Il caso

Gatti alla Corte dei Conti, la revoca è più vicina

L'opposizione chiede un Consiglio per la revoca della nomina Gatti alla Corte dei Conti, la Lega conferma la propria posizione. Sospiri valuta, ma non ci sono molte alternative.

REGIONE ABRUZZO – L’opposizione formalizza la richiesta di un Consiglio straordinario sulla nomina di Paolo Gatti alla Corte del Conti. Sospiri valuta la revoca.

Durante l’ultima seduta di Consiglio regionale che si è tenuta ieri a Pescara, dieci consiglieri di opposizione, primo firmatario Sandro Mariani, hanno formalizzato al Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri la richiesta di convocazione del Consiglio regionale in seduta straordinaria per la discussione di un documento avente come oggetto la designazione di Paolo Gatti come componente della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti.

Nel documento si ripercorre la spinosa vicenda, ricordando i passaggi principali dell’iter e le contestazioni in atto, a partire dalla Conferenza dei Capigruppo, nella quale, si legge nel documento, il presidente aveva assicurato che “prima di procedere alla sottoscrizione dei relativi decreti, avrebbe udito i Capigruppo, comunicando anticipatamente agli stessi le decisioni che avrebbe assunto”. Comunicazione che invece non sarebbe arrivata, “tanto che se ne è avuta contezza solamente a seguito della pubblicazione del decreto di designazione sul BURA“. Nello stesso documento vengono anche richiamate “le numerose note e dichiarazioni in Conferenza dei Capigruppo inoltrate al Presidente del Consiglio Regionale sulla necessità di procedere alla revoca del decreto, demandando al voto del Consiglio regionale la designazione”. Da qui la richiesta di impegnare con il documento proposto il Presidente Sospiri ad annullare il decreto di designazione di Gatti.

A complicare ulteriormente le cose, la ferma presa di posizione della Lega, ribadita al Capoluogo.it dal capogruppo Pietro Quaresimale: “Ci siamo pronunciati in Conferenza dei Capigruppo, dopo la riunione di partito, verbalizzando che prudenzialmente sarebbe il caso di riportare la questione in Consiglio. Il Presidente Sospiri si è riservato di decidere”. E in caso dovesse arrivare prima il Consiglio straordinario? A domanda diretta, il capogruppo Quaresimale si è limitato a sottolineare: “Non ho ancora visto la richiesta avanzata dall’opposizione, ma confermiamo la posizione già espressa nella Conferenza dei Capigruppo”.

Insomma, se la vicenda dovesse arrivare in Consiglio – come richiesto ieri – potrebbe imbarazzare ulteriormente il centrodestra, considerato il peso politico della Lega all’interno del Consiglio. Per evitare ulteriori problemi, quindi, la soluzione più “indolore” sarebbe la revoca della nomina, direttamente da parte del Presidente Sospiri che, contattato a riguardo dal Capoluogo.it ha spiegato: “La designazione è stata fatta in maniera legittima, ma c’è un ripensamento politico – non sulla persona ma sulla modalità – e questo comporta l’annullamento di un atto e rispetto a questo la valutazione di una mia eventuale responsabilità. All’esito di una valutazione dal punto di vista di un eventuale contenzioso amministrativo, se si può andare incontro ai consiglieri che preferiscono votare in Aula, ripensandoci rispetto alla delega che mi era stata conferita, perché non farlo?”.

Insomma, se non ci sono impedimenti burocratici o amministrativi che mettano la revoca “in difetto” rispetto a eventuali contenziosi, il presidente Sospiri è disposto a rimandare la questione al Consiglio regionale. A quel punto la richiesta di Consiglio straordinario dell’opposizione sarebbe “superata”. Tutto considerato, il percorso sembra ormai segnato.

Tant’è che il M5S, con Sara Marcozzi, già festeggia: “Finalmente l’intera maggioranza si è decisa, con settimane di ritardo, a seguire posizione da noi indicata fin dall’inizio della discussione, dando ragione alle nostre considerazioni giuridiche e ai dubbi di legittimità che abbiamo sollevato in Consiglio regionale. Le modalità con cui è arrivata la designazione, infatti, lasciavano presagire, fin dal principio, la violazione dell’articolo 142 del Regolamento interno. Essendo quella alla Corte dei Conti una designazione, era obbligatorio il passaggio in Consiglio regionale, attraverso un voto palese dell’aula. Questa procedura non è stata però seguita dalla maggioranza, che ha invece utilizzato l’iter valido per le nomine, mischiando così due istituti giuridici nettamente distinti tra loro”.

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