La testimonianza

Coronavirus, quella Padova che aiutò L’Aquila ora lotta

1400 volontari partirono, all'indomani della scossa del 6 aprile 2009, da Padova in aiuto dell'Aquila. Oggi anche Padova lotta contro il coronavirus. La testimonianza.

Ieri la corsa in soccorso dell’Abruzzo aquilano ferito dal sisma. Oggi la lotta contro il coronavirus. Padova combatte, “con dignità e coraggio”. La testimonianza.

Ieri sta per 11 anni fa. Esattamente il 6 aprile 2009 più di un migliaio di volontari della Protezione Civile di Padova partivano alla volta dell’Aquila. Prima destinazione Rocca di Cambio.

C’erano macerie da scavare, persone da soccorrere, aiuti da portare. Oggi sta per 2020 e per la pandemia che si è scatenata sul mondo. Padova e L’Aquila non fanno eccezione.

È una battaglia che lega un territorio a un altro, il padovano all’aquilano. Non solo perché quella contro il coronavirus è una guerra ormai universale, ma anche per quanto successe 11 anni fa.

Da pochi giorni L’Aquila ha commemorato le 309 vittime del sisma. Un’emergenza che vide il Veneto correre, tra le prime regioni in assoluto, in soccorso dell’Abruzzo e del suo capoluogo, colpito al cuore.

“Una settantina di vigili del fuoco e una trentina di automezzi sono già partiti dal Veneto per l’Abruzzo colpito dal terremoto ma il contingente regionale è destinato ad aumentare. Il comando interregionale di Padova, che ha competenza anche per Trento e Bolzano, sta organizzando di un’altra colonna. «Domani – riferisce l’assessore Donazzan – partirà un primo contingente di volontari che andrà via via ingrossandosi secondo le esigenze e le turnazioni che verranno stabilite di volta in volta dal coordinamento nazionale». Tutti i comandi provinciali dei vigili del fuoco del Veneto hanno fornito uomini e mezzi, tra cui sistemi cerca persone. È già in viaggio verso le zone terremotate una colonna mobile allestita dalla Protezione Civile regionale per realizzare una «cittadella» che accoglierà 200-250 persone rimaste senza casa“.

Questa la task force – come riportava il Corriere del Veneto all’indomani della scossa – attivata per gli aiuti straordinari a L’Aquila.  

Da Padova, in particolare, gli aiuti giunsero diretti a Rocca di Cambio. Come raccontato dal Responsabile volontario della Protezione Civile Francesco Perlini, nello Speciale Abruzzo e Noi, a cura del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.

“Nel 2009 in Abruzzo ho vissuto la mia prima esperienza come responsabile di campo – spiega Perlini – Dalla prima chiamata, ricevuta il 6 aprile, furono 1400 i volontari dall’intera provincia di Padova ad alternarsi nella gestione di ben quattro campi all’interno del COM4 (Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Colle di Roio e Pianola). […] Con le persone si era instaurato, col tempo, un rapporto molto stretto e dopo la mia seconda permanenza a Rocca di Cambio è stato difficile andarsene”.

Nessuno avrebbe immaginato, forse, che undici anni dopo l’emergenza – sanitaria questa volta – sarebbe stata ovunque e che sarebbe partita dal Nord. In quella Lombardia confinante con un territorio che non si abbatte e che combatte, anche con la forza del silenzio.

Coronavirus, la testimonianza da Padova

Strade deserte. La Padova che fa i conti con la pandemia si presenta spoglia: di traffico, di cittadini in giro per commissioni e impegni di ogni genere, di vita quotidiana, costretta dentro le pareti delle case. Tutto questo non c’è più e non ci sarà almeno per un po’.

“Le giornate seguono lo stesso copione. Le strade sono vuote ed è una sensazione strana per la città. L’atmosfera è surreale”, spiega Sara Orlandini alla redazione del Capoluogo. Sara ha 24 anni ed ha vissuto la sua Padova in quarantena per diversi giorni, prima di tornare a Roma dove studia Giornalismo.

“Padova, da città universitaria, pur non essendo molto grande è in genere abbastanza affollata. Ora, con tutti i negozi chiusi si sta vivendo un momento unico, come in tutta la nazione. Certo è che marciapiedi e strade deserti sono indice di un rispetto delle regole che ci rende orgogliosi… nonostante ci sia sempre qualche eccezione: non manca mai chi non dà affatto il buon esempio. C’è ancora, purtroppo, chi esce quotidianamente senza rinunciare alla sua corsetta“.

Controlli serrati in tutto il territorio da parte delle Forze dell’Ordine. “Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, c’è un dispiegamento di forze totale. Numerosi i posti di blocco, per le attività di controllo straordinario. Non si fanno sconti”.

supermercati Padova

Affollati, invece, i supermercati. Le misure adottate per limitare i rischi di contagio hanno spinto, anche in Veneto e a Padova in particolare, alla corsa alla spesa. “I reparti fortunatamente sono forniti. La situazione era degenerata subito dopo la dichiarazione dello stato di Zona Rossa, quando la paura degli spostamenti vietati ha creato il panico tra la gente. Nelle settimane successive la situazione è tornata regolare, per quanto possibile. Nonostante non manchino beni di prima necessità nei supermercati, agli ingressi si creano code molto lunghe e relativi disagi“.

Intanto i medici e sanitari lavorano in trincea. Turni extra, non si risparmiano, mentre si susseguono appelli alla popolazione, per non vanificare lo sforzo di chi ogni giorno combatte in ospedali diventati, all’improvviso, veri campi di battaglia. “Padova lotta. Tutti noi, rispettando le regole possiamo fermare il diffondersi del virus: nessuno si tiri indietro. È una questione di umanità”.

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