Attualita'

Covid, parrucchieri chiusi a maggio: “azioni eclatanti se non riapriamo”

Covid, un altro mese di stop per i parrucchieri. Monta la protesta tra gli acconciatori aquilani:"Ora basta! Sappiamo come fare per il distanziamento, fateci lavorare!".

“Siamo attrezzati per le misure di sicurezza per il Covid, non possiamo rimanere chiusi. Se non ci fanno riaprire siamo pronti ad azioni eclatanti”.

È accorato l’appello dei parrucchieri aquilani, in fermento da ieri sera dopo la conferma del prolungamento della chiusura delle loro attività per tutto il mese di maggio per il contenimento dell’emergenza Coronavirus/Covid 19.

Come i colleghi di Padova fiaccati dall’emergenza Covid che questa mattina si sono incatenati con le fascette di distanziamento, anche i parrucchieri aquilani stanno pensando di portare avanti una qualche forma di protesta pacifica ed “eclatante” per far sentire la loro voce.

Capofila Alberico D’Alessandro, hair stylist aquilano che come tutti non sta lavorando da 3 mesi.

alberico

La situazione è drammatica – spiega Alberico al microfono del Capoluogo – ci sentiamo l’ultima ruota di un carro che stenta da solo a ripartire. In questa situazione di emergenza sanitaria internazionale causata dalla diffusione del Covid sono stato in un primo momento ‘fortunato’ perchè da subito il padrone del mio locale ha bloccato l’affitto, ma arrivati a questo momento né io né i miei colleghi aquilani ce la facciamo più!”.

In queste settimane il Covid non ci ha comunque fermati  – aggiunge – ci siamo aggiornati, abbiamo comperato il materiale necessario e soprattutto abbiamo sostenuto le spese per sanificare i nostri locali e le attrezzature. Adesso basta, le istituzioni locali devono pensare che dietro di noi ci sono delle famiglie e dei bisogni, bisogna fare qualcosa e bisogna farlo subito”.

Per quanto riguarda i dipendenti, c’è chi come Alberico ha potuto anticipare la cassa integrazione ma in molti non hanno questa possibilità.

Cosa mangiamo adesso? Cosa vogliono aspettare? Abbiamo capito quali sono le misure di sicurezza e il distanziamento da tenere per contenere il Covid, ora DEVONO FARCI LAVORARE”.

Dopo il discorso del premier Giuseppe Conte di ieri sera Alberico ha inoltre scritto un post su Facebook in cui ha cercato di richiamare la Regione Abruzzo portando all’attenzione il problema.

“Buonasera Presidente Marsilio, mi chiamo Alberico D’Alessandro sono un parrucchiere e titolare di un salone all’Aquila con 4 dipendenti. Come tutti i miei colleghi ero consapevole che la mia categoria non sarebbe stata la prima a riaprire ma mai mi sarei aspettato un rinvio così lontano nel tempo come l’1 giugno. Credo che l’emergenza Coronavirus/Covid debba essere vissuta da tutti con coscienza, responsabilità e senso di sacrificio. Ma allo stesso tempo credo che una regione come l’Abruzzo e soprattutto una città come L’Aquila abbiano dimostrato senso civico e rispetto delle regole. Nella nostra città da oltre due settimane non si registrano nuovi casi ed i pochi presenti sono tutti circostanziati e datati. Le chiedo la possibilità di prevedere differenziazioni per le aree meno colpite al fine di permettere un ritorno alla normalità e soprattutto per contribuire a rimettere in moto l’economia di una città e di una Regione che di catastrofi ne sta vivendo fin troppe”.

Differenziare a seconda delle aree meno colpite dal Covid e aprire subito, Alessandro Conversi

“Sono ore che siamo in contatto con i colleghi e penso proprio che finiremo per organizzare qualcosa di ‘eclatante’ perchè siamo rimasti fuori dai giochi, come se non esistessimo. I contagi e la diffusione del Covid all’Aquila sono stati arginati grazie al prezioso lavoro di medici e sanitari, ora abbiamo bisogno di ripartire”, spiega Alessandro Conversi, acconciatore aquilano titolare del negozio I parrucchieri Accademy.

alessandro conversi

Alessandro si tiene occupato con la didattica online della sua accademia e intrattiene le clienti con dei video/tutorial su come sistemarsi in casa ma, come tutti, è dell’idea che un altro mese di chiusura “è veramente troppo!”.

Alessandro Conversi è il parrucchiere con le braccia lunghe 77 cm, che aveva già sottolineato al Capoluogo nei giorni scorsi, il dramma del momento a causa dell’emergenza Covid.

“Eravamo organizzati già prima della pandemia perchè avendo quasi 300 mq di spazio e siamo quindi organizzati per avere le giuste distanze. Certo, le tempistiche per il servizio si allungheranno. Lavorare con la mascherina non è facile ma soprattutto parliamo un momento delle distanze: mi sono voluto misurare le braccia e sono lunghe 77 cm, a queste non posso fare delle aggiunte”, aveva spiegato Alessandro nei giorni scorsi al Capoluogo.

banner_doc

“Rischiamo di far sparire una categoria intera fatta di estetiste e parrucchieri che campano di questo e basta in alcuni casi sostenendo anche le spese di partita Iva, utenze e affitti, come nel caso dei titolari”, chiarisce adesso.

“Se non ci fanno aprire subito è il momento di scendere in strada e farsi sentire – aggiunge – cercando di sensibilizzare le istituzioni locali e la Regione Abruzzo. La conformazione del nostro territorio ci ha reso un’oasi ‘felice’ in questo momento: i contagi da covid sono praticamente a zero da giorni, se ci atteniamo alle disposizioni almeno cerchiamo di rientrare piano piano di tutte le spese sostenute in questi mesi di chiusura”.

Un altro mese di chiusura rischia di mandare a monte una categoria molto sensibile di persone: siamo artigiani che campano solo del proprio lavoro e che si è formata negli anni con grande dispendio di energie e risorse”.

Un altro aspetto che Alessandro ha voluto sottolineare è anche il ruolo quasi “psicologico” del parrucchiere: “le clienti ci chiamano in continuazione, vogliano sentirsi a posto, anche solo per stare in casa, perchè sappiamo tutti che il Covid non sparirà il 4 maggio,  ma capiamo tutti perfettamente quanto sia importante per il proprio benessere psicofisico guardarsi allo specchio e vedersi belle in un momento di grande solitudine: i capelli fatti ridanno dignità”.

“Poi voglio dire una cosa: lo avete visto Conte in tv? E le ministre? Hanno tutti i capelli in ordine e curati… Mi vogliono far credere  che al presidente del Consiglio ci pensa la moglie? A Montecitorio barbieri e parrucchieri hanno continuato a lavorare stipendiati… Non è giusto che nella stesa categoria si facciano queste differenze, considerando anche chi ha portato avanti il proprio lavoro a nero nonostante i divieti”, conclude.

Covid e chiusure parrucchieri: “stiamo bloccando la storia di una professione”.

“Siamo a posto con mascherine, sanificatori e locali igienizzati: è ora di riaprire, basta!” Questo lo sfogo di un altro parrucchiere aquilano, sentito dal Capoluogo che ha preferito rimanere anonimo

“2 mila euro per sanificatori e dispencer, 400 euro per igienizzare le spazzole. Quanto altro dobbiamo indebitarci? Sono 3 settimane che all’Aquila l’emergenza Covid è sotto controllo, se non ci fanno riaprire rischiamo di affogare. Io adoro il mio lavoro, faccio questo da sempre, così facendo stiamo bloccando la storia di una professione perennemente bistrattata dalle istituzioni”.

Covid e riapertura a giugno, Andrea Cossu: “se tutto va bene… “

Andrea cossu

“Ci dicono l’1 giugno, che è lunedì, poi il 2 è festa… se ne parla il 3: Rido per non piangere“, è il commento al Capoluogo di Andrea Cossu che gestisce un salone in città Ac parrucchieri, sulla ss17 insieme alla compagna Agnese Caruso.

“Perché nella peggiore delle ipotesi ci viene da pensare, ‘a giugno se tutto va bene’. Perché effettivamente ironizzandoci su e augurandoci il contrario potrebbe anche slittare a settembre. Spostare la data non ha senso perché a giugno non sarà tutto finito per magia, magari fosse così, e saremo costretti a lavorare comunque in condizioni anormali”, spiegano Andrea e Agnese.

“Ma giugno o settembre che sia, quello che ci aspettavamo ieri al di là della data di apertura, erano delle direttive chiare su gli aiuti economici, quali saranno i DPI e le misure obbligatorie da seguire in salone per contenere un’eventuale ricaduta del Covid”.

“Perché ogni giorno ci vengono proposte da fornitori decine di soluzioni improbabili e forse speculative! Vogliamo sapere OGGI cosa ci servirà per non trovarci impreparati domani. Noi abbiamo già provveduto alla sanificazione del locale, si vociferava di riaprire a metà mese, questo ci aspettavamo tutti noi della categoria. Tutti siamo in difficoltà con le scadenze, ma cerchiamo di essere comunque positivi e speriamo che la situazione migliori da qui al primo di giugno. Non vediamo l’ora di tornare operativi in salone per prenderci cura di voi”, concludono.

“Il Covid rischia di metterci in ginocchio”, Teresa Mastrantonio e Christian De Felice

“Dopo aver ascoltato il presidente Conte, siamo rimasti abbastanza basiti perché ci aspettavamo una ripresa delle nostre attività precedente al primo giugno; non riteniamo giusto trattare tutte le regioni ed in particolare tutte le città in modo uguale: L’Aquila a 0 casi da molti giorni e non può essere paragonata a Bergamo dove ci sono stati e ci continuano ad essere migliaia di morti”, è il commento di Christian De felice e Teresa Mastrantonio titolari di un salone storico in città, su via Garibaldi.

via garibaldi parrucchieri

Teresa e Christian sono fermi come tutti da marzo, il locale è di proprietà ma le spese sono state ingenti.

“Il nostro settore comincia a risentire pesantemente. L’emergenza Covid ha scavallato il settore sanitario e sta attaccando il sistema economico di tutto un Paese. Tanti colleghi hanno difficoltà di liquidità perché devono pagare affitti esosi è più si protrae questo stop delle attività e meno attività avranno la forza di andare avanti”, spiegano.

“Sopravvivere per molti sarà sempre più difficile; i nostri dipendenti ancora non percepiscono la cassa integrazione e i tempi per i prestiti (che ci serviranno per pagare le tasse sospese e non annullate di questo periodo) sono lunghi”, aggiungono.

“Siamo sempre incastrati da queste lungaggini burocratiche. La speranza è che dopo tutta questa attesa, ci faranno rialzare le nostre serrande con restrizioni nel rispetto della sicurezza ma non troppo oppressive, altrimenti non riusciremo a far fronte neanche ai costi”, concludono.

CORONAVIRUS, CONFARTIGIANATO: “INACCETTABILI 3 MESI DI STOP PER ACCONCIATORI ED ESTETISTI

Associazione Chieti L’Aquila: “Perdite per decine milioni di euro e migliaia di posti di lavoro a rischio. Così si alimenta l’abusivismo”.

“Incomprensibile e inaccettabile”. Così Confartigianato Chieti L’Aquila definisce la decisione del Governo di rinviare al primo giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici.

Concreto, secondo l’associazione, il rischio di ripercussioni sull’occupazione, in un settore che in Abruzzo dà lavoro a migliaia di operatori.

La perdita economica, secondo le stime dell’associazione, è di svariate decine di milioni di euro, pari al 20% circa del fatturato annuo. Oltre ad una crescita esponenziale del fenomeno dell’abusivismo, il rischio, ora, è che molti addetti non ce la facciano a ripartire.

“Il 4 maggio saranno nove settimane di chiusura. E’ impensabile chiedere di stare fermi altre quattro settimane – afferma il presidente Confartigianato Acconciatori Chieti L’Aquila, Denis Iezzi – Tutto questo non farà altro che alimentare il sommerso, sia perché i clienti non vogliono più attendere sia perché gli operatori non riescono più a reggere dato che lo Stato non li aiuta. Di conseguenza c’è chi è disposto a correre rischi”.

“La decisione di attendere il primo giugno è inaccettabile ed incomprensibile. Ci dicono che dobbiamo abituarci a convivere con il virus, ma allora perché aspettare un altro mese? Ci insegnassero a convivere con il Covid-19. Con senso di responsabilità abbiamo elaborato tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, igiene e sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente il lavoro, ma della cui importanza siamo consapevoli. Il primo giugno – aggiunge – cosa potremo fare di più rispetto ad oggi? E’ inammissibile”.

E’ fondamentale, a questo punto, inasprire i controlli contro l’abusivismo e cercare di arginare quanto più possibile il lavoro sommerso. La nostra associazione, su tutti i livelli, dal nazionale a quelli locali – conclude Iezzi – non resterà in silenzio e farà la sua parte”.

CNA e Emergenza Covid: “il governo anticipi la riapertura, sennò rischio chiusure, licenziamenti e lavoro nero”.

Come afferma la CNA Nazionale in una nota di questa mattina, “desta sconcerto e rabbia il fatto che nel Dpcm del 26 aprile non si faccia alcuna menzione a una possibile data di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica. L’ennesima dichiarazione in conferenza stampa del presidente del Consiglio, che lascia intendere uno slittamento del riavvio di tali attività a giugno, è intollerabile”.

“Rappresenta una condanna a morte per l’intero settore”.

A dar voce in Abruzzo alla delusione del settore è la presidente regionale di CNA Benessere e Sanità, Angela Rita Barone, che dice: “Si tratta di un annuncio che ci lascia senza parole, alla luce del fatto che attività che pure hanno rapporto con il pubblico potranno riavviare prima il lavoro; ma soprattutto perché metterà in ginocchio una categoria già colpita duramente, con le prevedibili conseguenze in termini di chiusura di attività, licenziamenti di dipendenti, fiorire di lavoro nero e irregolare con tanti saluti alle tanto invocate regole in materia di tutela della saluti. Per questo chiediamo al governo di lanciare un messaggio immediato rassicurando le imprese sulla definizione di una prossima, e certa, riapertura!”.

“Eppure in queste settimane di emergenza Covid – accusa la Barone – abbiamo lavorato per capire come rimettere in moto le nostre attività, come seguire scrupolosamente le indicazioni dei protocolli sulla sanificazione, sul distanziamento, sull’uso di materiali compatibili: del resto, è nostra tradizione da sempre lavorare con materiali sterili e monouso”.

“E invece ci arriva invece uno schiaffo sonoro che penalizza noi, certo, ma anche i cittadini che dopo il lungo lockdown hanno la sacrosanta esigenza di tornare a curare la propria persona”.

CNA Benessere e Sanità, infine, chiede con forza alla Regione e ai Comuni di sostenere in Abruzzo la categoria.

“E’ sotto gli occhi di tutti che la nostra è quella più penalizzata: prima per la difficoltà di veder applicate le misure di sostegno al reddito concesse ad altri, e in ragione del fatto che saremo gli ultimi a ripartire: ed è per questo che ci attendiamo un sostegno adeguato per tutto questo, non una elemosina, con consistenti aiuti a fondo perduto. A partire dal blocco totale e a tempo indeterminato di tutte le tasse e le imposte locali che gravano sulla nostra categoria”.

g8

leggi anche
parrucchieri
Ripartenza post covid
Covid e parrucchieri, più controlli su abusivi e linee guida per ripartire
parrucchieri
Attualita'
Coronavirus e parrucchieri, fase 2: sos distanza di sicurezza
via garibaldi parrucchieri
Centro storico
Riapre in centro Via Garibaldi Parrucchieri
scuola guida
Attualita'
Covid e Fase 2, autoscuole chiuse: settore in ginocchio
parrucchieri
Riaperture
Parrucchieri ed estetisti riaprono il 18 maggio in Abruzzo, è ufficiale
Ama
Attualita'
L’Aquila, boom prenotazioni per parrucchieri e estetiste
parrucchiere
Marsica
Fase 2 a Tagliacozzo, parrucchieri aperti fino a mezzanotte
parrucchieri academy
Fase 2 e commercio
Parrucchieri, si riapre: “salto nel buio ma faremo il possibile”
Alberico d'alessandro
Vaccini covid 19 l'aquila
Hair stylist Alberico D’Alessandro: nel suo salone tutti vaccinati