Giornata mondiale poesia

21 marzo, la giornata mondiale della poesia

Ricorre oggi, 21 marzo, la giornata mondiale della poesia voluta dall'Unesco. Le riflessioni e l'afflato poetico di Nando Giammarini in questa giornata speciale.

21 marzo, la giornata mondiale della poesia.

 
Ricorre oggi, 21 marzo, la giornata mondiale della poesia voluta dall’Unesco dalla XXX Sessione della Conferenza Generale nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo dell’anno successivo. La data che segna oltre al primo giorno di primavera- anche la ricorrenza della nascita di una delle poetesse più grandi di tutti i tempi, Alda Merini – riconosce all’espressione poetica un ruolo di primaria importanza nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica , della comunicazione e della pace.

La poesia è una bellezza che dovrebbe renderci più umani collaborando alla costruzione di un mondo migliore.

Essa, quale valore universale da difendere e diffondere, si rivolge direttamente al cuore della gente, attraverso un linguaggio di sensibilità, generosità e speranza.

Possiamo tranquillamente affermare che è una necessità, una reazione a ciò che distrae dall’essenziale portandoci nel fondamentale e naturale spazio della riflessione.

Scrivere è, a volte, un bisogno impellente per estrinsecare i propri pensieri, le aspirazioni, i sogni.

È parlare di noi, degli avvenimenti e dei fatti che ci colpiscono in maniera particolare.

Nasce così il bisogno di scrivere o di fissare in versi un momento emozionale.

La poesia in particolare è un angolo segreto dove rifugiarsi scaricando le tensioni interiori.

A volte sono le piccole cose ad esortare, tra intelletto e sensibilità, l’animo del poeta per cui una violetta sbocciata tra fiori di biancospino, la mimosa e gli altri alberi da frutta fioriti, il tepore di giornate luminose e piene di sole, sono strumenti che abbracciano le tante espressioni poetiche permettendo agli artisti, di esternare la loro parte migliore.

La celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia, un evento culturale di notevole interesse, rappresenta l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la  comunicazione e la cultura attraversano in questi anni.

Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria che racchiude in se forme poetiche di notevole spessore letterario tramandatoci unitamente a tutte le altre forme della creatività
letteraria ed artistica.

Alcuni sostengono che la poesia, dall’alto della sua sensibilità , sia una questione di sguardi, come dire guardare il mondo con meraviglia e stupore, ma, prima ancora, di essere attenti a quel che accade in noi nel corso della vita.

Spesso guardiamo il mondo con occhi altrui: è il meccanismo della pubblicità, e del conformismo.

Ogni volta, invece, che una persona guarda alla vita con amore e ascolta il linguaggio del cuore quel che accade dentro di sé, sarà creativo, qualunque sia la propria capacità di rapportarsi all’ambiente che lo circonda.

Così anche temi i semplici e quotidiani diventano materia di poesia: si tratta di entrare in sintonia con la vita e con noi stessi, perché il nostro inconscio ne sa più di noi. L’arte poetica è inscindibile da un costante impegno sociale e rimane una fonte di ispirazione per i tanti sostenitori delle libertà fondamentali in tutto il globo terrestre.

Inoltre ci rende consapevoli della straordinaria diversità umana: delle lingue, degli usi e costumi, delle culture.

È un luogo d’incontro tra l’individuo e il mondo.

È un’introduzione alla differenza, al dialogo e alla pace. È la testimonianza dell’universalità della condizione umana che va oltre gli innumerevoli mezzi usati per descriverla anche attraverso un supporto efficace per l’apprendimento permanente.

In conclusione dell’articolo mi piace ricordare alcuni versi della poetessa dei navigli Alda Merini – una donna che fu un inno alla vita e all’amore, condannata e salvata dalla sua poesia – di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario della scomparsa. Lei si esprimeva così:
“Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle potesse scatenar tempesta”

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