Tumore al seno

Tumore al seno, in Abruzzo tanti i centri specializzati

Tumore al seno, al via il mese della prevenzione. Dove curarsi in Abruzzo e le regole "di buona condotta" sull'uso dei macchinari per le mammografie.

Tumore al seno: dove posso curarmi in Abruzzo? La regione tra le prime in Italia per interventi risolutivi. Al via oggi il mese della prevenzione del tumore al seno.

“Il tumore al seno colpisce una donna su undici. E nessuna vuole mettersi nei suoi panni. Ricordati, la prevenzione è sempre la cura migliore”.

Questo l’appello promosso dal Ministero della Salute per sensibilizzare ai controlli contro il cancro della mammella che colpisce quasi 62 mila donne l’anno ed è il più diffuso (29% sul totale dei tumori femminili). Ottobre è il mese dedicato alla lotta al cancro al seno.

L’Abruzzo, dal punto di vista terapico si presenta “virtuosamente”, con al primo posto il Bernabeo di Ortona e a seguire l’ospedale San Salvatore dell’Aquila con 283 interventi nell’ultimo anno.

I dati sono stati raccolti da Milena Gabanelli e Simona Ravizza in un servizio pubblicato sul Corriere della Sera.

Importante, si sottolinea ancora una volta, la prevenzione, che in molti casi di tumore al seno può fare la differenza.

Si parla quindi di screening regolari, di apparecchiature a norma, come obbligo di buona condotta per le strutture sanitarie.

Oggi, ci sono gli strumenti per diagnosticare il tumore al seno quando è di dimensioni piccolissime, sotto al centimetro. Lo strumento che lo scova è il mammografo.

Nei 396 ospedali italiani ce ne sono di due tipi. Quello digitale di ultima generazione garantisce una definizione dell’immagine più precisa, una migliore capacità diagnostica e minor esposizione alle radiazioni.

mammografo digitale

Nelle strutture italiane, come mostra un report del Centro studi di Confindustria sui dispositivi medici, ce ne sono 1.012. Dallo stesso documento emerge che ce ne sono 865 ancora analogici di cui 18 con un’età inferiore ai 5 anni, altri 121 considerati obsoleti perché hanno fra i 5 e i 10 anni e 726 che superano i 10 anni.

Circa l’84 percento dei mammografi analogici sono considerati pericolosi perché possono non “vedere” le piccole lesioni.

In Italia i mammografi pensionabili sono circa 51 e hanno più di 10 anni.

Già nel 2002 il Ministero della Salute ha promosso un censimento sui mammografi con un lavoro fatto da una commissione formata da esperti dell’Associazione italiana di medicina nucleare e radiologia medica, che ha setacciato tutti gli ospedali italiani.

Quali sono i rischi dall’utilizzo di apparecchiature vecchie?

“Si tratta di apparecchiature la cui utilizzazione, oltre a comportare un’indebita esposizione a quantità oggi non accettabili di radiazioni ionizzanti, rischia di aumentare notevolmente, per la ridotta capacità diagnostica, il numero di false negatività e soprattutto di ritardare il momento diagnostico con implicazioni negative sul piano prognostico per le pazienti, e con rilevanti costi successivi per il servizio sanitario nazionale”, spiega il Ministero.

E oltre ai rischi per la paziente e ad eventuali risvolti drammatici per la malattia, il Ministero ha calcolato anche la bassa redditività conseguente dall’uso di mammografi vecchi, maggiori costi di manutenzione.