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Tennis in crisi Covid, i maestri: navigare a vista non ci basta

Sport in crisi per l'emergenza Covid e il tennis non fa certo eccezione: il grido di allarme dei Circoli Tennis abruzzesi.

Sport in crisi per l’emergenza Covid e il tennis non fa certo eccezione: il grido di allarme dei Circoli abruzzesi.

Decine di rappresentanti dei Circoli Tennis Abruzzesi hanno espresso grande preoccupazione riguardo la gravosa condizione lavorativa del settore, sottoscrivendo una lettera inviata alle istituzioni regionali.

“Dall’inizio del mese di marzo, il nostro lavoro è irrimediabilmente fermo. Non è possibile svolgere allenamenti, proseguire nelle attività agonistiche, consentire a giocatori amatoriali di praticare il proprio sport, nel rispetto delle norme stabilite anche dal nuovo Decreto governativo. Pur adeguandoci a tale misura e condividendo la scelta necessaria, ci troviamo ora nell’incertezza più assoluta” scrivono i rappresentanti dei Circoli Tennis regionali

“Il Tennis è una delle discipline con le minori controindicazioni per la sua pratica” sottolineano: “ciò è avvalorato dall’autorevole parere del Professor Roberto Cauda (direttore del Dipartimento malattie infettive e coordinatore dell’Emergenza Covid-19 del Policlinico Agostino Gemelli di Roma) che riportiamo: “Il Tennis si gioca a più di 20 metri di distanza. Non c’è contatto, non c’è vicinanza. In singolare neanche a dirlo, ma anche in doppio è difficile che i due compagni arrivino a distanze inferiori al metro, basta evitare scambi di intesa come il “cinque” o gli abbracci. Il Coronavirus si trasmette prevalentemente per via aerea, quindi il rischio zero non esiste. Mai, in nessun contesto. Ma possiamo dichiarare con certezza che nel Tennis, il rischio è davvero ridotto al minimo”. Il professore continua, poi, dicendo che “la pallina da tennis è un oggetto che rotola, rimbalza, scivola sulla terra, impatta violentemente contro la racchetta e la rete, quindi, non essendo un corpo statico, è agevolata nel liberarsi dalle goccioline che dovesse raccogliere”.

Il Tennis è uno sport di prevenzione e formazione dell’individuo, basato su regole e disciplina sia in campo che fuori e, specie in questo momento, risulterà per noi più semplice adattarci e far rispettare nuove norme che la situazione contingente richiede. Noi Maestri e Preparatori atletici Abruzzesi, siamo pronti a mettere a disposizione dei giocatori tutti gli eventuali dispositivi di sicurezza, durante e dopo il gioco: disinfettanti per le mani, sanificazione dei bagni, chiusura delle docce, massimo rispetto delle distanze di sicurezza previste dalla Federazione Italiana Tennis. Desidereremmo, inoltre, che tutti gli sforzi profusi negli allenamenti da parte di allievi e Maestri durante l’inverno, non fossero vanificati per la stagione in corso.”

“Dal punto di vista economico, pertanto, navigare a vista non ci è sufficiente. Non ci è sufficiente perché stiamo vedendo sgretolare la nostra condizione finanziaria con costi fissi da sostenere per le strutture sportive a cui vanno aggiunte le relative spese di gestione dalle quali non possiamo esimerci”

Gli estensori della lettera chiedono quindi ai massimi rappresentanti istituzionali abruzzesi “quali siano le intenzioni della Regione Abruzzo in merito alla riapertura delle attività sportive destinate al pubblico.

Noi, in quanto Circoli legalmente riconosciuti e autorizzati dal massimo organismo nazionale di settore FIT (Federazione Italiana Tennis) e dal CONI, ribadiamo la nostra volontà nel rispettare tutte le norme igienico-sanitarie imposte a seguito del Coronavirus, ma da parte delle Istituzioni vorremmo, vivamente, delle delucidazioni in merito ad una data di ripresa delle attività.

 

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