Valle aterno

Ss Picente 260, muro di erba e pericolo incidenti

Valle Aterno: un muro di erba mette in pericolo automobilisti sulla SS Picente, Movimento Civico per Capitignano chiede intervento.

Valle Aterno: pericolo incidenti sulla SS Picente 260, letteralmente invasa da un muro di erba che impedisce una corretta visibilità ai tanti automobilisti che vi transitano.

Si tratta della strada che percorre l’alto Aterno e sulla quale proprio pochi giorni fa, una femmina di capriolo incinta è andata a schiantarsi contro un’automobile, morendo sul colpo insieme al cucciolo che portava in grembo. Il guidatore in quel caso fece presente le difficili condizioni di visibilità arrecate proprio dalla vegetazione molto fotta a bordo strada.

Il Movimento Civico per Capitignano e frazioni chiede adesso un intervento urgente, per evitare altri incidenti.

“Quella nella foto è la attuale muraglia di erba che delimita i due lati della strada statale Picente di collegamento tra Capitignano e il territorio di Montereale fino a Piedicolle. Un rettilineo dove nonostante i cartelli con limite di velocità indicato in 30 Km orari apposti dall’Anas, recentemente tornata a gestire quella viabilità, nessuno o quasi, è portato a rispettare quel limite avendo davanti un lungo rettilineo”, scrive il Movimento in una nota.

“Si ha rispetto delle riduzioni di velocità soltanto a seguito di incidenti e fìnchè permane il ricordo di quell’episodio, poi si torna alle ‘normali’ velocità e nessuno bada più alla prudenza. L’erba alta ora è giunta a coprire del tutto gli alti catarifrangenti, rendendoli invisibili allo sguardo del conducente, soprattutto di notte”, continua la nota.

“Quell’erba a confine stradale consente agli animali selvatici come lupi, caprioli, cervi e cinghiali, di sbucare all’improvviso andando a sbattere contro le autovetture senza che il conducente possa minimamente rendersi conto di quanto stia accadendo, soprattutto se procede rasentando la banchina”.

“Nell’arco di pochi anni si sono contati oltre 10 incidenti avvenuti  lungo questo rettilineo, ultimo quello di pochi giorni fa con la morte della femmina di capriolo insieme al povero cucciolo che portava in grembo. E ne succederanno ancora – chiarisce la nota – anche in vista della fienagione che allontanando gli animali dai campi li farà riversare ancor di più negli attraversamenti stradali”.

E il Movimento chiede all’Anas quindi, di intervenire con urgenza nello “sfalciare l’erba” e al sindaco di Capitignano Maurizio Pelosi, quale Consigliere del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, di intervenire “con determinazione e altrettanta solerzia presso l’Ente affinchè venga apposta una adeguata barriera nel lato ovest del rettilineo, fino al bivio per la Frazione di Pago, in quanto territorio rientrante nell’area Parco”.

“È giusto amare e rispettare gli animali, ma altrettanto giusto e doveroso – spiega Pio Fulvi, coordinatore del Movimento – riteniamo sia salvaguardare l’incolumità fisica dei cittadini e prevenire danni alle autovetture che mediamente risultano provocare costi tra 500 e 1000 euro ad ogni incidente”.

“Sono state pubblicate alcune sentenze che indicano nella Regione Abruzzo l’Ente tenuto al pagamento dei danni provocati dagli animali selvatici ma, interpellata, la nostra Regione Abruzzo ha comunicato per le vie brevi che la Cassazione si è espressa in maniera diversa, per cui allo stato, appare difficile, se non impossibile, al cittadino incidentato poter  chiedere e ricevere indennizzi”, conclude il coordinatore.

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