Un guerriero nell'epidemia

Coronavirus, l’appello di Giammarco “Ho il cancro, vi prego rispettate le regole”

La storia di Giammarco, malato oncologico da ben prima che arrivasse il coronavirus. Giammarco sta lottando per la propria vita, fatelo anche voi.

di Lucia Ottavi

“Ho il cancro e vi prego rispettate le regole”. L’appello di un uomo, che si ritrova a lottare contro il cancro ai tempi del coronavirus. Questa è la sua storia

“Sono Giammarco e combatto contro un tumore. Vivo lottando come un leone per le mie figlie, per mia moglie, per i miei nipoti. Permettetemi di continuare la mia battaglia. Rispettate le regole fornite dalle Istituzioni”.

Si chiama Giammarco De Vincentis, è nato a San Benedetto dei Marsi, in provincia di l’Aquila nel 1954. La vigilia di Natale del 1998 il destino gli riserva una sorpresa inaspettata: cancro. Da quel momento in poi la sua vita cambia, le sue priorità non sono più le stesse.

Il 14 gennaio del 1999 subisce un delicato intervento chirurgico e per un anno non può fare quasi nulla, deve riposare e riprendere le forze. Vive giorni di dolore, di angoscia, di paura, sente che la vita gli sta sfuggendo come sabbia tra le mani, ma non molla e va avanti con tanta determinazione e voglia di vivere. Vince la sua battaglia, ma il nemico decide di ripresentarsi diversi anni dopo. Sconforto, rabbia, delusione ma ancora tanta voglia di vivere e di combattere.

“Dalle nostre parti si dice che chi non ha paura del serpente non può spaventarsi della lucertola, così per un malato di cancro è più facile vivere momenti come questi. Le preoccupazioni restano, per le persone a noi care, per chi ha ancora tutta una vita da vivere, per i nostri figli e per i nipoti. È per questo che si cerca di dare meno fastidio possibile a chi oggi mette a disposizione la propria vita, per salvaguardare quella degli altri, i nostri angeli, i medici e gli infermieri“.

“La mia malattia, con la quale convivo da venti anni, mi ha portato a conoscere tutti gli ospedali e le cliniche private che operano in Abruzzo, conosco le loro realtà, le problematiche che affrontano, dopo dieci lunghi anni di tagli alla Sanità. Oggi posso solo immaginare ciò che sta accadendo, ma preferisco farlo a finestre chiuse. Mi basta una lampadina accesa, che non si capisca se è notte o giorno e aspettare che il tempo passi. Ci vuole tanta pazienza, allo stesso modo di quando ho passato mesi chiuso in ospedale per problematiche diverse. La mia vita è stata una quarantena continua, troverò anche adesso il modo per lasciar scorrere il tempo, magari pregando per tutti e facendo coraggio a chi dalla paura sta passando al panico”.

“Noi malati di cancro in questo momento è come se fossimo sotto le macerie di un terremoto, in attesa che qualcuno ci venga a soccorrere. Siamo consapevoli, però, che le prime persone che ci possono essere d’aiuto siete voi, che per vostra fortuna non dovete fare i conti con una malattia che vuole portarti via il bene più prezioso: la vita. Quindi oggi vi imploro di rispettare le regole fornite dalle Istituzioni, per fronteggiare questa epidemia”.

Giammarco sta lottando per la propria vita, fatelo anche voi.

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