Ricostruzione

Donne in marcia per il futuro dell’Alto Aterno

Parola d'ordine: ricostruzione. Dieci ore di cammino per accendere i riflettori sull'Alto Aterno.

Dove il tempo si è fermato le donne marciano per il futuro dell’Alto Aterno e per incoraggiare la ricostruzione che stenta a partire. Il Capoluogo.it vi porta a Campotosto.

di Francesca Marchi

La neve e il freddo non hanno fermato la marcia delle donne. Un battaglione, quasi tutto al femminile, si è messo in viaggio da Campotosto verso L’Aquila per sollecitare la ricostruzione.
Dieci ore a piedi che non fanno paura, nemmeno se la temperatura va sotto lo zero.

CAMPOTOSTO

La determinazione delle donne pronte a riprendersi “il futuro di un territorio che muore sotto gli occhi di tutti” è fortissima.

CAMPOTOSTO

Lucia Pandolfi, ex sindaco di Montereale, e Iside Di Martino, primo cittadino di Cagnano Amiterno, sono le due donne che nei giorni scorsi hanno lanciato l’iniziativa e che, in questa fredda domenica, hanno capeggiato la marcia che incontrerà le istituzioni nel capoluogo di regione.

CAMPOTOSTO

Il cuore dell’Alta Valle dell’Aterno questa mattina si è presentato vestito di bianco, quasi la prima neve volesse celare ciò che rimane. Dentro e fuori i container che ospitano le attività commerciali incrociamo lo sguardo di chi resta e resiste: per loro Campotosto, il paese fantasma, è così dal 18 gennaio 2017. 

CAMPOTOSTO

Ricostruzione che stenta a partire, imprese che chiudono, saracinesche abbassate, spopolamento: “Il timore è che diventi normale vivere questa vita”. Tra gli eroi che hanno scelto di restare c’è Assunta Perilli con la sua bottega della tessitura una delle luci accese nella piazza spettrale. “Campotosto è lontana da Teramo, così come da L’Aquila, non vogliamo restare isolati quindi oggi siamo qui per far sì che i riflettori non si spengano”.

CAMPOTOSTO

Presente alla manifestazione anche il sindaco di Barisciano Francesco Di Paolo, l’assessore regionale Lorenzo Berardinetti, assente, invece, il sindaco di Campotosto, Luigi Cannavicci.

Campotosto, il paese dei crateri

Tutto va a rilento nel paese dei crateri. La storia dei terremoti collezionati parte da lontano: nel 2009 il primo, con la scossa che colpì L’Aquila e buttò fuori casa quasi la metà della gente di Campotosto . Poi toccò alla vicina Amatrice, rasa al suolo nell’agosto del 2016, quel giorno Campotosto ricominciò la conta e le verifiche delle case ancora sicure e agibili. Non dimentichiamoci di Norcia e della scossa del  30 ottobre 2016 che rese inagibili altri edifici. Un po’ di pace fino al gennaio successivo:  poi le scosse ripetute e di magnitudo superiore a 5 lo hanno raso al suolo.

Altri due anni sono passati da allora e il dato allarmante – sottolinea Pandolfi – è che “non è stata istruita nessuna pratica per la ricostruzione. Anche chi possiede casa B è rimasto negli alloggi del progetto case sparsi per il territorio”.

E il turismo? “Altra nota dolente per una terra fatta di persone che avevano qui la seconda casa: Se non possono più tornare nemmeno per un giorno nella loro abitazione conseguenza ovvia è che le piccole attività commerciali non hanno più futuro”.

Lo spettro dello spopolamento dell’Alto Aterno

La popolazione è al minimo storico, 50 persone risiedono nel capoluogo, così come a Mascioni, l’altra grande frazione. Si arriva in totale a seicento residenti, di cui circa 200 vivono nei moduli abitativi provvisori, circa 60 in case tornate agibili e una sessantina tra L’Aquila e Scoppito, altri hanno scelto di andare altrove.

CAMPOTOSTO

E’ passato un anno esatto dalle scosse che hanno raso al suolo uno dei borghi più belli d’Abruzzo, famoso per il lago creato dal nulla negli anni trenta e per quella diga che tanto fa discutere e sospirare.

Neve a Campotosto

Lunedì 19 novembre alle ore 11.30 davanti la Prefettura di L’Aquila ci sarà un incontro con le istituzioni per chiedere la ricostruzione di tutti i comuni colpiti dal sisma del centro Italia, in particolare Campotosto, Capitignano, Montereale, Cagnano Amiterno.

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