Libri

La Bonanni inedita di Gianfranco Giustizieri

Presentato Antologia Sommersa, il quarto libro di Gianfranco Giustizieri su Laudomia Bonanni: l'intervista all'autore

di Andrea Giallonardo

In molti, nel tempo, sono stati affascinanti dalle pubblicazioni della scrittrice aquilana Laudomia Bonanni: tra questi Gianfranco Giustizieri, studioso di cultura letteraria italiana ed autore di varie pubblicazioni sul patrimonio letterario abruzzese.

Sull’autrice, attenta alle problematiche delle classi più umili e sensibile alle dinamiche politico-sociali del suo tempo, il professor Giustizieri ha all’attivo già tre pubblicazioni in cui espone le caratteristiche letterarie ed umane di una tra le maggiori scrittrici italiane del 900.

Nel pomeriggio di venerdì, presso l’Auditorium Sericchi, Giustizieri ha presentato il suo quarto libro su Laudomia Bonanni, Antologia Sommersa, in cui ripercorre l’attività editoriale dell’autrice che, oltre ad essere insegnate e scrittrice di romanzi, fu anche giornalista per alcuni tra i maggiori quotidiani del suo tempo come Il Giornale d’Italia.

Nel volume lo studioso aquilano ha catalogato più di 1200 articoli, in particolare elzeviri di terza pagina, in cui sono riportate inchieste, interventi di natura culturale e molto altro.

Nata a L’Aquila nel 1907 dimostrò fin da giovanissima una spiccata attitudine alla scrittura, dote che coltivó con passione dagli anni 30, quando esordí come scrittrice per l’infanzia, fino agli inizi degli anni 80, quando si ritirò dalla vita pubblica. In più di cinquant’anni di attività editoriale la Bonanni ha fornito una serie di straordinari spaccato della società italiana a cavallo delle due metà del 900, senza omissioni o ipocrisie. Al Capoluogo il professor Giustizieri ha presentato una Laudomia Bonanni inedita.

gianfranco giustizieri

Professor Giustizieri lei è al quarto lavoro sulla Bonanni.
I miei studi su questa eccezionale scrittrice hanno avuto inizio nel 2002 ed ancora adesso ci sono aspetti che devo approfondire. Era il 1975 quando iniziai ad interessarmi a lei, devo ringraziare per questo il professor Giovanni Pischedda che un giorno mi invitò a leggere il libro L’imputata affinché gli fornisco un parere su quest’opera. Fu la lettura di quel libro a far nascere in me la passione per quest’autrice.
Come ha portato avanti le sue ricerche?
Ho incominciato con l’esaminare il percorso di Laudomia Bonanni come scrittrice di romanzi, poi mi sono focalizzato sugli elzeviri da lei redatti su diversi quotidiani del suo tempo.
La parola elzeviro non è più nell’ uso comune.
É vero, per i profani posso dire che gli elzeviri erano articoli di stampo culturale presenti nella terza pagina dei giornali.
Cosa ha riscontrato studiando gli elzeviri della Bonanni?
Ho riscontrato una continua osmosi tra la Laudomia scrittrice e la Laudomia giornalista, in termini stilistici e soprattutto contenutistici. Sia negli articoli che nei romanzi possiamo ritrovare gli stessi personaggi, la stessa tecnica di scrittura e la stessa visione della vita.
Aveva una visione della vita ordinaria?
Assolutamente no, infatti mi piace definire la Bonanni come donna senza tempo. Lei visse tra la prima è la seconda metà del 900 e posso assicurarle che le sue idee erano decenni avanti rispetto a quelle imposte dalla mentalità dell’epoca.
Aveva una mentalità più aperta?
Molto aperta, rifiutava le zavorre mentali che impedivano alle persone di ragionare in maniera chiara ed equilibrata. Alcuni temi da lei affrontati nelle terze pagine sono di grande attualità ancora oggi, mi riferisco all’educazione dei bambini, ai disagi sociali ed alle ingiustizie subite dalle donne.
Come mai, negli ultimi decenni, è stata parzialmente dimenticata?
Gli ambienti culturali italiani hanno le loro colpe ma devo aggiungere che la Bonanni, per propria inclinazione personale, era una persona molto riservata che non coltivava intensamente le relazioni pubbliche. Era molto severe con sé stessa e con gli altri, quando si accorse che la Bompiani, la casa editrice con cui pubblicava, stava iniziando a dedicarle sempre meno spazio, si ritirò dalla vita pubblica. Determinante fu la mancata pubblicazione del suo ultimo romanzo, La Rappresaglia, che spinse l’autrice a lasciare la Bompiani ed a smettere definitivamente di pubblicare. Da quel momento in poi si dedicò alla formazione degli studenti.

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