Caso cotugno

Cotugno, un destino incerto

di Fulgenzio Ciccozzi

Il problema della sicurezza delle scuole, qui a L’Aquila, pare abbia scatenato una sorta di psicosi che ha generato un corto circuito dal quale sarà difficile uscirne fuori.

Le prime conseguenze, come prevedibile, hanno portato alla mortificazione di una vera e propria istituzione cittadina, quella del Liceo Classico, e alla frammentazione della stessa in diverse sedi scolastiche della città. Quest’ultima soluzione necessita di modifiche, come è stato spiegato nella riunione che si è tenuta ieri nella sede comunale di Villa Gioia con i rappresentanti degli studenti (non solo del Classico) e della Provincia (incluso il presidente Angelo Caruso e il consigliere delegato Vincenzo Calvisi).

Si fa spazio l’ipotesi di spostare 14 aule dell’Istituto Cotugno nell’edificio di proprietà comunale ubicato in via G. Pastorelli. Una condizione di incertezza, quella delle sistemazioni provvisorie, che, stando all’evolversi della situazione, si protrarrà a lungo.

Proviamo a capire meglio prendendo in considerazione i due edifici intorno ai quali, in questa fase, ruota la vicenda Cotugno. L’ex Optimes, la madre di tutte le soluzioni, si trova in stato di semiabbandono e, paradossalmente, nonostante le riassicurazioni, non è chiaro il motivo che spinge la famiglia Gallucci e l’Arap a rivendicarne entrambe la proprietà. E’, inoltre, necessario tenere conto che la messa in cantiere e il conseguente iter dei lavori di sistemazione, gli eventuali calcoli di vulnerabilità, porteranno via tempo e risorse che pagano sempre i cittadini, e su un edificio che non rientra nelle disponibilità patrimoniali della Provincia.

Senza contare la messa in bilancio dei futuri canoni di locazione i quali, anche se agevolati, sono comunque una fonte di spesa per un Ente (Provincia) che non naviga certo nell’oro. Comunque il presidente Caruso, che si è trovato questa “patata bollente” tra le mani, fa quello che può. Dunque, a oggi, l’ex Optimes risulta essere l’unico edificio che potrebbe essere disponibile e verrebbe considerato come polo strategico in cui sistemare gli studenti le cui scuole saranno oggetto di lavori di adeguamento o di ricostruzione.

Mentre, il plesso scolastico di via Leonardo da Vinci, parzialmente occupato (piano terra e secondo piano, dopo l’esito positivo degli accertamenti eseguiti sui carichi verticali e laddove le aule possono essere raggiunte evitando di transitare sulle rampe) è in attesa di nuove verifiche, così come richiesto dal Tar con ordinanza del 19 luglio c.a. la quale dispone:

“… a carico dell’Amministrazione provinciale il riesame del provvedimento gravato, previa effettuazione delle verifiche necessarie a valutare l’effettivo grado di conformità o non conformità dell’edificio sito in L’Aquila, via Leonardo da Vinci n.8, ospitante il Convitto Nazionale D. Cotugno, alle norme tecniche di cui al DM 14.1.2008;…”.

Pertanto, la richiesta di altre verifiche, e l’uso del termine “effettivo”, presuppone che quelle fatte precedentemente, evidentemente, hanno bisogno di un’ulteriore conferma o di smentita.

Nell’ edificio di Via Leonardo Da Vinci (dopo il sisma 2009 fu classificato A e solo una parte B) sono inoltre stanziati 6 milioni di euro dalla Regione e già previsti lavori che al momento non possono essere cantierizzati poiché ancora non è stato nominato il dirigente provinciale per la firma della determina. Il destino di questo immobile risulta per ora incerto.

Insomma, si è creata una situazione caotica che per adesso pare non avere sbocchi. In questo contesto emerge un quadro di precarietà che non giova agli studenti e neanche a tutti gli altri cittadini coinvolti. E, soprattutto, non fa certamente bene al Liceo Classico che da questa esperienza, e non dal terremoto, ne sta uscendo con le ossa rotte! Ciò premesso, sembra ormai ovvio (spero di essere smentito) che quello che una volta era chiamato Regio Liceo Ginnasio D. Cotugno, non ha e non avrà, probabilmente per un periodo abbastanza lungo, una sede propria.

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