Il lamento della povera vedova

Don Chisciotte non demorde

Signore, per qualche tempo ho pensato che Don Chisciotte fosse definitivamente uscito dalla scena politica dopo l’ultima batosta elettorale. Invece, proprio in questi giorni, ho sentito l’ultima sconcertante notizia. Si è candidato alla Segreteria del Partito, senza che nessuno lo abbia incoraggiato.

Mia cara, dovresti sapere che non è una novità. Il grande Hidalgo le ha sempre sparate grosse, senza considerare le possibili bordate di ritorno. Dovresti ricordare all’ex primo cittadino una significativa frase pronunciata tanti secoli fa dal nostro conterraneo Ovidio: “Exigua est virtus praestare silentia rebus; at contra gravis est culpa tacenda loqui”. (È piccola virtù il saper tacere le cose, ma, per contro, è grave colpa il dire le cose che sono da tacere).

Signore mio, allora è proprio vero che vede ancora i mulini a vento contro cui combattere.

Carissima, se non li vede, … , li crea. Altrimenti resterebbe disoccupato. Non dimenticare, poi, che ha avuto sempre una mente da sognatore, ma con qualche sfumatura superstiziosa. Ricordi, a proposito, ciò che diceva il nostro maestro Orazio? “Nulla res multitudinem efficacius regit, quam superstitio”. (Nulla  più efficacemente  guida le turbe, che la superstizione).

Signore carissimo, allora, l’improvviso assalto alla Segreteria è una delle solite turbe politiche. Un nuovo mulino a vento da infilzare?

Cara Signora, dopo tante lezioni, l’Hidalgo ancora non riesce a individuare gli avversari da aggredire con poco impegno e con reali prospettive di successo. Il Segretario del PD è giovane, robusto e massiccio. È un avversario difficile da eliminare. Oltretutto è strategicamente difficile da disarcionare. Proviene da una scuola politica di tutto riguardo: la vecchia DC che, guarda caso, ha colonizzato quasi tutto il PD.

Signore, voi pensate che possa essere una lotta impari? Però, questa volta, lo vedo piuttosto determinato. Non vi pare?

Signora, sei sicura? Hai letto bene le sue dichiarazioni? Se fosse come tu affermi, non avrebbe dichiarato, con tanta disinvoltura, che “stavolta mi farò trovare attrezzato e documentato”. Come dire che precedentemente, nel decennio di governo amministrativo, non è stato mai “attrezzato e documentato”. Ti sarei grato se notassi che è una sua  pubblica dichiarazione. Non è la solita diceria che il grande Tacito, in altri tempi, ha definito così: “Reliquendum rumori bus tempus, quo senescant”. (Si lascino rallentare i rumori, perché il tempo lasciandoli invecchiare, si spegneranno).

Mio caro Signore, penso che questa volta possiate sbagliarvi. Don Chisciotte ha sollecitato la mobilitazione del vecchio zoccolo duro. Ritiene che i “compagni”, anche i vecchi, possano sottoscrivere la tessera per costituire un gruppo forte e compatto.

Carissima, non vorrei deludere le tue speranze. Le dichiarazioni di Don Chisciotte vanno lette fino in fondo se vuoi cogliere il vero significato dei suoi proclami. Infatti, avresti dovuto leggere ancora che “i vecchi compagni, in questi anni, non sono stati coinvolti nella vita della nostra comunità politica”.

Signore, avete ragione, adesso comincio a capire bene. La frase da voi virgolettata vorrebbe significare che, in effetti, i tesserati sono stati ignorati alla stessa stregua di tutti gli amministrati. Allora è proprio vero quello che diceva Aristotele: “Consci propriae ignorantiae, admirantur nomine scientes”. (Sono ammirati come uomini sapienti coloro che sono consci della loro ignoranza).

Mia cara, credo proprio di si. Colgo, però, anche un aspetto di sincerità, nel momento in cui afferma candidamente: “Ho una visione della politica che non è fatta delle cose mie”. Ma, non è troppo credibile, perché, fino a poco tempo fa, ha detto che tutte le iniziative sono scaturite dalle sue idee?

Signore mio, voi lo sapete meglio di me. Certe cose si dicono senza dare alle stesse un senso logico. Sono frasi pronunciate soltanto per reagire a qualche solleticante attacco. Dovete pur rilevare che ha fatto un grande gesto di umiltà, ritenendosi “disperato” per la situazione in cui è stato ridotto il partito, anche per il suo operare. Vuole considerare la sua candidatura come “un periodo di volontariato di Protezione Civile”. Ha preso atto, inoltre, delle molteplici dichiarazioni di tanti iscritti che pensano di abbandonare. Ha preso  coscienza che il suo annuncio farà discutere in tutti gli ambienti. Meriterebbe una migliore considerazione. Non credete?

Signora, apprezzo moltissimo il tuo senso del perdono, malgrado tutte le ingiustizie che ti ha fatto. La tua casetta al centro è ancora in “mente dei” e, così, rimarrà nel tempo. Devi, comunque, interpretare tutto ciò che il Grande Hidalgo vuole sottintendere. Dopo la bocciatura della sua ambiziosa idea di essere nominato “Commissario” della ricostruzione per l’Abruzzo, Lazio e Marche, ha pensato di cominciare a mettere una seria ipoteca sulla Protezione Civile con un “periodo di volontariato”, memore di un vecchio detto napoletano: “Trasite a spichetta e po’ metteteve chiatte”. Hai capito?

Signore, grazie. Adesso mi è chiaro tutto. Non ho neppure bisogno di ascoltare le ultime dichiarazioni dei giovani del partito che, con decisione, hanno rispedito al mittente la proposta della candidatura. Se non vi arreco fastidio, Signore, vorrei chiedervi un grande favore: richiamate la mia anima nella vostra casa con la massima urgenza. Ha proprio bisogno di pace e tranquillità. E così sia.