Storia

13 gennaio 1915: 105 anni fa il terremoto che sconvolse la Marsica

Era il 13 gennaio del 1915: una mattina fredda, limpida e serena. 105 anni fa il terremoto della Marsica. 32.610 vittime, di cui 10.700 ad Avezzano, su una popolazione di quasi 13 mila.

Era il 13 gennaio del 1915: una mattina fredda, limpida e serena. 105 anni fa il terremoto della Marsica.

Alle 7:52 un terremoto dalla potenza devastante colpisce la Marsica e distrugge Avezzano. Spazza via Cappelle,Cese, Massa d’Albe, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Luco, Ortucchio e Pescina.

Il resto della Marsica fu comunque duramente colpito e il bilancio delle vittime fu di 32.610 vittime, di cui 10.700 ad Avezzano, su una popolazione di quasi 13 mila.

Ingv ricorda il terremoto della Marsica del 1915

Avezzano prima del terremoto del 1915.

L’intensità epicentrale, corrispondente all’intensità massima osservata, fu pari a 11 gradi della scala Mercalli, più forte di circa 50 volte del terremoto aquilano del 6 aprile 2009.

Il terremoto fu avvertito in una vastissima area, tanto che le cronache del tempo riportano come a Roma cadde una statua all’interno della Chiesa di San Giovanni in Laterano. Avezzano fu letteralmente rasa al suolo ed una sola abitazione rimase integra, resistendo alla furia del tremendo sisma.

Il Corriere della sera del 14 gennaio riportò notizie di prima mano sul disastro e fa una sorta di geografia della gravità del sisma, giudicato ‘immenso‘, in primis ad Avezzano, ‘rasa totalmente al suolo’, dove morirono 10.719 persone su una popolazione di 13.119 abitanti, l’82% (D. Molin – L. Lucci – A. Rossi, Le vittime del Terremoto del Fucino del 13 gennaio 1915). Nell’intera regione del Fucino le vittime complessivamente registrate arrivarono a 30.000.

#Avezzano15, la mostra itinerante del Grande Terremoto

Un moto di solidarietà e di affetto si strinse intorno alla Marsica lacerata dal sisma: da numerose città italiane arrivarono aiuti e conforto. Parimenti importante fu l’azione della Chiesa cattolica e degli ordini religiosi che con Don Orione e don Guanella si prodigarono per l’assistenza ai numerosi orfani, sopravvissuti ai loro genitori.

Ma l’azione dei soccorsi venne ostacolata dall’inclemenza del tempo, dalla difficoltà delle comunicazioni e soprattutto dall’imperversare della guerra in Europa che impedì all’Italia di rifornirsi di legname, materiale allora preziosissimo: la Grande Guerra poi arrivò in Italia, facendo passare in secondo piano i danni e la sofferenza della Marsica intera, piegata dal sisma. Chi era sopravvissuto partì per il fronte come tutti gli altri italiani.

Con la fine della Guerra cominciò la paziente opera di ricostruzione.

Avezzano, distrutta dal sisma, già dopo pochi anni mostra una grande vitalità demografica. Da tutte le parti d’Italia giunsero tecnici e famiglie a ricostruire e ripopolare la Marsica devastata.

Il terremoto venne raccontato dai più importanti giornali italiani, spesso attraverso la penna di giornalisti illustri, come Prezzolin, Slataper ed altri. Anche i quotidiani stranieri diedero ampio risalto al sisma Marsicano con importanti corrispondenze.

terremoto avezzano la stampa

Personaggi della cultura e della politica nazionale accorsero nell’Altopiano del Fucino: il Re Vittorio Emanuele III, Guglielmo Marconi, Nazario Sauro, Gaetano Salvemini e molti altri. Pagine struggenti ha dedicato al terremoto lo scrittore marsicano Ignazio Silone che nel sisma, oltre alla propria abitazione, perse alcuni familiari.