Riti e tradizioni

A Poggio Cancelli rivive il corteo della Sposa Pojana

Rivive l'8 settembre a Poggio Cancelli la tradizione della Sposa Pojana e del corteo. Il Capoluogo ha intervistato Assunta Annibaldi per scoprire le radici di questa manifestazione.

A Poggio Cancelli rivive il corteo della Sposa Pojana

Poggio Cancelli è una frazione di Campotosto, toccata dal terremoto come tutto il comprensorio dell’Alto Aterno.

«Poggio Cancelli è il paese del mio cuore, dove ho vissuto i momenti più importanti della mia vita, e vederlo distrutto dal terremoto e dal mal governo fa veramente male.» commenta Assunta Annibaldi.

«L’associazione Radici Pojane sta facendo l’impossibile per cercare di non far morire quel paradiso.»

«È difficilissimo… tanto tanto difficile ma noi non ci buttiamo giù (da buoni abruzzesi…) ed abbiamo organizzato per la giornata dell’8 settembre la rievocazione storica della Sposa Pojana, un corteo in costume tradizionale che riporta alla luce le nostre antiche usanze che volevano che un tempo nei matrimoni la sposa venisse accompagnata nella futura casa.»

sposa pojana

«Le ragazze del paese portavano sulla testa le canestre contenenti i simboli della prosperità matrimoniale futura. La barrozza poi, trainata da mucche dalle corna infiocchettate, trasportava il materasso per la nuova vita coniugale degli sposi.» prosegue Assunta Annibaldi, quest’anno ancor più legata alla manifestazione poiché lo sposo sarà impersonato dal figlio venticinquenne.

sposa pojana la barrozza

Alle 12 ci sarà il convivio sociale e alle 15 l’inizio della sfilata.

La maggior parte dei vestiti sono originali.

Il fulcro del corteo è la visita della suocera alla casa della futura nuora: la prima si presenta con un detto scaramantico e con i coralli, che darà in dono all’altra, terminando con un dissacrante “Tieni i coralli e ti do anche il lavoro, bella lo sei, buona non lo so, per la grazia di Santa Maria, meglio morta che vedova!” nel senso che, tra i due futuri sposi, la suocera preferisce che sia la nuora la prima a passare a miglior vita e non il figlio.

Agli sposi viene poi recapitato quanto basta per non uscire per sette giorni: sette filoni di pane, le lenzuola, viveri e vettovaglie.

Un rito divertente e di buon auspicio, accompagnato dalla musica delle ciaramelle.

Un rito narrato anche dai versi del poeta Paolo De Angelis, originario di Poggio Cancelli, che scrisse i componimenti in occasione del matrimonio della sorella.

sposa pojana poesie paolo de angelis
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