Psicologiamo

Il cervello che invecchia, la prevenzione

di Roberta Bernardi*

 Con il progressivo allungamento della vita media stanno assumendo sempre maggiore importanza le problematiche correlate all’invecchiamento e, tra queste, i disturbi intellettivi e del comportamento. Ad oggi c’è nell’opinione pubblica una grande confusione: da un lato molti sottovalutano ancora il problema, attribuendo alla senilità quei mutamenti che, invece, dovrebbero allarmare perché espressione di malattia. Dall’altro, alcuni cominciano a sopravvalutare il problema: cresce infatti nella popolazione anziana il timore di andare incontro alla demenza, confondendo il normale indebolimento di alcune funzioni mentali con i sintomi veri e propri di questa malattia. A partire dai settant’anni, e in maniera più accentuata dopo i novanta, si verifica un progressivo e graduale indebolimento di alcune funzioni mentali. Un esempio è rappresentato dal declino della memoria, disturbo spesso accusato dalle persone anziane anche in condizioni di normale efficienza funzionale. L’invecchiamento si accompagna anche ad una riduzione nella velocità di elaborare le informazioni e ad una diminuita efficienza dell’intelligenza fluida (la capacità di risolvere nuovi problemi) risparmiando, invece, l’intelligenza cristallizzata (l’esperienza). Compaiono anche alcuni cambiamenti nel comportamento quali, ad esempio, l’irrigidimento del carattere e l’eccessiva preoccupazione per fatti di relativa poca importanza, espressioni di una diminuita capacità di adattamento all’ambiente.

Con il termine “demenza” indichiamo un’insieme di disturbi che si manifestano contemporaneamente, e non una singola malattia.
La sindrome demenziale è caratterizzata da:

  • disturbi cognitivi cioè la compromissione di funzioni quali la memoria, il ragionamento, il linguaggio e l’orientamento;
  • disturbi comportamentali cioè della sfera emotiva e della capacità di rapportarsi correttamente alla realtà e alle altre persone;
  • disturbi somatici ossia la perdita di alcune funzioni dell’organismo quali i ritmi sonno-veglia, fame-sazietà e la capacità di controllare l’emissione di urina.

Non è facile capire quando la patologia insorge: i familiari notano dei cambiamenti nel proprio caro ma spesso non li attribuiscono ad un problema di salute bensì a “stress” o agli effetti dell’età. Altre volte i disturbi sembrano presentarsi all’improvviso in concomitanza di un evento stressante (un intervento chirurgico, un lutto), cui i familiari tendono ad attribuire la causa della malattia. In realtà queste evenienze costituiscono solo il fattore precipitante di una condizione cerebrale preesistente. Il malato, dal canto suo, non sembra essere consapevole di tali cambiamenti e ciò costituisce di per sé una manifestazione della malattia.
Molte persone invecchiano bene fisicamente, ciononostante presentano problematiche cognitive (smemoratezza, disattenzione, disorientamento e via elencando) che compromettono la qualità di vita e alle quali solitamente ci si rassegna. E’ sbagliato rassegnarsi! L’evidenza scientifica suggerisce che appropriati esercizi mentali, corretta alimentazione e del movimento fisico permettono di mantenere a un livello costante e ottimale l’abilità, la flessibilità e le prestazioni delle funzioni cognitive.
Fare prevenzione in questo settore aiuta a prevenire e contrastare il decadimento cognitivo; proprio per questo motivo la “settimana di prevenzione dell’invecchiamento mentale” è una iniziativa di promozione sociale arrivata alla sua IX° edizione e quest’anno arriva anche nella nostra città. Durante questa settimana specialisti nel settore aprono le porte dei loro studi professionali a chiunque ne faccia richiesta, per fare un check-up gratuito e valutare così lo stato di salute delle attività cognitive. Anche a L’Aquila, dal 19 al 24 settembre, è possibile prenotare una valutazione gratuita del proprio stato di salute mentale presso il centro medico Filomed, Via Ulisse Nurzia 1. Per altre informazioni, potete consultare la pagina facebook di “Creativamente”.

Roberta Bernardi fotodi Roberta Bernardi per Psicologiamo.
35 anni, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta, Roberta ha recentemente dato alla luce Azzurra ed Aurora. Attualmente impegnata in PhD presso l’Università degli Studi di L’Aquila, è specialista in psicopatologia infantile e adolescenziale con annesse problematiche familiari.BLOG: PSICOLOGIAMO

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