Il bando della discordia

Progetto C.A.S.E. solo 60% gli stranieri

De Santis riceve una lettera da Bignotti: i criteri di assegnazione degli alloggi del Progetto C.A.S.E. vengono stravolti. Intanto gli alloggi restano vuoti. I dettagli del bando della discordia.

I criteri di assegnazione degli alloggi post sisma non smettono di far discutere. L’intervento della Meloni, lo abbiamo visto ieri, ha generato un dibattito a suon di stati Facebook tra nuova e vecchia giunta.

Anche all’interno dello scorso consiglio comunale il tema è stato riproposto. De Santis, consigliere comunale di opposizione ed ex assessore al bilancio della giunta Cialente, ha proposto una interrogazione per capire se la graduatoria di assegnazione degli alloggi  sarà sospesa o modificata come annunciato dall’assessore Bignotti. 

Il binomio “alloggi post sisma e immigrati” è incandescente in questa città, oggi come non lo è mai stato. [Progetto case e map: il dibattito si accende]

Il caso è scoppiato dopo lo scontro tra Bignotti e Pelini e dal dato di L’Aquila Futura: “A fare le domande per gli edifici di progetto case e map sono stati quasi solo migranti” – affermavano Rocci e Santangelo all’incirca un mese fa. “Delle 1160 domande giunte al Comune di L’Aquila e valutate a oggi risulta che più del 90% degli aventi diritto sarebbero di nazionalità straniera e molti di questi non hanno neanche la residenza nella nostra città da più di un anno”.

De Santis su questo punto ribatte: “Gli stranieri che hanno risposto al bando non superano il 60% del totale e peraltro una larga fetta di essi già era assegnataria”.

“Proprio oggi ho ricevuto la risposta scritta di Bignotti che dichiara che il bando sarà diverso. Ma non si rendono conto che è una cosa illegittima? Non si può revocare un bando senza atto formale. Vuol dire calpestare e ledere il diritto di chi si è visto nella graduatoria”.

Sull’intervento della Meloni, in città lo scorso sabato, De Santis dice: “E’ stata una battuta di pessimo gusto, strumentale e politichese, che annuncia che siamo in perenne campagna elettorale”.

Un altro problema sollevato da De Santis è il danno erariale che potrebbe subire il comune. “Chi paga i costi degli alloggi vuoti? Che, badate bene, sono molti di più di 250”.

Il bando della discordia è questo qui: “Assegnazione temporanea di alloggi del Progetto Case a nuclei familiari con applicazione dei canoni secondo patti territoriali”.

E’ un bando del Dicembre 2016 con scadenza a Gennaio 2017: apre le porte del Case ai nuclei familiari che hanno un reddito troppo alto per accedere ai bandi d’assegnazione d’edilizia popolare, ma non abbastanza per fruire del mercato privato.

I criteri che lo regolavano: 

progetto CASE

Poteva fare domanda chi fosse in possesso di un reddito imponibile non superiore ai 40mila euro l’anno (CUD e modello Unico, non ISEE). “È una soglia che non lambisce i normali criteri di povertà, sono nuclei familiari da 1700 euro al mese che hanno difficoltà ad accedere ad affitti, da 500/600 euro mese spesso per catapecchie”- dichiarava Pelini, allora assessore alla popolazione, al momento della pubblicazione del bando.
“Da una parte diamo risposta abitativa a famiglie aquilane e non solo, dall’altra pensiamo a calmierare il mercato degli affitti, tenendo presente che vogliamo anche e soprattutto tenere in equilibrio situazione e gestione economica del progetto case”.

1160 domande sono arrivate, la graduatoria c’è, ma, a un anno di distanza, siamo a un punto fermo.

Bignotti vuole sospendere l’efficacia della graduatoria al momento dell’approvazione per modificare le norme ed i criteri di assegnazione degli alloggi stessi prevedendo, per esempio, tra i requisiti la residenza in città per almeno 10 o 15 anni.

“Molto discutibile nella forma e nel merito una simile determinazione perché potrebbe ledere i legittimi diritti di cittadini che hanno partecipato ad un preciso Bando pubblico che indicava predeterminati requisiti. Considerato che le aspettative dei cittadini richiedenti, già deluse per i ritardi nell’espletamento della procedura di assegnazione, sarebbero definitivamente ed ingiustamente cancellate, creando ulteriore disagio sociale” – chiude così l’intervista De Santis che non getterà la spugna su “questa battaglia”.

Michele Malafoglia di Fratelli d’Italia: “Il buonismo della sinistra ha stufato”

“Il buonismo di facciata della sinistra sulla gestione del progetto C.a.s.e. ha stufato prima di tutto gli aquilani e quanti, italiani e non, sono rimasti in questa terra dopo il terremoto: per questo sono stati mandati a casa, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo, se ne faccia una ragione e inizi a pensare ai bisogni reali dei cittadini”. Lo dice in una nota il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, Michele Malafoglia.
“Lo sciacallaggio è quello portato avanti dal Pd, persino in campagna elettorale, che sulle assegnazioni degli alloggi del progetto C.a.s.e. ha fatto clientela e creato discriminazioni – aggiunge Malafoglia – Il blocco del bando voluto da sindaco e assessore è stato visto e vissuto da chi vive la quotidianità delle new town come una liberazione da una situazione di degrado e ghettizzazione che il centrosinistra ha alimentato per anni nei complessi antisismici”.