Tradizioni popolari

Cacio Torneo… e il tempo si ferma a Magliano de’ Marsi

Date loro un formaggio e solleveranno il mondo. È antica e bellissima la tradizione del Cacio Torneo a Magliano de' Marsi. Tramandata di generazione in generazione

La pezza, le squadre, ‘l’appellaturo’, il senatore, le botte e ‘glio bottono’. Sono solo alcuni dei componenti di un gioco che appassiona, da generazioni a generazioni, la comunità di Magliano de’ Marsi: l’antico Cacio Torneo.

Dal nome di Cacio Torneo il senso della gara si intuisce, almeno in parte. Un gioco che, se fosse disciplina olimpica, potrebbe chiamarsi Lancio del Formaggio, anche se non è semplice come sembra. Tutto il contrario.

cacio torneo

Si gioca a squadre. La competizione è lunga e strutturata in più fasi. Il torneo parte dall’Epifania e va avanti tra gennaio e febbraio fino al Carnevale. Quest’anno sono 16 le squadre iscritte, formate ognuna da tre concorrenti più una riserva. 64 giocatori per la competizione organizzata dalla Pro Loco cittadina, con il patrocinio del Comune di Magliano de’ Marsi.

cacio torneo

L’edizione 2020 del torneo è dedicata alla memoria di Serafino Massimi, scomparso un anno fa e molto stimato dall’intera comunità. Il gioco – di cui una delle pochissime attestazioni ritrovate ne colloca l’esistenza fin dal lontano 1752 – riempie le strade di Magliano di spirito di squadra e allegria. Passato nel tempo da passatempo delle famiglia benestanti, le uniche a poter permettersi di giocare con il formaggio, a tradizione che unisce un paese e un territorio, nella stagione fredda che a Magliano si scalda, però, di sorrisi in compagnia. Una tradizione in progressiva crescita, per seguito e passione.

«La valorizzazione delle tradizioni ci consente di raccontare la nostra storia e l’identità del nostro territorio. Grazie all’impegno della PRO LOCO la nostra secolare tradizione del CACIOTORNEO è stata valorizzata e riscoperta, trasformandosi in un vero e proprio torneo a squadre che ogni anno, con un numero sempre crescente, vede la partecipazione di tanti appassionati, anche molto giovani. Esprimo il mio apprezzamento e quello dell’intera Amministrazione comunale per il rinnovarsi di questo nostro unico Caciotorneo, che dall’Epifania all’ultimo giorno di Carnevale coinvolge tutto il paese in un clima di festa e nel solco delle nostre tradizioni», spiega il sindaco Mariangela Amiconi.

cacio torneo

Il gioco consiste nel riuscire a concludere per primi un percorso di circa 650 metri – quello che anni fa era costituito dalle mura di Magliano de’ Marsi, oggi via Petronilla Paolini – lanciando una pezza di formaggio, o sarebbe il caso di dire: una forma di cacio. Forma opportunamente ‘senata’, cioè segnata dal senatore.

Le squadre si alternano nei lanci: se al lancio dell’avversario non si riesce a superare la distanza raggiunta dalla squadra precedente, gli avversari perdono un turno. Il turno successivo di un lanciatore avverrà dal punto in cui sarà riuscito a far arrivare la pezza, delineato da un quadrato.

I vincitori della competizione ottengono un trofeo, quattro forme di formaggio e un agnello da dividere con la squadra che si classifica seconda.

cacio torneo

Il Cacio Torneo è un gioco da tempo radicato nel tessuto sociale del paese, unisce e appassiona, nonostante a farla da padroni sia la voglia di divertirsi insieme. Storicamente quando ci si sfidava tutti contro tutti, senza squadre, il vincitore prendeva la forma di formaggio e la offriva nelle osterie del paese. «Si finiva sempre a tarallucci e vino, così mi raccontava mio padre», ci spiega il presidente della Pro Loco Paolo Di Cristofano. 

Radicato a tal punto da avere un suo lessico speciale, che tutti a Magliano conoscono. La pezza è il formaggio utilizzato, messo a disposizione dalla Pro Loco. «Si tratta di un formaggio a pasta dura, per metà costituito da latte di mucca e per metà di pecora, affinché non sia troppo friabile». Poi c’è l’Appellata, «in dialetto parliamo di Appellaturo.  Il punto in cui si fa la conta per iniziare il gioco», continua Di Cristofano. Appella, quindi inizia, chi risulta vincitore del Pari o Dispari.

Arbitra la competizione il cosiddetto Senatore. «Spetta a lui segnare il punto esatto in cui si ferma la pezza di formaggio, lo fa tracciando un segno». E ci sono, ancora, tutte quelle espressioni utilizzate per descrivere momenti precisi del gioco. Da: “A pace passa a uno”, per indicare il punteggio, a “È cieca”, quando la pezza finisce in un punto non molto visibile. Così via, si gioca fino al Carnevale, sfidandosi per le strade come fecero padri, nonni e bisnonni. Ogni anno una storia nuova, che ferma il tempo, riportando un paese intero ad un’altra storia, forse in bianco e nero, ma mai persa.

 

Foto di: Antonello Passalacqua