Ricostruzione

Tanta voglia di Belvedere

di Francesca Marchi

Un ragazzo con la sua valigia attraversa il ponte che cinquant’anni fa ha unito le due sponde della città, due donne ammirano il paesaggio di un centro in ricostruzione. Siamo sul Ponte Belvedere che tra pochi giorni tornerà pedonale.

Lo aveva annunciato l’assessore Maurizio Capri nei giorni scorsi [Ponte Belvedere, apre ai pedoni]: “Apertura a giugno ma per cominciare al ciclo pedonale , in attesa dei lavori”.

BELVEDERE

Oggi ci sono ancora le barriere new jersey in cemento armato e nessuna segnaletica, ma il piccolo passaggio libero in corrispondenza del marciapiede è un invito a passare. “Stanno preparando tutto per l’apertura” – afferma l’assessore.

BELVEDERE

Il Belvedere chiuso dal terremoto è stato riaperto in una sola occasione:

Il giorno della fiera dell’Epifania del 2012. La scelta dell’amministrazione comunale fu dettata dalla stretta necessità di permettere a chi lavora su Via Giovanni XXIII, Corte dei Conti, Avvocatura dello Stato, Hotel Duca degli Abruzzi, di accedere al posto di lavoro senza dover incrociare sul proprio cammino, arrivando dalla Fontana Luminosa,  le bancarelle della Fiera.

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Da qui, oggi, a differenza di allora, si può vedere una città nel pieno della ricostruzione: gru, case e palazzi nuovi e altri in dirittura d’arrivo.

Ponte Belvedere aspetta la gara d’appalto

La storia dei lavori legati al ponte è molto travagliata. L’assessore alla ricostruzione Pietro di stefano più volte aveva annunciato l’inizio dei lavori, che sarebbero dovuti partire all’inizio di questo anno, ma le pratiche e i passaggi burocratici hanno rallentato il tutto.

La storia del Belvedere: dalla sua costruzione ad oggi

Il ponte nato per collegare le due sponde della città a maggio dello scorso anno ha festeggiato il 50esimo anniversario dalla costruzione. In quell’occasione IlCapoluogoaveva intervistato Pasquale Martella, la cui impresa si era occupata della realizzazione.

“Il ponte fu realizzato in circa due anni. La sicurezza veniva prima di tutto, se servivano sei sacchi di cemento io ne utilizzavo otto per stare tranquillo!” – ricorda scherzosamente. L’idea di costruire questa arteria di collegamento risale a molto prima degli anni ’50.  Fu un’idea di Adelchi Serena, a cui si deve gran parte della modernizzazione della città in quegli anni.

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