L'accusa

Parco Villa delle Rose, a processo D’Alfonso e quattro ex assessori

Falso ideologico in concorso: per Parco Villa delle Rose, a Lanciano, andranno a processo l’ex presidente della giunta regionale, Luciano D’Alfonso, e 4 ex assessori

Falso ideologico in concorso: per Parco Villa delle Rose, a Lanciano, andranno a processo l’ex presidente della giunta regionale abruzzese Luciano D’Alfonso, gli assessori regionali Donato Di Matteo, Silvio Paolucci, Dino Pepe e Marinella Sclocco, il capo gabinetto e il segretario della presidenza dell’epoca, Fabrizio Bernardini e Claudio Ruffini.

Il Gup di Pescara Sarandrea ha rinviato a giudizio gli imputati, fissando l’udienza al prossimo 8 giugno.

Secondo l’accusa gli imputati, nel corso della seduta della giunta regionale del 3 giugno 2016, avrebbero approvato la delibera di indirizzo per la riqualificazione e realizzazione del parco pubblico Villa delle Rose di Lanciano, certificando la presenza del presidente, che invece si trovava altrove.

Il tutto alla luce di un “accordo telefonico intercorso tra D’Alfonso e Ruffini – si legge nel capo d’imputazione – la cui azione era consapevolmente diretta al medesimo fine della falsa attestazione”.

Il gup, prima di decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dal pm Andrea Di Giovanni, aveva accolto un’eccezione presentata dalla difesa dell’ex governatore, decretando l’inutilizzabilità dell’intercettazione telefonica riguardante la conversazione nella quale D’Alfonso e Ruffini prendevano accordi, compiuta dalla procura dell’Aquila nel corso di un’altra inchiesta.

Contestualmente aveva rigettato un’altra eccezione, presentata sempre dalla difesa di D’Alfonso, per chiedere l’inutilizzabilità delle indagini difensive compiute dal pm.

Parco Villa delle Rose è solo uno dei filoni sviluppati da una inchiesta ben più ampia, avviata cinque anni fa dalla Procura della Repubblica dell’Aquila e focalizzata su alcuni appalti gestiti dalla Regione Abruzzo: undici in tutto, tra i quali quello per la ricostruzione di Palazzo Centi, sfociato nell’archiviazione del pubblico ministero, Fabio Picuti.