territorio. Immagino che l’estate imminente non ci vedrà fare tanti viaggi, per questo stiamo già monitorando la qualità dell’acqua nelle nostre coste abruzzesi”.

Questa la sfida imminente dell’avvocato aquilano Maurizio Dionisio, fresco di nomina alla guida dell’Arta (Agenzia regionale per l’ambiente).

“Questo ritorno all’Arta mi riempie di orgoglio e segna l’evidenza. A prescindere dalle polemiche che lasciano il tempo che trovano, è stato evidentemente riconosciuto tutto il lavoro svolto in precedenza”, spiega intervistato dal Capoluogo.

L’avvocato Dionisio era già stato commissario dell’Arta dal 2000 al 2005, con la Giunta di centrodestra guidata dal presidente Giovanni Pace. Il nome di Dionisio è stato proposto dal vice presidente della Regione, Emanuele Imprudente.

“Torno, con la consapevolezza che ci attendono nuove sfide – spiega al microfono del Capoluogo – le problematiche che oggi deve affrontare l’Arta sono ben divserse da quelle degli anni Duemila. L’attenzione per l’ambiente è cambiata, anche la situazione attuale, di grande difficoltò in cui ci troviamo a causa della pandemia Coronavirus, deve innanzitutto farci riflettere. Dobbiamo avere cura della qualità del nostro ambiente, ancora di più adesso”.

Il lavoro dell’Arta tra cura dell’ambiente, inquinamento e Coronavirus: “facciamo chiarezza”

“È indubbio che questi mesi di isolamento per arginare la pandemia abbiano diminuito notevolmente le emissioni di gas inquinanti. Se da parte è stato un periodo molto difficile, dall’altra abbiamo notato come la qualità dell’ambiente che ci circonda sia migliorata notevolmente”, spiega il direttore dell’Arta.

A riguardo, secondo il direttore, ci sarebbe anche una diretta correlazione tra inquinamento e diffusione del virus.

“Ci sono studi in corso, portati avanti dalla Società italiana di medicina ambientale che ritengono che si sia una correlazione tra diffusione del Coronavirus e gli alti tassi di inquinamento provenienti da particolati sottili presenti nell’atmosfera”.

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“In pratica, le piccole goccioline di virus potrebbero utilizzare come trasportatore il particolato sottile dell’inquinamento, il cosiddetto Pm10. A riprova si è verificato che in alcune regioni del Nord ad alti tassi di inquinamento corrispondevano un alto numero di infetti. Se ciò fosse vero e siamo ancora in una fase di accertamento, la fondatezza di questa tesi giuridica significherà che in futuro, lasciata alle spalle la pandemia, dovremo stare molto attenti alla qualità dell’aria“.

Polveri sottili e qualità dell’aria, il caso L’Aquila, ovvero “il più grande cantiere d’Europa!”.

“Noi aquilani viviamo una condizione particolare successiva al terremoto del 6 aprile 2009. i cantieri della ricostruzione producono polveri sottilissime in quantità industriali. Esistono particolati che sono la diretta conseguenza della combustione dei residui di alimentazione fossile, ma ci sono anche particolati derivanti dalle lavorazioni industriali come le polveri del cemento e di altri materiali che un cantiere gigantesco come L’Aquila produce quotidianamente”.

“Non staremo di certo a guardare, è intenzione concreta a riguardo spostare il mezzo dell’Arta per fare campagne specifiche di rilevamento della qualità dell’aria in città“.

Ambiente, acque pulite e stagione estiva: la sfida dell’Arta

“Il lavoro dell’Arta sarà concretizzato nel controllo degli scarichi di tutti quelli comuni a ridosso della costa. Se dovessero funzionare male gli impianti di depurazione, immetteranno nelle acque del mare una serie di fattori inquinanti”.

“Per questo l’Arta sta avviando una campagna di controllo delle acque di balneazione. ‘I have a dream’ e spero di riuscirci: munire ogni stabilimento balneare di un bollettino recante la qualità delle acqua all’ingresso dei lidi, affinché i turisti sappiano cosa possono trovare all’interno del mare prima di immergersi o di far fare il bagno ai più piccoli”.

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