Cantieri dell'immaginario

In-Habit, la danza del muro

Il 26 luglio, alle 21.30 presso il MUNDA, una serata interamente dedicata alla danza, e non solo, attraverso l’arte di Gino Sabatini Odoardi, artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all’arte concettuale.

A proporla, in occasione de I Cantieri dell’Immaginario, è il GRUPPO e- MOTION, compagnia di danza contemporanea con sede a L’Aquila, unica realtà di produzione della danza in Abruzzo finanziata dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo.

Lo spettacolo nasce da un’idea di Francesca La Cava, coreografa e direttore artistico del GRUPPO e-Motion, che si sviluppa attraverso un’accurata indagine sul concetto di “muro”, sull’esigenza sempre più presente nell’essere umano di creare e crearsi barriere, difensive spesso, ma al contempo estranianti, escludenti.

Da questa attitudine (habit, abitudine) umana di edificare “per lasciare tracce” come sosteneva Walter Benjamin e dunque di “abitare” (Inhabit) segnando al contempo un confine con il mondo e le persone, si è sviluppato il senso di In-habit che corrisponde all’abitudine di abitare luoghi, spazi e corpi: un viaggio artistico multidisciplinare che contiene non solo diverse culture ma anche e soprattutto diversi e rigenerati sguardi dell’arte contemporanea (e nello specifico dell’arte concettuale) della musica e dell’arte performativa che interagiscono tra di loro dando vita ad un nuovo rapporto con lo spazio e i confini, i luoghi e il corpo, apertura percettiva al mondo, veicolo stesso dell’essere al mondo.

La drammaturgia è di Anouscka Brodacz – docente di regia e drammaturgia all’Accademia Nazionale di danza – che ha accompagnato il percorso di ricerca dell’interprete; ideazione e installazione scenica di Gino Sabatini Odoardi, musica di Lorenzo e Federico Fiume (Resiliens). I costumi sono di Maria Grazia Cimini, il disegno luci di Michele Innocenzi e la coreografia e interpretazione di Francesca La Cava. Residenze: Spazio Matta progetto Corpografie e Florian Metateatro.

Lo spettacolo si sviluppa e si snoda attorno alla installazione scenica ideata e realizzata da Gino Sabatini Odoardi, che ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive. Si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila discutendo una tesi in Estetica sulla fenomenologia del “Silenzio” con Massimo Carboni. Tra i suoi incontri significativi quello con Mauri e Carmelo Bene.

In-Habit

All’interno del Munda gli spettatori si troveranno avvolti da “Ventiquattro panneggi termoformati manualmente in polistirene bianchi che scendono dal soffitto appesi da altrettante corde nere”. Un happening “annodato” e “congelato” la cui narrazione è affidata alla danza di Francesca La Cava.

Commenta Sabatini Odoardi:

“E’ un lavoro che attraverso la metafora e la sublimazione della “piega” cerca di definire la sua incessante volontà di stratificarsi, produrre composizioni visive, rapporti aritmetici, “accordi”, che contribuiscono ad una diversa armonia”.

A seguire, ma all’esterno del MUNDA, “SATURA…SI”. La narrazione di una società, quella odierna, completamente appiattita sulla tecnologia. Una tecnologia fatta di televisione, di smartphone, di social network che ci condiziona, che influenza i nostri rapporti e il nostro modo di agire, che ci omologa. Un lavoro coreografico fortemente esplicativo portato in scena con la giusta leggerezza, senza cadere in toni censori. Un invito, ironico e provocatorio, a prendere le distanze, anche solo per un momento, da tutto questo “essere hi-tech”, proprio come ci esortano gli stessi danzatori sul finale della coreografia “spegnendo” la loro performance.” (Simona Pucciarelli, Teatrionline).
Luca Castellano, Sara Pischedda, coreografia, danza e costumi; musica AAVV, Ivano Cugia luci
produzione ASMED – Balletto di Sardegna.