L'aquila

Ricostruzione, lavoratori in sciopero

Lavoratori assunti dalle graduatorie Ripam in sciopero davanti alla Prefettura, chieste maggiori garanzie di continuità lavorativa.

Continuità lavorativa e garanzie, lavoratori della ricostruzione in sciopero. Manifestazione davanti alla Prefettura.

Questa mattina manifestazione degli operai della ricostruzione al Palazzo del Governo. A chiamare a raccolta i lavoratori impegnati nella ricostruzione dei comuni del Cratere la FP CGIL, congiuntamente alla UIL e USB, per una giornata di mobilitazione con uno sciopero di quattro ore su tutto il cratere aquilano del personale assunto dalle graduatorie RIPAM, con contratto di lavoro incardinato nei sei comuni “capofila” individuati all’interno di aree territoriali omogenee, comprendenti più Comuni e collocati negli Uffici Territoriali per la Ricostruzione (UTR) di Barisciano, Caporciano, Goriano Sicoli, Rocca di Mezzo, Castel del Monte e Barete.

sciopero ricostruzione

Sciopero degli operai, le richieste.

«É più di un anno – spiega Francesco Marrelli della FP CGIL – che chiediamo invano alle istituzioni la risoluzione delle anomalie contrattuali che rendono la posizione di questi lavoratori precaria, pur essendo assunti mediante il superamento di un concorso pubblico a tempo indeterminato. È noto ormai che art. 67 ter, comma 5, del DL 83/2012 convertito nella legge 134/2012 (legge Barca) che prevede che dal 2021 il “personale eventualmente in soprannumero sarà assorbito secondo le ordinarie procedure vigenti”, ha introdotto una irragionevole disparità di trattamento in ordine all’inquadramento giuridico per i vincitori del concorso RIPAM assunti dai Comuni del Cratere e dal Comune dell’Aquila, rispetto a tutti i lavoratori pubblici sul territorio nazionale».

sciopero ricostruzione

«In tale modo si è individuata una nuova tipologia di pubblico dipendente: un dipendente di ruolo sottoposto alla condizione risolutiva del rapporto di lavoro, condizione fissata ex ante, costituita dall’avverarsi nel 2021 di una situazione di soprannumero nella dotazione organica dell’ente. La soluzione introdotta con Legge di Stabilità 2018, che riguarda nello specifico la proroga del succitato termine al 2023 (data presunta di fine ricostruzione) rappresenta semplicemente un rinvio del problema, privando i lavoratori di un futuro certo e di tranquillità lavorativa, la stessa tranquillità e certezza che chiedono i cittadini per il buon andamento della ricostruzione».

«A tale inaccettabile condizione di rischio occupazionale si aggiunge che dal 1° luglio 2018 gli Uffici Territoriali per la ricostruzione, a seguito di provvedimento normativo, sono soppressi. Tutto ciò sta generando una grave confusione organizzativa, tale che la FP CGIL ha diffidato le Amministrazioni Comunali di competenza a provvedere alla gestione ordinaria del personale avendo riscontrato un serio rischio di compressione dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori».