L'aquila e cratere

Ricostruzione post sisma, pratiche bloccate al Genio civile: non è solo colpa dell’ente

Post sisma: pratiche a rilento presso il Genio civile, ma non è solo colpa dell'ente. Il combinato che frena la ricostruzione.

L’AQUILA – Pratiche della ricostruzione post terremoto ferme al Genio civile, occorre più personale ma non è solo colpa della burocrazia.

Tra i numerosi fattori che rallentano la ricostruzione post sisma, l’analisi delle pratiche depositate presso il Genio civile, che prevedono spesso “tempi biblici” con centinaia di atti in attesa. Come spiega l’ingegner Francesco Laurini di Unirest srl, sentito a proposito dal Capoluogo.it, il problema è che «il personale impiegato in questo contesto è insufficiente e in qualche caso non aperto alla risoluzione dei problemi, ma dedicato esclusivamente alla interpretazione della normativa in maniera piuttosto restrittiva. Con personale insufficiente, tutta una serie di farraginosità nell’iter della pratica e la complessità delle norme si configurano ritardi inaccettabili. Bisognerebbe fare in modo che chi si occupa di queste cose abbia più margine di movimento per accelerare le pratiche».

Ma non è solo questione di personale del Genio civile. A rallentare le pratiche ci sono anche gli errori nell’invio telematico. «Adesso si fa tutto online – spiega al Capoluogo.it l’ingegner Fausto Fracassi, sindaco di Ocre – e se la pratica è corretta tutto questo tempo non passa. Spesso però le pratiche sono incomplete e vengono richieste integrazioni e a questo punto è chiaro che il tempo si raddoppia».

Anche l’iter della pratica, nonostante dal semplice deposito per l’avvio dei lavori si sia passati alla necessità del nulla osta, non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile: «Di tutte le pratiche che arrivano – spiega l’ingegner Fracassi – se sono formalmente corrette, ne estraggono un 30%, mentre il restante 70% viaggia ancora con il vecchio sistema del semplice deposito».

Insomma, se le pratiche fossero tutte formalmente corrette, un buon 70% non subirebbe alcun rallentamento, mentre il 30% seguirebbe la procedura completa che naturalmente richiede più tempo. Nel momento in cui però la pratica online risulta incompleta, inizia il balletto delle integrazioni che raddoppia il tempo. Tra mancanza di personale e pratiche che hanno bisogno di essere riviste, ecco quindi quel blocco che paralizza la ricostruzione. «C’è una sofferenza evidente su questo punto – sottolinea il sindaco di Fagnano Alto, Francesco D’Amore – con i nuovi tempi di scadenza e le invalidazioni dei tanti procedimenti in atto che hanno messo ulteriormente in difficoltà la ricostruzione»

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