Coronavirus e turismo

Coronavirus, turismo e piccoli comuni: ultima chiamata

Nella fase 2 dell'emergenza Coronavirus il ruolo dei piccoli borghi per un nuovo turismo. L'ultimo treno per valorizzare le aree interne.

La fase 2 dell’emergenza Coronavirus fondamentale per far ripartire i piccoli comuni. Forse l’utima chance.

Spopolamento e distanza sociale, gli ormai storici problemi dei piccoli borghi delle aree interne appaiono come opportunità in vista della fase 2 dell’emergenza Coronavirus, durante la quale il turismo dovrà per forza ripartire da piccole realtà che garantiscono un certo grado di “solitudine”, ma per farlo bisognerà che il territorio si faccia trovare pronto.

“Abbiamo sempre lavorato in questo senso – ha spiegato il sindaco di Fagnano Alto, Francesco D’Amore, a IlCapoluogo.it – e da subito abbiamo valutato con interesse e sostenuto la proposta di Paolo Setta del gruppo Il bosso sul bonus turismo per le vacanze in Abruzzo. Si tratta di una proposta positiva e concreta che sto supportando in tutte le sedi, ma naturalmente occorrerà valutare con la Regione e gli altri enti i finanziamenti da poter mettere in campo. È un treno che non possiamo perdere, perché molte attività rischiano di non riaprire”.
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“In questa circostanza – ha aggiunto il sindaco D’Amore – un turismo esperienziale come il nostro è quello che ha maggiori possibilità; nei prossimi anni, infatti, proprio a seguito della pandemia si tenderà ad evitare villaggi turistici e luoghi di grandi assembramenti, per cui c’è la grande opportunità per il turismo dei nostri piccoli borghi. Però bisogna essere pronti e capire come ridurre le capacità ricettive, in modo che le attività non siano costrette a chiudere. Inoltre bisognerà verificare quali saranno i protocolli che permetteranno la ripresa del turismo.

Turismo ed economia, Laurini: “Valorizzare i piccoli borghi, anti-Covid per eccellenza”.

Che la crisi economica innescata dall’emergenza Coronavirus rappresenti una occasione di rilancio ne è convinto anche l’ingegner Laurini, di Unirest: “L’Italia è una nazione unica al mondo, tutto quello che riusciamo a fare noi entro i nostri confini, difficilmente riescono a farlo le altre nazioni, in termini qualitativi. Non si tratta di alzare muri, ma di far sapere a tutti quelle che sono le peculiarità della nostra nazione. L’altro aspetto è quello di valorizzare il nostro patrimonio abitativo dei piccoli borghi, che sono un distanziatore sociale naturale e anti-Covid per eccellenza. Bisogna però migliorare la viabilità e contestualmente realizzare le cosiddette autostrade informatiche. Così i piccoli borghi saranno più attrattivi e oltre a valorizzare l’Abruzzo andremmo a decongestionare le città e a integrare il sistema turistico costa-interno, che non deve più essere in contrapposizione”.

Coronavirus, rilancio del turismo montano nel Parco nazionale d’Abruzzo nella fase 2: Alfedena.

Alfedena è un piccolo borgo incastonato nel Parco Nazionale d’Abruzzo dalla grande vocazione turistica; “graziato” come tanti altri piccoli paesi dai contagi da Coronavirus, sta già pensando a cosa fare per ripartire, dalla fase 2.

Il Capoluogo ha sentito il vice sindaco, Luigi Milano, impegnato in questi giorni di emergenza, come operatore al pronto soccorso di Castel di Sangro.

“Se l’aspetto sanitario è sotto controllo – spiega il vice sindaco – siamo ancora in difficoltà per capire da dove ripartire dopo. Sappiamo affrontare l’emergenza sanitaria, ma non è chiaro come strutturare quella economica”.

“Da Alfedena, al territorio del Parco passando per l’Italia intera, c’è una forte vocazione turistica. Penso davvero che le nostre aree interne saranno avvantaggiate anche per la conformazione naturale e soprattutto perchè il nostro è un turismo diverso e non di massa”, chiarisce.

Per il vice sindaco, adesso, bisogna pensare innanzitutto alla “terapia per ridare linfa alle attività produttive. “Ci sono problemi che dobbiamo capire come risolvere, se continueranno alcune restrizioni,  se non si muove il turismo estero, il danno ci sarà!”.

Effettivamente, osservando i dati sugli afflussi turistici nel Parco nazionale, è evidente come una grossa quota importante provenga dai turisti esteri. “Guardiamo in particolare alla Germania – aggiunge Milano – perché sono quelli che apprezzano di più le montagne e le aree interne”.

“Dobbiamo vedere adesso cosa accadrà per quanto riguarda la mobilità e da lì, come amministrazione, possiamo muoverci “.

“A livello di bilancio stiamo studiando misure a favore delle attività produttive, preventivando una riduzione dei tributi e delle tasse sulla spazzatura ed eliminare se possibile la tassa sull’occupazione del suolo pubblico, cercando così di ridurre i costi per le attività commerciali che sono fortemente penalizzate dal permanere della situazione di distanziamento sociale”.

Un tema che preoccupa l’amministrazione alfedenese e che riguarda tutto il comprensorio è quello delle manifestazioni estive: concerti, serate all’aperto o le stesse sagre che sono non solo un forte attrattore ma anche una fonte di sostentamento per le associazioni.

“Il Coronavirus ha creato delle ripercussioni anche nei confronti delle associazioni come Pro loco o sci club. Fare adesso  un programma di manifestazioni estive è un terno al lotto. Questo era il periodo dell’anno in cui si contattavano e prenotavano i gruppi. Siamo in grossa difficoltà e non sappiamo cosa fare”, conclude.

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