L'intervista

AIRC non si ferma, la ricercatrice aquilana Anna Maria Teti in prima linea

La ricerca AIRC al tempo del Coronavirus, Anna Maria Teti: "Abbiamo rispolverato l’attitudine positiva che ci siamo imposti dopo il terremoto".

La ricerca della Fondazione AIRC ai tempi del Coronavirus, l’intervista alla ricercatrice aquilana Anna Maria Teti: “Abbiamo rispolverato l’attitudine positiva che ci siamo imposti dopo il terremoto”.

“Ripartire dalla fiducia nella ricerca per garantire un accesso universale alla salute“, queste le parole d’ordine dell’AIRC,  da oltre 50 anni è in prima linea a sostegno della ricerca oncologica portando un beneficio tangibile per il sistema della sanità del Paese. Un impegno rafforzato con convinzione anche nel fronteggiare l’emergenza Covid-19 attraverso la donazione straordinaria di 1 milione di euro alla Protezione Civile nazionale per tutelare i pazienti oncologici, i medici e il personale sanitario e con la divulgazione costante di informazioni puntuali per i pazienti colpiti da cancro e per le loro famiglie.

“L’emergenza – spiega Pier Giuseppe Torrani, Presidente di Fondazione AIRC – sta dimostrando il grande valore della sanità pubblica, dei suoi medici, degli operatori sanitari, ma allo stesso tempo mette in evidenza la drammatica sottovalutazione degli investimenti necessari per garantire prestazioni e strumentazioni, dispositivi per la protezione individuale, il necessario innesto di nuove figure professionali per garantire una risposta adeguata alla richiesta. Oggi, accanto all’impegno per rafforzare la sanità pubblica, siamo chiamati a disegnare una strategia che preveda investimenti rilevanti nella ricerca scientifica che, ora più che mai, sta dimostrando di essere il cardine attorno al quale ruoterà il nostro futuro”.

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AIRC, la ricerca che parla anche aquilano con la professoressa Anna Maria Teti. L’intervista.

Con i 5300 scienziati della Fondazione, c’è anche la professoressa Anna Maria Teti, ricercatrice AIRC dell’Università degli Studi dell’Aquila, che guida un progetto di ricerca AIRC quinquennale focalizzato sulle caratteristiche staminali delle cellule dormienti del cancro al seno. Il focus del progetto è la comprensione dei meccanismi che inducono la dormienza nell’osso delle cellule del tumore al seno lì giunte mediante la circolazione del sangue. Queste conoscenze potranno far identificare nuovi metodi di cura del tumore al seno. Di seguito l’intervista alla ricercatrice aquilana su zonalocale.it.

Che impatto ha avuto l’emergenza sanitaria COVID nella sua vita professionale e personale?

La mia vita professionale è continuata tramite smart working, solo con qualche piccolo disagio. La mia vita personale è stata riorganizzata, ma con un po’ di buona volontà la famiglia ha raggiunto un ottimo punto di equilibrio consentendo ad ognuno di svolgere le proprie attività con serenità. La rinuncia alla socializzazione è ancora sopportabile, nella speranza di una ripresa delle attività normali in tempi non lunghissimi. La nota positiva è la ripresa di molti contatti personali per via virtuale, i quali hanno evidenziato un grande senso di responsabilità e di rispetto reciproco.

anna maria teti

Quale impatto ha avuto sullo svolgimento dei progetti di ricerca e come lo state gestendo?

L’emergenza ha interrotto completamente tutte le nostre attività sperimentali, anche quelle in corso, costringendoci a chiudere il laboratorio, il cui accesso è attualmente impedito a tutti i dottorandi e borsisti, mentre resta possibile, con scaglionamento, a singoli ricercatori strutturati ma solo per rapidi controlli dello stabulario e delle attrezzatura collegate alla rete elettrica. Ciò ha provocato un senso di disorientamento, soprattutto fra i più giovani, che stiamo risolvendo mediante attività non sperimentali preparatorie per il rientro ed incontri scientifici telematici. In quest’occasione abbiamo rispolverato l’attitudine positiva che ci siamo imposti dopo il terremoto che ha colpito L’Aquila, sede della nostra Università, che all’epoca si rivelò fondamentale per un rapido recupero delle attività. Dovendo fare di necessità virtù, questi sono momenti di grande disagio che però fanno emergere l’attitudine costruttiva e mai rinunciataria dei ricercatori, fra i quali bisogna annoverare tutti coloro che sono finanziati da AIRC.

Cosa le ha insegnato questa emergenza e quale opportunità coglie per il futuro?

Quest’emergenza ha ribadito che nella vita e nella ricerca non bisogna mai arrendersi e che in questi tragici momenti si impara a gestire le proprie emozioni, si trovano le soluzioni migliori e si riscoprono le giuste priorità della vita. In questo contesto, sentirsi parte della comunità di scienziati finanziati dall’AIRC mi ha resa più forte e consapevole del privilegio che mi è stato concesso nella selezione dei nostri progetti. L’emergenza mi ha anche insegnato che non bisogna dimenticare che i malati oncologici, già di per se così fragili, hanno bisogno dei medici e delle cure anche in piena emergenza COVID-19. Un appello quindi affinché gli ospedali e i medici continuino la loro assistenza oncologica e li sostengano clinicamente e psicologicamente. AIRC è in prima linea in questo contesto e noi scienziati siamo con loro.

AIRC, la forza della ricerca e l’importanza del sostegno.

AIRC guarda già alle sfide dei prossimi mesi, forte di oltre 50 anni di fiducia dei suoi sostenitori nel lavoro dei suoi ricercatori. L’impegno prioritario della Fondazione è garantire continuità alla ricerca oncologica per fornire le giuste risposte a tutti i pazienti con diagnosi sempre più precoci e terapie personalizzate, più efficaci e meglio tollerate. Un obiettivo da perseguire attraverso il rafforzamento del Piano Scientifico Strategico triennale che prevede, tra le altre attività, il lancio di un nuovo programma speciale multi unità, il consolidamento delle relazioni internazionali già avviate, l’investimento in ricerca clinica indipendente e il sostegno alla carriera dei giovani scienziati più promettenti.

Per rafforzare il suo messaggio, AIRC lancia una campagna con l’hashtag #HOFIDUCIANELLARICERCA per sottolineare la centralità della ricerca scientifica perché l’invisibile, ma fondamentale lavoro dei ricercatori oggi, diventi il futuro di tutti domani. Fiducia confermata dagli italiani anche con il 5×1000: sono state ben 1.669.110 le scelte espresse nelle dichiarazioni dei redditi del 2018 per sostenere Fondazione AIRC (Fonte: L’Agenzia delle Entrate 3 aprile 2020).

È possibile garantire continuità al lavoro dei ricercatori con una donazione:
– con tutte le carte di credito su airc.it o chiamando un operatore AIRC al numero verde 800 350 350 (Attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle 19.30);
–  chiamando il 4 5 5 2 1 da telefono fisso per donare 5 o 10 euro o inviando al 4 5 5 2 1 uno o più SMS del valore di 2 euro (Fino al 31 agosto dona 2 euro con un SMS al 45521 dal tuo cellulare personale Wind Tre, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali oppure chiama il 45521 per donare da telefono fisso 5 euro con TWT, Convergenze e PosteMobile, oppure 5 o 10 euro con TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb, Tiscali).

QUI il link alla pagina della Raccolta Fondi AIRC.

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