Ricorrenze religiose

Sant’Antonio, festa e tradizione a Cabbia e Cesaproba di Montereale

Cabbia e Cesaproba di Montereale, la festa in onore di Sant'Antonio.

*di Nando Giammarini

Grande celebrazione di Sant’Antonio a Cesaproba di Montereale, con tutto il paese in festa, lo scorso 17 gennaio, giorno della ricorrenza.

Un vecchio detto popolare recita “Sant’Antonio barba bianca se non piove la neve non manca”. Invece quest’anno né neve né pioggia, ma uno splendido cielo blu pieno di sole, sebbene con temperatura rigida, ma si sa: siamo nel cuore dell’inverno e ci sta. Tempo che ha favorito una grande partecipazione di pubblico.

La prima festa dell’anno è una tradizione che annega le sue radici nella notte dei tempi ed in tutti i paesi dell’Alta Valle dell’Aterno, quindi anche Cabbia e Cesaproba, allora ad economia prevalentemente agricola, era fortemente sentita perché grande era il culto del Santo protettore degli animali che erano di grande sostegno nei lavori dei campi e per l’economia domestica.

Un atto di devozione con cui le popolazioni affidavano la custodia e la protezione di quanto avevano di più prezioso: gli animali. La perdita degli stessi, infatti, avrebbe potuto comportare per quelle povere economie, fondate sulla sussistenza, il rischio reale di andare incontro a lunghi periodi di crisi. Sant’Antonio Abate è il protettore degli animali domestici, del lavoro contadino, del bestiame, del fuoco e delle malattie della pelle. Grande festa nella due frazioni del Comune di Montereale che, riportata in auge recentemente dopo un periodo di decadenza, ha visto una straordinaria partecipazione di pubblico.

sant'Antonio Cabbia e Cesaproba

Una festa a tutti gli effetti, a Cesaproba, con tanto di programma e la giornata iniziata con la banda di Borbona diretta dal maestro Fabio Ettorre, poi la storica questua dei bambini che sin dal primo mattino girano per le case chiedendo panette e qualche soldino, la partecipazione dei Folkavacca, le caratteristiche griglie dislocate in tre o quattro punti del paese, dove si preparava la famosa “Panonta” gradita da tutti i partecipanti. A seguire la benedizione degli animali, la processione per le vie del paese con la celebrazione della funzione religiosa in onore del Santo, nella chiesetta delle Anime Sante, ed il rientro del Santo nella chiesa Maria SS della Neve. Un grande spettacolo pirotecnico poi tutti a pranzo, presso l’ex scuola elementare.

Alle 16.00 accensione del falò, vin brulè e continuo della serata, allietata da Simona e Andrea con il loro organetto. Alle 18.00 lo spegnimento dell’albero di Natale più grande e Hi Tech d’Abruzzo e benedizione finale alla popolazione. A dimostrazione dell’importanza della ricorrenza erano presenti, tra gli altri, il dott Alberto Sgambati Avvocato generale presso la Corte di Appello di L’Aquila con la sua gentil signora, il Sindaco di Montereale ed il suo vice, rispettivamente Massimiliano Giorgi e Carlo Marini, amici degli amici provenienti da l’Aquila, Chieti, Pescara. Un grazie di cuore al popolo cesaprobano, una Comunità unita, coesa ed operosa, piena di amicizia ed ospitalità.

Festeggiamenti  anche a Cabbia di Montereale, sebbene in tono ridotto poiché il paese in questo periodo è abitato da pochissime persone. La ricorrenza del Santo protettore degli animali è stata spostata a domenica 19 per permettere una maggiore partecipazione di paesani provenienti da Roma e l’Aquila. Dopo la funzione religiosa un pranzo conviviale al dopo lavoro, con le famose “Colenne di Sant’Antonio”, una minestra calda a base di farro molto apprezzata dal popolo festoso; il farro in insalata, cotiche e fagioli, vino dolci caffè e, cosa che non ci stava male vista la temperatura abbastanza rigida, il digestivo. Sono state distribuita anche le famose panette benedette. Verso le 17.00 i partecipanti hanno fatto ritorno ai propri luoghi di provenienza e Cabbia… è tornata alla propria solitudine serena.