L'ipotesi che fa discutere

Migranti a Carapelle alle spalle del sindaco in piena pandemia

100 migranti in arrivo a Carapelle Calvisio per la sorveglianza sanitaria. Il sindaco si ribella: "Inaccettabile in un paese di 80 anime. Chi li controllerà?"

Carapelle, 80 abitanti e 100 migranti in quarantena. Sarà questa la prospettiva futura per il piccolo centro aquilano.

Migranti che saranno ospitati in una struttura di Carapelle Calvisio messa a disposizione dalla Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne Onlus, per il periodo di sorveglianza sanitaria.

La notizia, annunciata ieri mattina dal coordinatore regionale della Lega, il deputato Luigi D’Eramo, ha allarmato il primo cittadino di Carapelle Calvisio, Domenico Di Cesare, che amministra una comunità di appena 85 anime. Il sindaco, contattato dalla redazione del Capoluogo, ha spiegato:

“Due giorni fa sono venuto a conoscenza di questa ipotesi, in merito ad una comunicazione fatta dalla Prefettura alla Regione. Sono deluso, nessuno mi aveva informato di una simile eventualità: in un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, in piena emergenza sanitaria, quando si dovrebbe bandire ogni forma di contatto, a Carapelle potrebbero arrivare 100 migranti. E il suo sindaco, in quanto prima autorità sanitaria non sapeva nulla di questa possibilità. Nessuno mi ha coinvolto, anche se poi qualsiasi responsabilità ricadrebbe sulle mie spalle”.

Questa la comunicazione indirizzata al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e al direttore della Asl1, Roberto Testa, in cui si chiedono valutazioni in ordine alla struttura indicata dal Dipartimento Lavoro e Sociale della Regione, gestita dalla Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, nel Comune di Carapelle Calvisio.

prefettura

Si chiede conferma delle dell’idoneità della struttura, sotto l’aspetto sanitario, a garantire le “previste misure di sorveglianza, in considerazione della particolare tipologia d’accoglienza dei migranti, connessa all’emergenza epidemiologica in atto”.

Si dichiara amareggiato e deluso il primo cittadino Domenico Di Cesare, che precisa ancora:

“Qui da noi la gente è stata corretta e rispettosa delle regole. L’epidemia non ci ha interessato in prima persona fortunatamente: tutti sono stati attenti. Ora, però, potremo presto ritrovarci con molte persone in quarantena. Più persone rispetto agli abitanti originari di Carapelle. Chi ci assicura che queste persone saranno controllate? Chi mi dà la garanzia che gli abitanti di Carapelle non andranno incontro a maggiori rischi in questo modo? Il problema più grande, infatti, non è il loro arrivo, bensì: chi li controllerà? Chi vigilerà sul loro rispetto delle regole?

Quattro anni fa proprio a Carapelle si era profilata l’ipotesi di ospitare alcuni migranti a Carapelle, dove insiste questa struttura dalla capienza di circa 100 persone. Oltre a Carapelle c’era stata possibilità di ospitare alcuni migranti anche nel vicino Comune di Fagnano Alto, con IlCapoluogo.it – impegnato nel seguire le vicende in questione – che aveva portato le notizie alla ribalta nazionale, attenzionata anche in una trasmissione tv di Paolo Del Debbio.

Nel caso di Carapelle il sindaco era intervenuto già allora presso il Prefetto, “Carapelle si sarebbe trasformata in un paese in cui avrebbe perso senso anche festeggiare o celebrare le nostre tradizioni più antiche. Noi siamo a malapena 80 e la popolazione è prevalentemente anziana. Con 100 migranti e 80 abitanti come si può mantenere il senso identitario di una comunità?”

Precisa e conclude il sindaco

“Io sono disponibile ad ospitare migranti, si tratta di solidarietà. 100 mi sembra un numero esagerato e non si tratta di razzismo. Parlo relativamente alla piccola realtà di Carapelle Calvisio”. E adesso?  “Prima che si sollevasse questo polverone mediatico avevo già scritto al Prefetto, all’Assessorato preposto. Ora sono in attesa di risposte per avere dei chiarimenti in merito“.

 

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