Arte

Raffaele Iacone, l’artista aquilano che dipinge l’essenza dell’anima

Raffaele Iacone è l'artista aquilano che con tela e pennelli ha cercato di fissare con i colori l'essenza dell'anima.

Raffaele Iacone è l’artista che con tele e pennelli “fissa l’attimo fuggente con i colori”.

Raffaele Iacone è nato all’Aquila nel 1952, dove si è formato e ha mosso i primi passi nel mondo dell’arte pittorica, per trasferirsi poi in Lombardia e in seguito ad Arona, dove attualmente risiede.

raffaele iacone

Di seguito, il ricordo che ha tratteggiato di lui un estimatore, ma soprattutto un amico, Luigi Lombardo.

Eravamo sul finire degli anni ’70, quando un giovane, ma già conosciuto artista, Raffaele Iacone, decise di lasciare la città dell’Aquila, dove pure si era formato, prima da autodidatta, poi frequentando l’Istituto d’Arte.

Forse questa passione per l’arte fu ispirata anche dall’osservazione, in casa, di due suoi fratelli maggiori assai dediti alla pittura figurativa ad olio sulla scia dei tanti che, in quel tempo, si dilettavano in Città.

All’Aquila, infatti, grande era la tradizione pittorica lasciata dagli ultimi allievi del maestro abruzzese Teofilo Patini.

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Il miracolo economico si era concluso; ma un nuovo periodo di floridezza, quello dei successivi anni ‘80, bussava alle porte e la grande megalopoli del nord, che respirava, allora come ora, come un grande polmone vitale, esercitava il suo grande fascino ammaliatore su chiunque volesse dare una svolta al proprio destino.

Partì con un modesto bagaglio, con soltanto qualche migliaio di lire in tasca, e con una grande cartella contenente tutte le sue grafiche, alcune delle quali, quasi al termine della sua fruttuosa giovanile ricerca, erano state presentate negli ambienti culturali ed artistici della sua città, nella quale, in quel tempo, erano presenti almeno tre Gallerie d’Arte ed altrettanti spazi istituzionali, all’interno dei quali si alternavano giovani promesse ed artisti assai affermati, come, ad esempio, il maestro del paesaggio abruzzese Amleto Cencioni, per non parlare dell’artista siciliano Michele Cossyro o dell’aquilano Remo Brindisi e di numerosi altri venuti poi alla ribalta delle cronache nazionali.

Il giovane a Milano trovò immediatamente una sua nuova dimensione.

raffaele iacone

Lasciata la provincia, sicuramente stretta per la sua intelligenza dotata di ampia visione speculativa, trovò innanzitutto un ottimo impiego presso un importante Istituto bancario italiano; avuti i mezzi per la sussistenza, continuò la sua personale ricerca frequentando gli stimolanti ambienti di Brera, gli artisti collocati intorno ai Navigli nella vecchia Milano delle “case ringhiera” e studiando in particolare le avanguardie del divisionismo.

Il segno grafico, così pulito e nitido, si trasformò, dopo un certo tempo, in segno pittorico alimentato dalla ricerca compiuta e da una visione cromaticamente poetica dell’ambiente e del mondo.

Un’impostazione delicatamente metafisica, non esagerata, giocata spesso con lo sfumato di colori caldi e raffinati, porta il fruitore ad entrare nell’opera e ad essere avvolto in un contesto onirico nel quale ciascuno può riconoscere le immagini dei propri sogni o delle proprie aspettative.

Se è vero che nella lingua greca “aistesis” significa sensazione, sono forti e numerose quelle che scaturiscono nella mente di chi osserva con attenzione le opere di Raffaele Iacone.

Nella sua galleria virtuale, sul web, ce ne sono molte. Non ci sono le prime, quelle giovanili, per cui non si vede il percorso di crescita. Sembra che la sua affermazione sia gemmata da una approfondita osservazione del reale ma, invece, essa è anche frutto di una costante ed impegnativa ricerca.

Un’estasi, dunque, si prova se qualcuno si lascia andare con la mente al passato o al futuro: c’è spazio per entrambi i tempi nella pittura di Iacone, ma noi crediamo che ci sia spazio anche per il presente, per un presente sereno, che affonda le sue radici nei ricordi di sensazioni positive, dovute ad una giusta capacità intuitiva e ad una equilibrata elaborazione dei sentimenti provati.

Una storia di successo, quindi, certificata dalle numerose documentazioni critiche ricevute in occasione delle rassegne personali o collettive alle quali l’artista aquilano ha partecipato; una storia che conferma quanto sia importante il valore della ricerca e della determinazione; una storia che rende, ancora una volta, evidente il concetto che la poesia non è fatta soltanto di parole ma anche di immagini.

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