La bufera politica

Candidature LeU, Melilla rinuncia

Candidature paracadutati, non si placa la bufera in Liberi e Uguali: Gianni Melilla non si candida al Senato, mentre i vertici provinciali di Sinistra Italiana si autosospendono.

Non si ferma la rivolta dei territori, dopo le nomine calate dall’alto, che hanno di fatto imposto per Liberi e Uguali Celeste Costantino e Danilo Leva nei collegi proporzionali alla Camera. Gianni Melilla, infatti, ha deciso di non accettare la candidatura per il Senato. Inoltre, i vertici provinciali dell’Aquila di Sinistra Italiana, con il segretario Daniele Iacutone, il tesoriere Marcello Prosia ed Enrico D’Alessandro, componente della stessa segreteria, insieme a Finesio Mariani del direttivo regionale e Vittoriano Baruffa e Tullio Vicaretti, rispettivamente responsabile e dirigente del circolo di Celano, si sono autosospesi.

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Lo strappo di Melilla contro le candidature dei paracadutati: «L’Abruzzo non è una colonia».

«Non ho accettato di candidarmi capolista di LeU al Senato, perché non ho condiviso la scelta nazionale di imporci due capilista esterni nei due collegi proporzionali della Camera. La questione non è personale, ma politica e coinvolge una comunità politica che ha respinto questo modo di fare di imporre candidati. L’Abruzzo non è una colonia». Così Gianni Melilla, durante una conferenza stampa di Articolo 1 nella quale ha ripercorso le tappe principali della propria attività parlamentare, ha annunciato che non sarà della partita delle prossime politiche del 4 marzo, in polemica con le candidature dei “paracadutati”.

La segreteria provinciale sul piede di guerra, scattano le autosospensioni.

Oltre alla ferma presa di posizione di Gianni Melilla, non disposto a “fare presenza” per un’improbabile battaglia per il Senato, arrivano le autosospensioni dei vertici della provincia aquilana e del circolo di Celano per quanto riguarda un’altra importante parte di Leu, quella costituita da Sinistra Italiana: «Considerato le candidature a capolista in Abruzzo, contrarie ai principi fondativi del partito e a quanto ribadito all’assemblea nazionale del 7 gennaio, dove sono state totalmente disattese le regole riguardanti l’individuazione delle candidature, ispirate all’articolazione territoriale ed il coinvolgimento della società civile, – scrivono infatti a Fratoianni il segretario provinciale SI Daniele Iacutone, il tesoriere Marcello Prosia ed Enrico D’Alessandro, componente della stessa segreteria, insieme a Finesio Mariani del direttivo regionale e Vittoriano Baruffa e Tullio Vicaretti del circolo di Celano – i sottoscritti si autosospendono in attesa di chiarimenti».

Insomma, la situazione rimane incandescente e rischia di far implodere il partito in piena campagna elettorale.

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