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Coronavirus e scuole, che ne sarà degli esami di fine anno

Coronavirus e scuole: che succede agli esami di Stato e di terza media? Nel frattempo che arrivi una decisione dal ministero, tante le ipotesi di docenti e dirigenti scolastici tra annullamenti come durante la guerra o un "posticipo" a settembre.

Coronavirus e scuole chiuse: sono sul tavolo soluzioni imminenti ma la decisione finale spetta al Ministero dell’istruzione, per risolvere il problema degli esami di maturità e terza media.

Intanto, da Nord a Sud del Paese, le scuole di ogni ordine e grado si sono organizzate con i moderni mezzi presi in prestito alla tecnologia per far esercitare gli studenti e portare avanti un ripasso del programma svolto finora.

In tempo di pandemia Coronavirus anche per le scuole dell’Aquila ogni mattina “suona” virtualmente la campanella.

Gli studenti aquilani si ritrovano davanti a Weschool, a Skype o in videochiamata su Whatsapp per fare qualcosa, anche per interagire con i compagni e i professori, per non perdere la quotidianità e i punti di riferimento.

Il problema che comincia a porsi, perchè comunque siamo a metà marzo, è: cosa accadrà a fine anno per gli studenti che dovranno confrontarsi con gli esami di terza media e quinto superiore?

Nessuno sa per certo quanto durerà l’emergenza e se la chiusura delle scuole dovesse prolungarsi; la preoccupazione dei docenti e dirigenti è che la stessa non vada seriamente a compromettere la validità dell’anno scolastico in corso.

Non ci sono problemi per le assenze; ci sarà sicuramente una sanatoria finale” che farà valere le parole del ministro Lucia Azzolina circa la validità dell’anno scolastico in deroga ai “famigerati” 200 giorni di lezione.

Alcuni docenti tra l’altro non sono soddisfatti dell’andamento della didattica online; tutti i giovani possiedono uno smartphone; ci sono però ancora tanti problemi da risolvere: la connessione che non va, arginare qualche pigro “furbetto” che non ha voglia di studiare e non tutti ancora dispongono in casa di un pc portatile o di una connessione che possa supportare alcune ore di collegamento al web.

Il dato di fatto che preoccupa i docenti e anche gli studenti di buona volontà è che il programma è fermo e per quanto in queste settimane sia possibile esercitarsi e ripassare, probabilmente non si riuscirà a portarlo a termine entro la fine dell’anno scolastico, anche se le scuole dovessero riaprire il 4 aprile.

Il Capoluogo ha sentito alcuni docenti aquilani; il commento unanime è che, allo stato attuale, soprattutto i ragazzi delle superiori sono indietro con la tabella di marcia del programma.

Una delle voci che circola in città è quella di proporre lo spostamento degli esami a luglio e chiedere di posticipare la chiusura delle scuole a fine giugno.

Perchè, anche se le scuole dovessero riaprire il 4 aprile, sembrerebbe che non ci sia il tempo necessario per completare quanto previsto.

Alcuni docenti e dirigenti scolastici del Piemonte sono stati i promotori di una proposta: spostare gli esami di Stato e di terza media addirittura a settembre, dopo l’estate.

Posticipare gli esami a dopo l’estate creerebbe dei problemi ai tanti ragazzi che una volta affrontata la maturità dovranno confrontarsi subito dopo con i test d’ingresso alle varie facoltà universitarie.

Tra le tante ipotesi circolate in queste settimane di grande incertezza c’era anche quella dell’annullamento dell’esame di Stato, promuovendo con un voto simbolico gli studenti che devono affrontare la maturità, o renderlo una sorta di “pro forma”.

Oppure ancora, riprendendo la storia, “magister vitae”, fare come successe a tanti nonni nel 1943: “ai tempi miei gli esami li ho fatti scappando dalle bombe…”.

Non è un modo di dire perchè realmente, nel 1943, a causa del secondo conflitto mondiale in corso e con l’avanzata dei tedeschi in Italia, le scuole vennero chiuse e gli esami di Stato aboliti.

Sempre a causa della guerra, la stessa cosa era accaduta anche nel 1940 e nel 1942.

Lo ricordava anche lo scrittore Andrea Camilleri, recentemente scomparso, che “ai tempi suoi” gli esami erano stati soppressi “causa guerra”.

“Non abbiamo fatto gli esami di maturità perché gli inglesi ormai erano a Lampedusa. Allora arrivò l’ordine dal provveditorato, o come si chiamava allora, che gli studenti di terza liceo fossero promossi o bocciati a scrutinio, d’ufficio. Ottenni la promozione. Fine del discorso. In altre parole non ho sostenuto gli esami di maturità…”, diceva Camilleri.

In ogni caso la decisione finale spetta al Ministero dell’Istruzione che dovrà affrontare il problema e pronunciarsi entro i primi di aprile, ovvero prima della data annunciata nei giorni scorsi sulla chiusura delle scuole.

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