L'intervista

Covid, test sierologici, mascherine e mappatura contatti: parla l’esperto

Covid, test sierologici, mascherine e mappatura contatti. Parla il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell'Università di Padova. Cosa c'è da sapere

Covid, tamponi e test sierologici: l’importanza dell’utilizzo per le gestione del rischio. C’è bisogno, però, di chiarezza.

Ne parla in un’intervista, concessa al giornalista Dino Parrano, il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova e deus ex machina della gestione dell’epidemia in Veneto. Tamponi, test sierologici: c’è grande confusione al riguardo, in realtà sono semplicemente due aspetti diversi della diagnostica.

«Il tampone effettua la diagnosi di positività o meno al virus», spiega il professor Merigliano, «quando si fa la misura nel siero si può: trovare nulla cioè non abbiamo sviluppato difese o non siamo entrati a contatto col virus; si possono trovare le famose IGM, ovvero un contatto immediato e, molto probabilmente, si è in presenza di virus attivo; oppure si sono sviluppate le IGG vale a dire gli anticorpi che si producono come memoria: se restano a lungo ci garantiscono una difesa perpetua, come con il vaccino».

In sostanza: il tampone garantisce la diagnosi sul virus, se si è positivi o negativi, con gli anticorpi si ottiene invece una documentazione indiretta se si sta attraversando la malattia o se l’abbiamo già avuta.

Ci si chiede, però, che grado di affidabilità abbiano questi test sierologici che si possono trovare sul mercato. 

«I test sierologici, cosiddetti fai da te, ovvero test rapidi, hanno senso solo se c’è la conseguente possibilità di fare il tampone. Tampone che, tuttavia, si può escludere quando il test certifica nessun segnale anomalo su una possibile attivazione del virus».

«I test sierologici servono solo come test epidemiologici di massa per sapere lo stato della popolazione. Non hanno valore nella predittività del singolo, se è o meno infettante».

Quindi, sono utili per le aziende? «Solo il tampone ti dice se sei positivo e se sei così positivo a tal punto da infettare gli altri. Però bisogna precisare che, in questi due mesi, si è capito come la clinica, cioè la ricerca di alcuni sintomi, sia affidabile come test di screening quanto la sierologia rapida. Facciamo un esempio: se tu individui, per cominciare, la temperatura superiore a 37,5° e sintomi come perdita di gusto e olfatto e stanchezza (manifestati negli ultimi 10 giorni), ci sono alte probabilità che si sta incubando il virus. Dati importanti per una primaria diagnosi, perché il 50% dei portatori attivi di virus è asintomatico».

Se c’è anche solo una situazione di dubbio bisogna assolutamente fare il tampone, spiega il professor Merigliano.

Covid e mascherine, come si trasmette il virus

«La mascherina deve diventare una seconda pelle». 

Il Covid si trasmette anche semplicemente parlando, tramite trasmissione di goccioline. Ecco perché l’efficacia delle mascherine è indiscutibile, «un’efficacia ufficialmente validata».

«La mascherina abbatte dell’80-85% il rischio di infettarsi. Se poi si agisce con quei meccanismi semplicissimi che coprono anche il restante 15 per cento del rischio si scongiura quasi completamente il pericolo. Come: tenere le mani pulite, mantenere un metro di distanza, teniamo i locali areati, così anche il micro pulviscolo viene portato via. Non è che passare tra due positivi, respirando, significa contagiarsi. Affinché ci sia il contagio deve esserci un’elevata carica batterica trasmessa. La definizione di contatto diretto è stare per più di 15 minuti, entro un metro di distanza con una persona senza alcuna barriera».

In altre parole sono tre i fattori che costituiscono un contatto diretto: «quantità, tempo e distanza. Quindi se si è in un’azienda e tutti i dipendenti hanno la mascherina, con le porte aperte e con il rispetto della distanza interpersonale, il rischio di contagio è pari a zero.

Covid e mappatura contatti

C’è una regola dell’epidemiologica che nasce nel ‘1300, «dai tempi delle grandi pestilenze. Individua il malato, separalo dai contatti e isola i contatti. Perché è fondamentale interrompere la catena di diffusione. Se c’è un dipendente positivo o sul quale hai un dubbio devi immediatamente tamponare tutti i suoi contatti. Tampone tutta l’azienda».

 

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