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Coronavirus, dopo Giulia anche Camilla fugge dagli Usa

Dopo Giulia, anche Camilla fugge dall'America a causa del Coronavirus. La lettera al Capoluogo del papà.

Dopo Giulia Pignataro, la veterinaria aquilana fuggita dall’America a causa del Coronavirus, torna a casa anche Camilla.

La situazione in America è precipitata negli ultimi giorni, anche lì sono aumentati i cadi di contagio e la gente si è messa in fila per comperare non solo generi alimentari ma anche armi e munizioni.

I genitori di Camilla sono molto preoccupati per la loro ragazza che si trova in Virginia per motivi di studio; così come lo sono stati i genitori di Giulia, che è riuscita a tornare in Italia dopo 2 giorni di viaggio.

Sono tanti i ragazzi italiani che stanno rientrando dall’America in queste ore, preoccupati dalla situazione, anche per il sistema sanitario americano.

Di seguito la lettera inviata al Capoluogo dal padre di Camilla:

leggo con costernazione la notizia riportata oggi dal quotidiano La Repubblica, secondo la quale in USA è corsa alle armi e dunque sono tutti in fila negli Stati più colpiti per acquistare armi e munizioni. Dunque, continua l’articolo, mentre il resto del mondo si prepara a combattere questa guerra, così come l’ha definita ieri anche il Presidente francese Macron, con la corsa all’acquisto di mascherine, guanti, disinfettanti, approvvigionamenti alimentari, in America succede anche un’altra cosa, inaspettata anche per chi ci vive da decenni: la coesa all’acquisto di armi, mentre il resto del mondo si prepara con disinfettanti, alcol e approviggionamenti alimentari, in America succede anche un’altra cosa, inaspettata anche per chi ci vive da decenni: la corsa all’acquisto di armi, pistole, mitragliatrici, munizioni.

L’articolo parla anche di città come Los Angeles, Houston, da Filadelfia, Denver in Colorado dove pare che i negozi di armi stiano facendo più business che mai.

La crescita nella vendita si è registrata particolarmente alta negli stati più colpiti fino ad ora dal coronavirus – California, New York e Washington – ma è cresciuta anche in aree meno colpite, dove anche primi acquirenti temono uno sgretolamento dell’ordine sociale mentre alcuni proprietari di armi temono che il governo possa usare lo stato di emergenza per limitare l’ulteriore acquisto di armi.

Il mio pensiero, turbato e angosciato come quello di tutti per quanto sta accadendo al mondo in questo momento, corre ai tanti ragazzi italiani che vivono e studiano o lavorano in questo momento negli Stati Uniti.

Il primo pensiero, ovviamente, è per Camilla, mia figlia, ma sono preoccupato anche per Silvia di Monza, Dottoranda in Ingegneria Elettronica, a Giulio, giovane ricercatore di Latino, ai tanti ragazzi studenti del corso in Classics. Chi può fugge. Stanno facendo rientro in massa verso i propri luoghi di origine. Ragazzi provenienti da ogni parte del mondo si mettono in viaggio per uscire da un Paese che sembra impazzito, e il cui governo, per ora, si è mostrato incapace di dare una risposta significativa e, soprattutto, tempestiva, atta a fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere degnamente cittadini, aziende, famiglie.

Spaventati, disorientati, increduli di fronte ad una minaccia incombente, ignota e come tale ancor più spaventosa, migliaia di ragazzi fuggono dal paese e tornano in patria. Camilla inizia oggi il suo viaggio di ritorno verso casa, volando da Washington dove si trova ora, verso New York dove l’attende un volo Alitalia diretto a Roma-Fiumicino. Affronterà da lì l’ultimo pezzetto di questo lungo viaggio, quello che la riporterà finalmente a casa, a L’Aquila dove la aspetterà un periodo di rigoroso auto-isolamento, così come prescritto dalle norme sanitarie e dal comune buon senso.

Il mio plauso e il mio ringraziamento va ad Alitalia la quale, in coordinamento con l’Unità di crisi della Farnesina, sta predisponendo da giorni una serie di voli speciali per permettere a migliaia di studenti come Camilla di tornare a casa.

E un ringraziamento a questo Governo, alle sue scelte difficili e coraggiose, come pure all’eccellenza del nostro Sistema Sanitario Nazionale e, ovviamente, all’altissimo senso di responsabilità del nostro straordinario personale sanitario.

Concludo prendendo in prestito alcune parole dall’ultimo messaggio inviatomi da Camilla prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa: Ai miei amici, familiari e lettori dall’Italia: fidatevi del nostro governo, stanno lavorando per noi. Se riusciamo a cooperare come una comunità forte, unificata e consapevole, la nostra esperienza può diventare un esempio straordinario per tutto il mondo“.

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