Condanna

L’Aquila: raccomanda nipote a un concorso, condannata dirigente

Raccomanda la nipote e la fa assumere a un concorso, condannata dirigente aquilana

Raccomanda la nipote a un concorso; per questo motivo una dirigente del Comune dell’Aquila, Patrizia del Principe è stata condannata a un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa).

Come riporta Il Messaggero, la condanna è stata emessa ieri dal Tribunale dell’Aquila per la continuazione dell’abuso d’ufficio.

La donna è stata assolta dal reato di turbativa d’asta, che per la difesa non aveva ragion d’essere, facendo confluire tutta la condotta all’abuso d’ufficio.

Il pm titolare dell’inchiesta è Simonetta Ciccarelli che ha più volte sottolineato, “l’assoluta arbitrarietà della dirigente per raccomandare la nipote”.

La vicenda giudiziaria vede coinvolte due giovani donne, una la nipote della Del Principe che grazie alla raccomandazione della zia ha trovato lavoro presso il Comune, e dall’altra parte Costanza Rossi, colei che avrebbe dovuto avere quel posto, perchè in possesso dei titoli e dei requisiti e lavorava invece presso un call center.

Secondo l’accusa, la Del Principe avrebbe dovuto astenersi “tanto dalla predisposizione dell’atto per assumere collaboratori, quanto al presiedere poi la commissione che ha esaminato le candidature e dalla quale è scaturita l’assunzione della nipote”.

La dirigente avrebbe quindi raccomandato la nipote per inserirla all’interno di un co.co.co. di un progetto del Comune dell’Aquila “Verso una città a dimensione di studente”, volto a favorire la risoluzione delle problematiche degli universitari.

Il quadro investigativo ha altresì evidenziato come dopo aver dichiarato vincitrice la nipote, la donna ha stipulato personalmente il contratto di collaborazione continuativa e coordinata.

Contratto che, sempre stando alle indagini, sarebbe stato prorogato grazie a dei fondi derivanti da una donazione del partito di Sinistra e libertà.

La sentenza di ieri ha lasciato comunque scontenti una decina di giovani che si erano costituiti parte civile e avevano richiesto un cospicuo risarcimento (100 mila euro), a favore di Costanza Rossi, colei che avrebbe dovuto avere il posto.

Oltre alla condanna e alle spese legale, commutate in 1200 euro per ciascun avvocato, la dirigente dovrà risarcire i ragazzi con la somma di 500 euro ciascuno.

Per il Comune, rappresentato dall’avvocato Antonio Orsini, si procederà in sede civile.

La dirigente era difesa dall’avvocato Maurizio Dionisio; gli avvocati difensori dei ragazzi erano Maria Leone, Roberto Lepidi, Marco Laurenti, Lorenzo Cappa, Alessandro Rosa.

Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.