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Coronavirus, Avis: donare sangue è motivo di salute e necessità

Il Coronavirus non ferma la donazione sangue: si può fare in sicurezza. Le indicazioni dell'Avis.

Donare sangue durante l’emergenza Coronavirus, si può fare: ecco le indicazioni dell’Avis.

A seguito dell’emergenza Coronavirus, il Governo ha disposto l’ormai nota serie di restrizioni alla circolazione per contenere il contagio da COVID-19. Sostanzialmente almeno fino al prossimo 3 aprile ci si può spostare solo per reali e comprovate esigenze di tipo lavorativo e di salute, con poche eccezioni, tra cui naturalmente l’approvigionamento di generi di prima necessità. Restrizioni che vanno seguite alla lettera, per il bene di tutti. Ma non si ferma la donazione del sangue, che rientra tra le attività per cui è permesso lo spostamento. Naturalmente, come in tutti i casi, bisogna provare la ragione dello spostamento, in questo caso attraverso i libretto Avis o un apposito certificato del medico che attesti che ci si è recati sul posto per donare, ma non è stato possibile per determinate ragioni (ad esempio pressione bassa). “Tra le necessità e la salute, – ricordano infatti dall’Avis regionale – rientra anche la donazione del sangue. Il Centro di raccolta sangue regionale, nei giorni scorsi, ha diramato un comunicato ufficiale per l’instaurazione di un nuovo protocollo che consente ai donatori di effettuare il loro gesto volontario, nella più totale sicurezza. Andare a donare è un motivo di salute e di necessità“, anche perché “c’è un implemento di richieste di sangue in questi giorni”. Da qui la campagna con doppio hashtag: #iorestoacasa #escosoloperdonare.

La donazione del sangue al tempo del Coronavirus.

La regola base rimane sempre la stessa: “Il sangue si può donare solo se si è in buone condizioni di salute, quindi anche un semplice raffreddore o mal di gola, senza alcun collegamento al Coronavirus, è causa di esclusione temporanea”. Occorre comunque autosospendersi prima di andare a donare “se negli ultimi 14 giorni sei rientrato da un viaggio nella Repubblica Popolare Cinese, se sei stato esposto a rischio epidemiologico attraverso contatti stretti con casi confermati di infezione da Coronavirus”. Naturalmente, chi ha contratto l’infezione da SARS-CoV-2 o ha effettuato la relativa terapia, potrà tornare a donare dopo 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi o dall’interruzione della terapia.

A livello operativo, i centri di raccolta sono organizzati in orari differenti, in base alle prenotazioni, ed è concesso l’ingresso solo ai donatori. I locali, predisposti con gli strumenti per le disinfezione personale, vengono sanificati quotidianamente.

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