Diritto allo studio

Ex caserma Campomizzi a rischio chiusura

Rischio chiusura della residenza universitaria ex-caserma Campomizzi.

 

L’allarme è stato lanciato dal presidente Adsu, Pierluigi Beomonte Zobel, con una nota.

«L’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario (ADSU) dell’Aquila eroga servizi per gli studenti
dell’Università dell’Aquila, degli AFAM (Istituti di Alta Formazione) e dei Conservatori.
Nell’ a.a. 2017-2018 i numeri sono questi:
• oltre 360 studenti ospitati nella residenza universitaria ex caserma Campomizzi
• 1.064 borse di studio già erogate, su 1.377 idonei, quindi oltre 300 idonei non beneficiari
cioè studenti che non percepiranno la borsa di studio per carenza di fondi
• 200.000 pasti erogati annualmente nelle 3 mense di Campomizzi, Roio e Coppito, con 1.200
pasti erogati giornalmente in periodo di lezioni
• 3 bar e una palestra, nel Centro Canada al polo universitario di Coppito, aperta tutto l’anno
anche sabato, domenica e giorni festivi

A fronte di questa realtà si vuole eliminare il Diritto allo Studio degli studenti dell’Università dell’Aquila: il Comune dell’Aquila non convoca l’ADSU perché vuole chiudere la residenza Campomizzi, la Regione Abruzzo non approva i bilanci ADSU e non trasferisce oltre un milione di Euro per le borse di studio degli studenti idonei ma non beneficiari.

Se non sarà subito rinnovato il contratto ormai scaduto con il Ministero della Difesa, sotto la regia del Comune dell’Aquila, si dovrà chiudere la residenza universitaria di Campomizzi e i 360 studenti rimarranno senza alloggio, anche considerando che sul territorio aquilano non sono disponibili strutture pronte e idonee.

L’Azienda ha sempre approvato il proprio bilancio preventivo rispettando i tempi, ma la regione Abruzzo non ha approvato gli ultimi 3 bilanci ADSU, atto obbligatorio essendo l’ADSU un ente strumentale della regione. Abbiamo iniziato il terzo anno in esercizio provvisorio e, se non ci sarà l’approvazione, saremo costretti alla chiusura della residenza e dei servizi essenziali.

Infine le borse di studio per gli studenti bisognosi e meritevoli: sarebbe la prima volta dal 2003 che l’ADSU dell’Aquila non eroga le borse al 100% degli studenti idonei, e ciò penalizzerà anche la regione nelle assegnazioni ministeriali future.

Lo scorso anno siamo riusciti a erogare tutte le borse grazie a un trasferimento in extremis di contributi di annualità passate dall’Università dell’Aquila.

Ricordiamo che un danno all’Università dell’Aquila, per di più in questa lunga e difficile fase di ricostruzione post-terremoto, è anche un grosso danno al territorio abruzzese perché non c’è azienda in Abruzzo che non abbia tra i suoi dipendenti un ingegnere laureato all’Aquila».

 

 

Il sindaco Biondi replica all’Adsu

«Nessuno vuole sfrattare gli studenti o chiudere la Campomizzi».

«Nell’apprendere di una tanto intempestiva quanto inopportuna conferenza stampa convocata dall’Azienda per il diritto allo studio universitario è necessario rassicurare sia lo stesso Ente strumentale della Regione sia gli studenti: nessuno vuole chiudere la Campomizzi né sfrattare chi vi risiede».

«Ho già ricordato in passato che l’accordo per l’utilizzo delle palazzine per ospitare lo studentato è scaduto nel settembre 2015 ma, nonostante ciò, il Ministero non ha mai chiesto che le ragazze e i ragazzi che frequentano l’università dovessero lasciarle, perché tutti hanno ben chiaro quale sia la responsabilità nei loro confronti e perché non c’è una ipotesi alternativa per la localizzazione degli stessi».

«L’accordo sottoscritto tra Ministero della difesa, Agenzia del demanio, Regione Abruzzo e Comune dell’Aquila prevede la redazione di un cronoprogramma per il trasferimento degli studenti, ma l’Adsu finora si è limitata a lamentare problemi senza fornire soluzioni o strategie».

«Le problematiche legate ai bilanci, alle borse di studio, alle sedi alternative per i ragazzi non attengono certo al Comune, che al contrario deve delineare un percorso di sviluppo e di rinascita e lo sta facendo concertando e incontrando tutti i protagonisti del territorio, compresa l’Università, che era e rimane uno degli asset vitali per il capoluogo e la sua aspirazione a diventare città dei saperi e della conoscenza».

La replica dell’assessore regionale Marinella Sclocco: «Se Zobel vuole fare politica si dimettesse da presidente Adsu e si candidasse. Proporro che gli venga revocato il ruolo».

«Zobel – fa sapere la Sclocco – usa queste strumentalizzazioni ormai da due anni, cercando di coprire con la polemica e trovando capri espiatori per situazioni di cui lui stesso è colpevole. La mancata approvazione del bilancio e le attese legate alla definizione dei fondi per le borse di studio destinati agli studenti dell’Ateneo aquilano dipendono dalle sue negligenze poiché, a differenza delle altre due Aziende di Teramo e di Chieti-Pescara, l’Aquila non ha ottemperato ai suoi doveri. L’ADSU dell’Aquila – continua la Sclocco – non ha mai risposto alla richiesta di variazione di bilancio inviata dalla Regione Abruzzo a differenza di Teramo e Chieti-Pescara che, avendo fornito i dati richiesti, hanno già ricevuto il parere positivo per procedere all’approvazione del bilancio. L’Aquila, inoltre, non ha mai risposto alla richiesta del fabbisogno per le borse di studio e, ovviamente, non possono essere erogati fondi se non si conosce l’ammontare delle borse di cui hanno bisogno. Quando lo sapremo, cercheremo al massimo della nostra capacità di onorare al meglio la richiesta. Quello di Zobel – conclude la Sclocco – è un attacco vergognoso e strumentale, che gioca anche con i sentimenti dei ragazzi, un fatto gravissimo per chiunque, ma ancor di più se chi lo fa è un professore. Esattamente com’è avvenuto nel 2016, Zobel ripropone un attacco infondato sul diritto allo studio a mezzo stampa, senza curarsi dei canali istituzionali, delle vite dei ragazzi universitari e minando il lavoro di tutta la squadra del mio assessorato e del Servizio Istruzione che negli ultimi 3 anni ha lavorato e si è impegnata per garantire la copertura totale delle borse (realizzando una cosa rarissima in Abruzzo, che non succedeva da decenni). Mi dispiace enormemente – tuona la Sclocco – aver risposto la mia fiducia in Zobel quando è stato nominato Presidente e non tollererò più atteggiamenti del genere: se Zobel vuole usare il suo ruolo per fare politica, si dimettesse da Presidente dell’ADSU e si candidasse. Dato che siamo all’ennesima provocazione, proporrò alla Giunta di revocarlo dal ruolo di presidente ADSU poiché si sta dimostrando non all’altezza di questa carica, scorretto e spregiudicato nei modi, nei tempi e nella relazione, oltre che inefficiente nel portare avanti il suo lavoro».

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