Walking the line, a Polarville la presentazione del libro di Christian Elia

A Polarville la presentazione del libro di Christian Elia, con le fotografie di Gianluca Cecere.
Si svolgerà il prossimo sabato 23 febbraio alle 17 presso la libreria Polarville, in via Castello 49, la presentazione del libro Walking the line. Palestina e Israele lungo il confine che non c’è (Ed. Milieu, 2018). Saranno presenti l’autore Christian Elia e il fotografo Gianluca Cecere. Modera l’incontro, Silvana Matta.
5 giugno 1967, 7.45 del mattino. L’aviazione militare israeliana si alza in volo per annientare quella egiziana, senza dargli neanche il tempo di reagire. Ancora non è possibile saperlo, ma è il primo atto di un conflitto che, breve e incisivo, rivoluzionerà il destino dell’intera regione. In meno di una settimana le truppe di Israele occuperanno la Cisgiordania, la parte orientale di Gerusalemme, la Striscia di Gaza, le alture del Golan e la penisola del Sinai. Da quel momento, l’occupazione militare e le sue infine violazioni diventeranno, nella narrazione dominante, una conseguenza accidentale e necessaria nella lotta di Israele per la sua sopravvivenza. Cinquanta anni dopo, Walking the Line è un progetto che ha lavorato un anno a ridosso di quel confine che poteva e doveva essere, senza essere stato mai. Un viaggio fotografico lungo e attorno quella “Linea Verde”, come veniva chiamata la frontiera tra Israele e quello Stato di Palestina che milioni di persone aspettano ancora possa vedere la luce. Verde, come l’inchiostro usato per disegnarla sulla mappa durante le trattative per l’armistizio. Un’alternanza di ritratti e di luoghi simbolici, per incrociare le memorie personali e quelle collettive, del fotografo Gianluca Cecere. I testi dei giornalisti Christian Elia e Cecilia Dalla Negra, da anni impegnati nel racconto di questa terra stretta. Una raccolta di voci, incontrate lungo il cammino, per riportare la narrazione a coloro che – per cinquanta anni – sono stati l’oggetto del racconto, facendoli tornare soggetto, cogliendo nell’alternanza tra gente comune e intellettuali quale sia la radicata relazione tra memoria personale e collettiva.
