La vicenda

Coronavirus, senza acqua e senza cibo all’Hotel Cristallo

Coronavirus, primo giorno catastrofico all'Hotel Cristallo per i pazienti trasferiti, rimasti senza acqua e cibo. La Protezione Civile: "Un disguido con la Asl1”.

Coronavirus, drammatico il primo giorno dei pazienti trasferiti ieri sera all’Hotel Cristallo. “Pazienti abbandonati al freddo, senza acqua e senza cibo”, ma la Protezione Civile rassicura: “Solo un disguido con la Asl”.

Coronavirus, questa mattina avevamo dato notizia del trasferimento dei primi pazienti, risultati positivi al Covid-19, all’Hotel Cristallo, la struttura alla base della funivia di Campo Imperatore. I primi tre pazienti sono stati trasferiti ieri sera (giovedì 26 marzo, ndr) alle 21:30 dall’ospedale dell’Aquila, dove erano ricoverati. 

I pazienti si sarebbero ritrovati in ambienti non riscaldati in modo idoneo, senza nessuno che lo assistesse ma, soprattutto senza cibo e acqua. La Asl avrebbe dovuto estendere i contratti vigenti con le aziende preposte anche per la nuova struttura, individuata per la degenza dei positivi dimessi.

Di fatto questa mattina i pazienti non hanno ricevuto nemmeno la colazione e hanno fatto giungere il loro grido di denuncia alle famiglie ed al loro sindaco.

La denuncia sull’abbandono dei pazienti è giunta da Collarmele. Il primo cittadino Antonio Mostacci ha scritto:

“Qualcuno deve spiegare: due nostre cittadine dimesse dall’ospedale di L’Aquila positive al COVID, prelevate nottetempo e portate in un albergo a Campo Imperatore, sono state messe in una stanza, fredda, senza ricevere alcuna istruzione. Stamattina si alzano, senza colazione, senza acqua, senza che nessuno si sogni di contattarle, ad ora senza pranzo. Ma cosa state facendo, un po’ di umanità ce l’avete? Provo un senso di rabbia e di vergogna totale”.

Ilcapoluogo.it ha contattato il sindaco Pierluigi Biondi per avere informazioni al riguardo e il primo cittadino ha spiegato che “la gestione della struttura è in capo alla Protezione Civile Regionale, che a sua volta ha  un accordo con la Asl1 per l’erogazione di questi servizi.

A noi è stato chiesto unicamente di provvedere alla sanificazione degli ambienti, che il Comune dell’Aquila ha già effettuato. Tutto ciò che compete la ristorazione e altri servizi è a carico della Protezione Civile”. La stessa Protezione Civile ha chiarito subito i problemi che hanno causato disagi ai primi trasferiti: “È tutto risolto: c’è stato un disguido tra la ASL e la ditta distributrice dei pasti”. Lo ha spiegato Silvio Liberatore, dirigente del Servizio Emergenza della Protezione Civile regionale, alla nostra redazione.

Coronavirus, non solo una denuncia

Intanto la denuncia del primo cittadino Mostacci ha incontrato, fin da subito, lo sdegno di tanti. Molti i commenti via social di solidarietà alle pazienti. La segnalazione, nata via social da una stretta familiare delle due collarmelesi trasferite all’Hotel Cristallo, è stata diffusa in una nota stampa anche da Lucia Ottavi di San Benedetto dei Marsi, comune limitrofo a Collarmele.

«Si chiama Laura, è di Collarmele (AQ) e dal 16 marzo 2020 è costretta a vivere lontana dai suoi cari. La madre e la sorella sono infatti risultate positive al Covid-19 e trasferite immediatamente a L’Aquila, presso l’ospedale del G8. Ieri sera, date le migliori condizioni di salute, i sanitari hanno ritenuto opportuno trasferire le due donne in un hotel situato a Campo Imperatore. Questo il messaggio di denuncia di Laura, pubblicato sul suo profilo facebook».

“Intendo mandare un messaggio di denuncia, per far aprire gli occhi a tutti su quello che sta succedendo nel nostro territorio. Ieri sera, intorno alle 21:30, mia madre, mia sorella e un altro ragazzo che si trovavano ricoverati a L’Aquila (G8) sono stati trasferiti in un Hotel a Campo Imperatore. Lasciando correre il fatto che delle persone malate, debilitate, in via di guarigione a mio parere non dovrebbero essere spostate di notte con il freddo che ci accompagna in questi giorni, in un albergo distante un’ora da L’Aquila, pensavamo che il gioco valesse la candela, ma ci sbagliavamo di grosso! Arrivati in hotel la situazione è apparsa da subito surreale. L’ hotel era completamente al freddo per i
primi 2 piani e gli unici termosifoni accesi erano quelli dell’ultimo piano. Le stanze non presentavano il minimo conforto, per il freddo sono dovuti andare in altre stanze a “rubare” coperte. Non c’è un infermiere, non c’è un dottore, non c’è una minima figura ospedaliera che possa intervenire in caso di bisogno. Non hanno lasciato nemmeno un numero di telefono da contattare, né un termometro per la misurazione della febbre. Lasciati così, allo sbaraglio, stamattina non hanno ricevuto né cibo né acqua. Nei bagni non c’è nemmeno il phon, loro che si erano illusi di riuscire a fare una doccia dopo 15 giorni! E niente, questa è la situazione che devono affrontare delle persone già altamente provate dalla malattia. Ditemi voi se è normale!”

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