L'editoriale

Caso scuole chiuse, la bufala del Governo

Il Governo diffonde una notizia, la ministra la mette in stand by per 3 ore. Imbarazzo per tutte le testate nazionali e locali. Insulti gratuiti ed offese immotivate ai giornalisti. Una pagina nera della comunicazione di crisi del nostro Paese.

Caso scuole chiuse, Una pagina nera della comunicazione di crisi del nostro Paese.

Alle 14:00 di ieri, 3 marzo, ci ha raggiunto il messaggio WhatsApp del solito responsabile della comunicazione del Presidente della Regione Abruzzo (che in questi giorni ci comunicava l’esito dei test Covid19 positivi in Abruzzo) per comunicare la chiusura di scuole ed università in tutta Italia, cui ha fatto seguito l’Ansa e, quindi, tutte le maggiori testate nazionali.

Come al solito abbiamo pubblicato una notizia dalla fonte qualificata e, come sempre succede per le notizie pubblicate dal Capoluogo, la ridondanza è stata enorme.0

Caso scuole chiuse, Il Governo tentenna: scuole socchiuse!

La scena surreale che abbiamo vissuto verso le 14:15 è stata una delle pagine più brutte della storia del Governo Italiano in situazioni di crisi: la ministra Azzolina è scesa a parlare con i giornalisti che sostavano sotto il palazzo del governo, per spiegare che la notizia delle scuole chiuse, DIFFUSA 15 minuti prima dai loro apparati, non era ancora confermata.
Tutte le testate d’Italia, tg radio e online, come IlCapoluogo, hanno diffuso una notizia emanata da fonti qualificate ed ufficiali, per sentirsi smentire da una rappresentante del governo che scende dalle stanze delle riunioni per spiegare che i rappresentanti del governo dovevano ancora ‘sentire le parti sociali’ prima di confermare la decisione.

Di lì a poco, soprattutto noi dell’online che siamo presenti in modo massiccio sui social, siamo stati inondati di insulti.

La rabbia e la paura dei lettori spesso viene tradotta in commenti e post veementi, ma questa volta avete sbagliato bersaglio!

Giornalai, pennivendoli e non so cos’altro.
Abbiamo dovuto argomentare e spiegare la valenza delle fonti, abbiamo dovuto far fronte ad una situazione di crisi, difendendo una notizia che si è rivelata quasi vera per ben 3 ore.

Caso scuole chiuse: Informazione, comunicazione di crisi e di emergenza, la deontologia dei Giornalisti

Vorrei, innanzitutto, smentire il luogo comune secondo cui i giornali online guadagnino con i click.

I nostri miseri stipendi sono pagati dagli sponsor presenti sulla testata.

Noi de IlCapoluogo non abbiamo, per scelta, un editore che paghi a fine mese i nostri conti, perché orienterebbe anche la linea editoriale del giornale, e non abbiamo sostegni pubblici.

Il numero dei click stabilisce la forza del giornale, riconosciuto come leader dell’informazione, direttamente proporzionale alla credibilità ed alla serietà deontologica della testata.

Proprio per questo non ci sto; da direttore responsabile civilmente, penalmente ed economicamente de IlCapoluogo (testata regolarmente registrata in Tribunale dal 6 febbraio 2004) non posso tollerare che le nostre notizie vengano commentate senza nessun ritegno; che il nostro lavoro sia offeso e vilipeso; che la fruizione gratuita di notizie verificate ed approfondite sia messa alla berlina da chi non conosce minimamente l’italiano, innanzi tutto, e da chi scambia la gratuità del nostro servizio con la superficialità di un videogame!

La cooperativa che gestisce IlCapoluogo paga 10 stipendi, contributi e oneri inclusi, ed assicura un servizio costante e serio alla comunità.

I giornalisti, i tecnici e gli specialisti social e web, assicurano un servizio h24, 7 giorni su 7 e 365 giorni l’anno, da 11 anni sotto la mia direzione.

La crisi economica che sta investendo l’Italia, in questo mese di emergenza Coronavirus, sta mettendo a dura prova la nostra provincia e, quindi, anche la nostra testata. Ricordate che siamo tutti sulla stessa barca e se l’economia si ferma, tutti noi saremo costretti a chiudere e ad andare a casa con un danno enorme per l’informazione libera di questa città.

(foto di copertina Adnkronos)

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