L'epidemia

Coronavirus, voci aquilane dalla Cina

Coronavirus, epidemia, casi accertati in Italia e paura. Testimonianze aquilane dalla Cina. La situazione.

Coronavirus, dichiarato lo stato di emergenza internazionale. Accertati i primi due casi in Italia, la paura rischia di trasformarsi in psicosi. Chiuso il traffico aereo da e per la Cina, intanto arrivano testimonianze aquilane: «Qui è il deserto».

213 finora le vittime del Coronavirus. Alle 17 il Tavolo del Comitato Operativo di protezione civile, per assicurare il coordinamento di tutte le forze del sistema. Tavolo convocato dal Capo Dipartimento Borrelli, presieduto dal Presidente Conte. Le testimonianze, direttamente dalla Cina, arrivano alla redazione del Capoluogo da Shanghai e Chongqing. 

Chongqing è la seconda città per numero di contagi. I negozi sono chiusi, le vacanze – già in corso per i giorni dedicati al Capodanno cinese – sono state prolungate, almeno per qualche settimana. Non ci sono più turisti e i residenti del posto escono il minimo indispensabile. Una situazione, tuttavia, che sta pian piano tornando alla ‘normalità’. I residenti italiani del posto, tra cui anche alcuni abruzzesi e aquilani, hanno deciso di non rilasciare momentaneamente dichiarazioni alla stampa, per evitare la diffusione di allarmismi. Hanno, tuttavia, assicurato che la situazione è in miglioramento, pur se resta, inevitabilmente, delicata.

«Noi a Shanghai siamo a casa, al sicuro. Per ora i supermercati di fiducia lavorano, quindi, in teoria, restando così le cose potremmo resistere anche per mesi. L’unico problema è il clima, quasi da “fine del mondo”. Lo si respira nell’aria ed è davvero inquietante. Non corriamo rischi, comunque, questo è importante».

È la testimonianza di un professionista aquilano dalla costa centrale cinese, dove l’epidemia sta fermando, tra le altre cose, il calendario degli sport nazionali e internazionali.

Emergenza sì, allarmi no. Nonostante la Cina si fermi e resti, giorno dopo giorno, più isolata. L’epidemia – stando alle stime di una squadra di ricercatori inglesi dell’Imperial College di Londra – sta contagiando un numero di persone simile a quello della Sarssindrome respiratoria acuta grave, diffusasi nel 2002. Il traffico aereo in Italia, da e per la Cina, è stato chiuso. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte, affermando come l’Italia sia stata “il primo Paese ad adottare una misura cautelativa di questo genere”.

Coronavirus, i casi accertati in Italia

Due casi di Coronavirus sono stati accertati in Italia. L’allarme è scattato nella capitale, ieri. Due turisti cinesi, marito e moglie, rispettivamente di 66 e 67 anni, sono attualmente ricoverati all’Ospedale Spallanzani. Provengono dalla provincia di Wuhan, epicentro dell’epidemia. I due erano arrivati in Italia lo scorso 23 gennaio, assieme ad una comitiva.

Dopo Roma, dove sono arrivati quattro giorni fa da Milano (con una tappa intermedia a Parma) si sarebbero diretti a Cassino. Intanto a Wuhan la situazione è lontana da miglioramenti concreti. Poche ore fa il decesso, in strada di un uomo: nessuno, tra i passanti, si è avvicinato per soccorrerlo. Ha vinto la paura.

Psicosi coronavirus anche a L’Aquila

C’è paura anche a L’Aquila. Le farmacie sono state prese d’assalto, in questi giorni, da clienti alla ricerca di mascherine. Probabilmente ad aumentare ansie e paure ci ha pensato anche l’influenza stagionale, dai sintomi simili a quelli della nuova epidemia.

Come L’Aquila anche le grandi città italiane, su tutte Roma e Milano. Nella capitale si registrano diverse farmacie in cui le mascherine sono andate esaurite, nonostante le rassicurazioni giunte dalle autorità e, in particolare, dal Ministero della Salute.

Una psicosi spesso degenerata in episodi di razzismo e intolleranza nei confronti di cinesi in Italia. Vittime di offese e insulti sono stati, ad esempio, alcuni turisti cinesi in vacanza a Firenze. “Andate a tossire a casa vostra”, le urla contro i turisti sul Lungarno. Un altro episodio si è verificato nel milanese, nei confronti di un giovane calciatore cinese in forza all’Asd Cesano Boscone Idrostar. “Spero che ti venga il virus, come in Cina”, la frase rivolta all’indirizzo del giovane, come denunciato dal ragazzo sul suo profilo Facebook. Senza contare gli hater che si sono espressi in maniera ben poco etica, dalla tastiera del proprio pc, sui vari canali social.

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