Cultura

Ora che non ci sei più, il libro di Livia De Pietro

Si è svolta a Roma,  presso il Museo diaristico nazionale, con la partecipazione di tanti abruzzesi, la presentazione del libro di Livia De Pietro dal titolo Ora che non ci sei più.

La cultura affratella tutti i popoli della terra, eleva le persone e le fa vivere in eterno attraverso il ricordo. Questo mi pare il significato più intimo e profondo che ha indotto Livia a scrivere Ora che non ci sei più, l’ultimo di  una lunga serie della prof.ssa De Pietro, esperta in didattica della poesia, membro di giuria del premio Strega  – responsabile  concorsi letterari della M.A.R.E.L  – nonché  donna coraggiosa, forte ed impegnata nel sociale oltre che nella cultura. La M.A.R.E.L –  (Movimento Attività Riabilitative Espressive Ludiche), lo ricordiamo per dovere di cronaca – è un’associazione senza fini di lucro  fondata nel 2005 da Luisa, Andreina, Laura Di Maso, in memoria della sorella Mariella, deceduta per osteosarcoma, un tumore ritenuto raro, diffuso tra i giovani.

L’associazione, per norme statutarie promuove attività volte alla diffusione della cultura in genere ed al benessere psicosociale della persona con particolare riguardo all’infanzia e alle donne. Svolge inoltre attività di prevenzione del disagio, orientamento e cura della persona attraverso azioni ispirate ai principi di solidarietà coerenza, trasparenza, pari opportunità. Organizza due concorsi letterari annui, “Speciale Infanzia e Speciale Donna”  con una larga partecipazione di poeti e scrittori che senza questa opportunità avrebbero lasciato le proprie opere nei loro polverosi cassetti.  Già dall’anno della sua fondazione l’Associazione si è sempre impegnata a sostenere la ricerca oncologica versando  contributi all’ AIRC insieme a tante persone che con la loro generosità le consentono di esistere e di andare avanti.

livia de pietro

Ora che non ci sei più nella rosa dei grandi diari.

Il libro, Ora che non ci sei più è rientrato nella rosa dei grandi diari e, in quanto tale, accolto nell’archivio-museo nazionale perché ritenuto meritevole di essere tramandato a futura memoria. Il contenuto, privo di una trama vera e propria, ci immerge nel  dolore di una madre che non si rassegna, non accetta, non riesce a spiegarsi la perdita di una figlia. È presente, accanto alla parte in narrativa, un percorso poetico che rivela lo stato d’animo di Livia, sia durante che dopo il decesso della figlia ed è davvero straziante per chi legge. Si conclude con una lettera che di suo pugno scrive a Mariella provando l’illusione di essere ascoltata. Il libro, con la prefazione di Dacia Maraini, sarà presentato prima il 23 aprile dalle figlie di Livia e dalla carissima amica Liana Orfei toccando l’aspetto emozionale della vicenda che ha ispirato il libro. Sarà ancora presentato  il 29 maggio, da Dacia Maraini e Mina Welby per evidenziarne il valore letterario.

L’intervista alla prof.ssa De Pietro.

Ho incontrato la prof.ssa De Pietro – una cara amica con cui abbiamo realizzato tante manifestazioni culturali come ripetuti convegni contro la violenza sulle donne presso l’università di Tor Vergata, svariate cerimonie di premiazioni M.A.R.E.L, come pure presentazioni di libri in Campidoglio di autori abruzzesi, come “I gigli della memoria” di Patrizia Tocci. Le ho rivolto alcune domande, a tutto campo, che riporto di seguito sottolineando le sue prerogative: la  gentilezza  e il garbo di sempre.

Prof.ssa com’è nata l’idea di questo  libro dal potenziale emotivo così forte che riesce a coinvolgere anche i cuori più aridi?
Non era mia intenzione scrivere un libro, ma come dico all’inizio della narrazione, registrare degli appunti per fissare sulla carta il mio stato d’animo in un periodo di angoscia per la malattia di mia figlia. Quando ho saputo dell’esistenza di un museo nazionale diaristico, ho avuto l’irresistibile tentazione di mandare i miei scritti solo con la speranza di lasciare traccia di mia figlia nella memoria collettiva. Così li ho riordinati facendone un libro e, con grande soddisfazione, mi è stato successivamente comunicato che era stato accolto dalla commissione giudicatrice.

È proprio il caso di dire che la sua bravura , l ‘impegno e  la voglia di scrivere sono  passioni che vengono , per usare le parole di Antonio Gramsci, da lontano e  destinate ad andare lontano. È così?
Prima di questo libro non avevo mai scritto in narrativa, ma otto libri di poesia, tra cui Produrre poesia nella scuola dell’obbligo sponsorizzato dal VAS abruzzese, quindi ampiamente divulgato in tale regione. La poesia è stata sempre la mia passione, sin da piccola, per merito della mia maestra che coltivò questo mio talento e poi continuando all’università, con il prof. Toffanin che mi impose lo studio  triennale di “didattica della poesia”. Ho curato molte antologie scolastiche.

Si ritiene soddisfatta della sua produzione letteraria e, lo ricordiamo ad onor del vero, del grandissimo  grado di gradimento dei suoi lettori?
A seguito di questo libro in narrativa, ne ho scritto un altro, Brandelli di vita, per i miei nipoti che sempre mi chiedono di raccontare qualcosa del passato. I miei scritti sono più che altro saggi sulla poesia riportati in varie antologie e riviste letterarie. Da quando sono andata in pensione mi sono specializzata in critica letteraria per cui studio tanta letteratura appassionandomi sempre più a questa disciplina che mi accorgo di non conoscere appieno. Faccio per lo più prefazioni, editing e presentazione di libri per conto della MAREL che da poco ha ottenuto il codice ISBN, quindi curo la collana Marel per la narrativa.

Quale valore ha per lei la scrittura?
Per me la scrittura è vita. Mi manca perché la mia attività quotidiana, molto intensa, è la lettura, sia perché coordino un circolo di lettura delle biblioteche di Roma, sia perché sto in giuria in due importantissimi premi letterari del panorama letterario italiano (Premio Strega” e Premio Biblioteche di Roma) quindi ho poco tempo per scrivere. Non mi faccio però mai mancare il piacere di scrivere una poesia se mi arriva l’ispirazione. Se avrò l’occasione, alla presentazione del mio libro, parlerò della teoria del “cono rovesciato” di Bergson perché io sono la testimonianza diretta della veridicità di tale teoria.

Cosa si prova quando in una delle tante relazioni per la presentazione di un libro le tributano un’ovazione?
Penso alla soddisfazione di chi ha scritto il libro per avermi dato l’entusiasmo di presentarlo con gioia ed enfasi.

Da  scrittrice, esperta e raffinata, quali consigli si sente di dare ai tanti giovani che si affacciano nel meraviglioso mondo della scrittura?
Considero importante la lettura prima di passare alla scrittura. Un metodo molto funzionale è quello di tenere a portata di mano un foglio e una penna quando si legge per poter annotare le frasi che più colpiscono. Tali frasi, inavvertitamente o volutamente vengono fuori nel caso di bisogno espressivo e così si arricchisce il linguaggio.

Grazie infinite, in bocca al lupo, Livia.

Nando Giammarini