Dibattito

L’Aquila, lo sfogo di una commerciante del centro: parliamo di chi resta, non di chi se ne va

"I problemi della signora Buzzanca li viviamo ogni giorno tutti: sta a noi decidere se continuare a lottare": parla una commerciante del centro storico.

L’Aquila – Sono tornati alla ribalta delle cronache negli ultimi giorni i commercianti del centro storico dell’Aquila: domani la manifestazione che partirà da via Verdi.

Qualche giorno fa, avevano fatto clamore la scelta e le parole di Marzia Buzzanca, chef di “Percorsi di gusto”che ha deciso di chiudere il proprio locale.

“Dalla politica solo chiacchiere, è un modo chiuso, che si autoalimenta e che non si confronta con la vita reale in cui siamo tutti noi” E su L’Aquila: “Penso che ormai sia una città finita, un po’ il simbolo di una Italia che vive di dichiarazioni senza risolvere i problemi” le parole di Buzzanca a Luciano Pignataro

A lei risponde, con uno sfogo, una commerciante di Piazza Duomo, Roberta Di Donato (Peperoncino), che ha affidato a Il Capoluogo le sue riflessioni su essere commercianti in centro storico.

roberta di donato peperoncino pizzeria

L’Aquila è finita solo se noi smettiamo di crederci.
Per noi commercianti aquilani, noi che siamo tornati in centro storico, certo, non è facile, sono d’accordo. Combattiamo contro chi non comprende le difficoltà di ripartire da zero in una città terremotata e specula sulle attività chiedendo affitti che non sono proporzionati all’economia attuale della città. Ma non ci siamo arresi il giorno dopo il terremoto e non lo faremo ora.

I problemi della signora Buzzanca li viviamo ogni giorno tutti: sta a noi decidere se continuare a lottare o fermarci. Fermarsi è comunque una sconfitta.

Sui social e sui giornali l’annuncio della chiusura del suo locale è stato fatto passare come un atto eroico: ma i veri eroi sono quelli che in silenzio ogni giorno si spaccano la schiena per arrivare a fine mese, senza cercare clamori o medaglie; il tam tam mediatico non c’è stato per tutti gli altri negozianti che purtroppo non ce l’hanno fatta ed hanno chiuso le proprie attività.

Senza dubbio, le amministrazioni non hanno fatto molto per agevolarci o renderci la vita più facile. Anzi, praticamente nulla.

Però sta a noi cittadini ricostruire la città con le nostre braccia, senza aspettarsi interventi straordinari da chi governa, unendo le forze e non facendoci lo sgambetto come spesso accade.

Bisogna collaborare e combattere contro la mentalità individualista che chiude le menti e non dà opportunità all’innovazione.

Quando si prende una decisione del genere non si cercano i riflettori puntati addosso (manovra che ricorda una “strategia biondiniana”, forse perché va di moda?) il vittimismo non aiuta a vincere, non ci fa apparire migliori: anzi, ci squalifica”

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