Incidente

Ciclista 19enne investito a San Felice d’Ocre

Investito nei pressi di San Felice D'Ocre Orlando Pitzanti, ciclista professionista di 19anni della Area Zero Pro Team. Salvato dal casco

Investito nei pressi di San Felice D’Ocre Orlando Pitzanti, ciclista di 19anni della Area Zero Pro Team.

Il ciclista sardo, professionista da pochi mesi, si stava allenando ieri mattina sul territorio aquilano quando – riporta la sua squadra – è stato “investito da un’auto che non ha rispettato la precedenza”.

La dinamica dell’incidente è al vaglio degli investigatori.

Come riporta Il Centro, arrivato all’altezza del bivio per San Felice il ciclista ha trovato sulla sua strada una Fiat Panda, condotta da una donna del posto, che stava girando a sinistra.

Nonostante il tentativo di frenata, il ciclista è finito contro la macchina ed è caduto rovinosamente a terra.

Pitzanti è stato soccorso, mentre la ragazza che guidava la vettura è rimasta sul posto, visibilmente colpita dall’accaduto, fino all’arrivo dei carabinieri di Barisciano che si sono occupati dei rilievi.

Nonostante il forte impatto, il ciclista era pienamente cosciente: è stato ricoverato al San Salvatore dell’Aquila dove ha trascorso la notte. Oggi ulteriori accertamenti.

È stato il casco a salvarlo: nella fotografia diffusa dalla sua squadra è ben evidente il punto in cui il casco si è rotto e ha, così, evitato al giovane ciclista conseguenze ben peggiori.

CASCO ORLANDO PITZANTI

Orlando Pitzanti, classe 2000, è diventato professionista pochi mesi fa: giovane promessa del ciclismo italiano, ha raccontato pochi giorni fa la sua storia al giornale specializzato Born To Cycle.

Sono alto 1,70 m e in questo momento peso 52 kg (probabilmente il peso minore che abbia mai avuto: sono in peso forma, insomma). Non posso essere altro che uno scalatore (sorride, ndr). Ho iniziato a correre nel 2014, quando avevo ancora 13 anni. Prima di iniziare ciclismo, avevo fatto quattro anni di atletica e quattro di calcio. Praticamente mio padre, essendo un ex dilettante degli anni ’80 e ’90, nel 2013 ha ripreso la bicicletta innanzitutto per perdere peso, ma anche per provare a tornare a gareggiare in corse amatoriali. E io non avevo mai visto gare di bici, nemmeno in tv: addirittura, quando mio padre guardava qualche corsa gli giravo il canale, perché proprio non mi piaceva il ciclismo. Poi in quell’anno, quando lui ha ripreso, sono andato a vederlo in diverse corse, e ha iniziato a piacermi. Mentre ancora stavo giocando a calcio, mi ha comprato una bicicletta, così per uscire con lui a fare qualche passeggiata. Dopo due uscite da venti chilometri ciascuna, ho mollato il calcio. E vi posso assicurare che prima ero un amante del calcio, quasi fissato. Insomma, è stato un colpo di fulmine. Nel corso dell’inverno ho iniziato a fare qualche uscita più funzionale alle gare che sarebbero iniziate ad aprile. Così nel 2014 ho iniziato a correre da esordiente al secondo anno: i primi anni ho corso principalmente in Sardegna, regione in cui il ciclismo è più arretrato rispetto alle altre parti d’Italia. Ci sono pochi corridori (15-20 per ogni categoria). Per dirvi, la categoria under 23 non esiste e juniores e allievi corrono insieme. In totale si arriva a 45-50 corridori, se proprio va bene. Ho corso i primi anni con il Velo Club Sarroch (Cagliari, ndr), che era la squadra giovanile più vicina rispetto a dove abitavo io. Quando sono passato allievo di secondo anno ho poi cambiato squadra, passando all’Ozierete Carrera (Sassari, ndr), la cui sede era distante rispetto a dove stavo io, trovandosi a circa 200 chilometri da me. .”

La redazione de Il Capoluogo augura una pronta guarigione al giovane ciclista

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