Personaggi

Federico Vittorini, L’Aquila a baluardo del Giovin Signore

Il Capoluogo ha intervistato il Giovin Signore della 725^ Perdonanza Celestiniana: Federico Vittorini. Volto, nome e simbolo di una città che, da sempre, lo cinge premurosa.

Federico Vittorini, L’Aquila a baluardo del Giovin Signore

Gli echi della 725^ Perdonanza celestiniana non si sono ancora affievoliti, nonostante le note del jazz abbiano preso, in maniera subitanea, il posto dei tamburi e delle chiarine degli Sbandieratori, che accompagnavano il Corteo della Bolla.

Un’edizione molto amata dal pubblico quella del 2019, ricca di presenze e di simboli.

Due importanti simboli di questa Perdonanza, la decima dal sisma del 2009, sono stati due ragazzi aquilani la cui vita il sisma ha toccato. Fieri, sorridenti e rappresentativi, hanno rivestito i ruoli di Dama della Bolla e del Giovin Signore.

Sara Luce Cruciani Federico Vittorini sono stati 10 anni fa e sono tuttora i figli di tutti gli aquilani. La prima fu immagine simbolo, all’epoca, della tenerezza di una giovane vita scampata al tragedia e alle macerie. Il secondo, a causa del terremoto, perse madre e sorella, ed è diventato uomo sotto l’occhio premuroso della sua città.

 

Il Capoluogo ha intervistato Federico Vittorini dopo la sua esperienza come Giovin Signore.

«Sono più emozionato adesso di quanto lo fossi prima di quest’esperienza, soprattutto il momento del corteo, più per un senso metaforico di quello che stavo facendo che per il significato in sé.»

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Un incontro e un abbinamento tra due “simboli forti” per la città dell’Aquila. Come ha vissuto questa vicinanza?

«L’approccio e la vicinanza con Sara Luce Cruciani sono stati vissuti in modo molto sereno, senza troppe pressioni che si sarebbero potute creare e con il giusto equilibrio anche dall’esterno. È semplice sconfinare in episodi o sfumature indelicate ma così non è stato fortunatamente. Anzi, devo ammettere che ho notato un grande rispetto e una grande discrezione da parte di tutti e ciò mi ha reso molto felice. In un certo senso è come se L’Aquila si fosse messa a protezione, a scudo nei nostri confronti.»

Federico Vittorini in un certo senso è abituato al pubblico, è anche vocalist e chitarrista del gruppo “Lingue Sciolte“, che nasce nel 2015, ma l’esperienza del Corteo gli ha dato delle sensazioni molto diverse da quelle dei concerti.

federico vittorini

«Quando finisce una canzone e il pubblico applaude, l’applauso va al gruppo, alla canzone, al cantante… insomma è un applauso specifico. Nel caso della Perdonanza l’applauso era al messaggio, alla tradizione, a qualcosa di più grande.» prosegue Vittorini, ritratto fiero anche nelle immagini del Corteo sotto la pioggia.

«L’edizione di quest’anno è stata molto bella ma ritengo che tutti noi cittadini dobbiamo ricordarci di vivere la città più di una settimana all’anno, solo quando c’è un evento forte che traina la voglia. Le strade possono riempirsi sia con il caldo, sia con il freddo: non siamo una comunità non abituata al freddo… Non accetterò mai i mesi in cui il centro viene snobbato. Un po’ più di equilibrio e di razionalità sia nel bene sia nel male: non si possono non vedere i problemi in una settimana piena di vita e non si possono vedere solo problemi quando questa settimana finisce. Equilibrio e razionalità come chiave per un futuro più sensato.»

Nel futuro di Federico Vittorini, ventiquattrenne, sicuramente ci sarà una laurea in Filosofia, facoltà che ha scelto dopo una primo tentativo con le materie universitarie giuridiche della città di Trento (troppo lontane da lui) e che lo ha riportato nella città di cui è “completamente innamorato”, ricambiato.

«Essere innamorati di questa città non significa voler rimanere qui a tutti i costi e non fare esperienze. Le due scelte possono andare tranquillamente a braccetto – conclude -. Ma uno dei motivi principali per cui ho deciso di rimanere a L’Aquila è la musica: per un progetto di musica inedita, bisogna vivere sul campo e con lo strumento in mano.»