Terremoto e ricostruzione

Fossa, si del Tar per aggregato commissariato

Il si del Tar respinge la richiesta di sospensiva per l'aggregato commissariato a Fossa.

Resta commissariato un aggregato del comune Fossa dopo che il Tar ha respinto una seconda richiesta di sospensiva.

Questo secondo ricorso era contro il decreto del sindaco di Fossa, Fabrizio Boccabella, che nominava il commissario.

Il primo ricorso, esaminato a ottobre 2019, era invece per chiedere la sospensiva all’atto con cui il Comune aveva deciso il commissariamento.

Come riporta Il Centro, anche il quel caso il Tar aveva respinto la sospensiva.

La motivazione del no sia nel primo che nel secondo caso è stata la seguente: “Considerato che – spiegano i giudici – a una sommaria delibazione propria della fase, la domanda cautelare non appare suscettibile di favorevole apprezzamento e rilevato che, successivamente all’invio della diffida, il Consorzio non ha presentato le integrazioni richieste dallo sportello Usrc, dando luogo all’inerzia rilevata nel provvedimento impugnato”.

“Quindi alla luce del contenzioso in essere tra diversi consorziati, compreso il presidente, che ha determinato una oggettiva situazione di stallo, il commissariamento del Consorzio non appare un fuor d’opera“.

va ricordato che il comune di Fossa, a quasi 11 anni dal sisma, “combatte” ancora con una serie di problematiche legate alla ricostruzione che stenta a marciare.

C’è per esempio la problematica di Via Petrocco, la strada che divide Fossa e Sant’Eusanio, chiusa quasi 5 anni fa a causa di alcuni ritrovamenti durante gli scavi e che ha praticamente “segregato in casa” due famiglie.

Durante gli scavi vennero ritrovati i resti di un’antica strada Roman; questo fermò completamente la ricostruzione dell’aggregato che insisteva sulla strada, a qualche metro di profondità sotto le case abbattute e anche al di sotto dell’attuale strada provinciale.

Poi ci sono stati i lavori di ampliamento della strada provinciale, da tempo programmati dalla Provincia, anche questi sono stati bloccati, creando disagi alla viabilità locale.

Vennero fatte delle modifiche al progetto, imposte dalla Soprintendenza; inoltre i proprietari si dichiarano disponibili a farsi carico dell’acquisto di alcuni terreni prospicienti, per assecondare le esigenze di tutela del bene archeologico.

Il dato di fatto è che la strada è stata chiusa; il sindaco di Fossa, aveva promesso la riapertura a fine 2018, cosa che non è avvenuta. A questa spiacevole situazione, si aggiunge l’incuria del tempo ed un certo degrado.

 Negli anni il tratto di strada chiusa è diventato una specie di discarica, con erba altissima, materiali di recupero edili buttati e fino a poco tempo c’erano anche residui di alcuni fuochi, accesi proprio per smaltire gli ingombranti.